Secondo i media statunitensi, la recente impennata dei casi di furto a New York ha costretto alcuni centri commerciali e supermercati ad adottare misure di auto-aiuto, come ad esempio rinchiudere in scatole prodotti a basso costo come carne in scatola, dentifricio e sapone. Secondo l’articolo, questa situazione rappresenta l’epitome della crisi nazionale degli Stati Uniti.
Attualmente gli USA sono stati colpiti da un forte incremento di casi di criminalità. Nella prima metà dell’anno, sulla base dei dati forniti da 23 città degli Stati Uniti, gli omicidi sono aumentati del 39% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Gli Stati Uniti sono sempre uno dei Paesi con il più alto tasso di criminalità violenta. In questo momento il fenomeno continua ad aggravarsi e la ragione è provocata dagli effetti dell’epidemia e dell’innalzamento dell’inflazione. In qualità di unica superpotenza al mondo, gli Stati Uniti mettono però il suo popolo nella paura dell’insicurezza. Tutto questo dimostra un fallimento delle politiche di governance del governo statunitense e di una macchia sui diritti umani di stampo americano.
Recentemente, un articolo del Washington Post ha riportato l’aumento del disagio per i cittadini americani: a luglio sono state vendute negli Stati Uniti più di 1,2 milioni di armi, un nuovo record. Per proteggersi, sempre più persone acquistano armi da fuoco, ma allo stesso tempo la gente si preoccupa di più per la propria sicurezza e questo costituisce un circolo vizioso. Nessuno sa se gli Stati Uniti, la prima potenza al mondo, pensino di poter sopravvivere a questa crisi nazionale. Come può essere il cosiddetto “poliziotto del mondo” se non riesce nemmeno a proteggere la sicurezza dei propri cittadini?