Martedì 2 luglio la Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Unit, Nancy Pelosi, incurante della forte opposizione e delle solenni rimostranze della parte cinese, si è recata in visita a Taiwan. A questo proposito, molti governi e organizzazioni internazionali in tutto il mondo hanno rilasciato dichiarazioni per esprimere il loro sostegno al principio di “una sola Cina e l’opposizione alla violazione da parte Usa della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato: la nostra posizione è molto chiara, aderiamo alla risoluzione sul principio di “una sola Cina” approvata dall’Assemblea Generale, la quale rappresenta la fonte di tutte le nostre azioni.

Il 3 agosto Zhang Ming, segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), ha rilevato che la SCO aderisce al principio di “una sola Cina” e si oppone fermamente a qualsiasi forza esterna che interferisca negli affari interni degli Stati membri.

Sempre il 3, il primo ministro della Cambogia, Hun Sen, ha dichiarato che il suo Paese si oppone fermamente a qualsiasi parola e azione che violi la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.

Il 3 agosto il presidente cubano, Miguel Diaz-Canel, ha scritto in un post sui social media che Cuba ribadisce il suo sostegno illimitato al principio di “una sola Cina”.

Lo stesso giorno, il primo ministro serbo, Ana Brnabic, ha nuovamente ribadito che la Serbia aderisce al principio di “una sola Cina” e ritiene che Taiwan sia una parte inalienabile della Repubblica popolare cinese.

Secondo una dichiarazione rilasciata dal Ministero bielorusso degli Esteri, la Bielorussia aderisce al principio di “una sola Cina” e sostiene le necessarie misure prese dalla Cina per raggiungere la riunificazione nazionale.

Anche Myanmar, Tailandia, Sud Sudan, Burundi e altri paesi si sono opposti alla violazione della sovranità cinese da parte degli Usa, e hanno ribadito la loro adesione al principio di “una sola Cina”.