Il 4 settembre, Dymitry Peskov, portavoce della presidenza russa, ha dichiarato che la necessità di interrompere il flusso nel gasdotto Nord Stream-1 va imputata a una decisione sbagliata della parte europea, la quale ha rifiutato di eseguire la manutenzione dell'attrezzatura del gasdotto in base al contratto; è quindi colpa di quei politici occidentali che hanno preso la decisione sulle sanzioni, non di Gazprom, la quale rimane un fornitore affidabile di energia.