Il 2 agosto la presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha effettuato una visita nella regione cinese di Taiwan, in spregio della ferma opposizione e delle severe rimostranze della Cina a riguardo. Si è trattato di una pesante provocazione politica che rafforza i contatti ufficiali tra gli Usa e Taiwan violando gravemente il principio di una sola Cina e le norme dei tre comunicati congiunti firmati dalla Cina e dagli Usa, e comportando gravi conseguenze per la base politica delle relazioni sino-americane, violando altresì gravemente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. Si è trattato di una visita di natura malevola che avrà gravi ripercussioni. Ciò dimostra ancora una volta che alcuni politici statunitensi che sostengono le forze secessioniste dell'"indipendenza di Taiwan" sono i più grandi guastatori della pace nello Stretto di Taiwan nonché della pace e della stabilità mondiali. La Cina adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare la propria sovranità nazionale e integrità territoriale.
La questione di Taiwan riguarda interessi fondamentali della Cina; la Dichiarazione del Cairo del 1943 e quella di Potsdam del 1945 hanno chiarito che la comunità internazionale non ha alcun dubbio sulla sovranità territoriale della Cina su Taiwan. I tre comunicati congiunti Cina-USA affermano chiaramente che gli Stati Uniti riconoscono che esiste una sola Cina nel mondo, che Taiwan ne fa parte e che il governo della Repubblica Popolare Cinese è l'unico governo legittimo della Cina.
In quanto terza carica dello Stato americano, Nancy Pelosi non può non avere una chiara coscienza dei suddetti fatti. Dietro al suo rischioso e provocatorio comportamento si nascondono interessi politici privati, che l’hanno spinta a ignorare le enormi conseguenze del suo atto per le relazioni sino-americane, la sicurezza della regione e del suo Paese. Dopo un tale comportamento, la comunità internazionale ha compreso con chiarezza che la ragione fondamentale dell’inasprimento della tensione nello Stretto di Taiwan consiste nei tentativi delle autorità di Taiwan di "appoggiarsi agli Stati Uniti per l'indipendenza" e nell’intenzione di alcuni americani di “contenere la Cina attraverso Taiwan”.
La visita della Pelosi non dimostra la sua preoccupazione per Taiwan, ma obiettivi politici molto chiari. Da un lato l’intenzione di guadagnare più voti alle elezioni di medio termine, piene di incertezze per il Partito Democratico, attraverso una provocazione nei confronti degli interessi fondamentali della Cina; dall’altro l’intenzione di aggiungere meriti alla sua causa politica.
La popolazione della regione di Taiwan è diventata così la principale vittima di interessi politici privati. Attualmente la Pelosi deve considerare prima di tutto come spiegare al suo Paese le gravi conseguenze causate con il suo comportamento rischioso. Dopo questa visita e la chiara provocazione nei confronti degli interessi fondamentali della Cina, esistono ancora delle basi per una cooperazione tra Cina e Usa?
D'altra parte, l'avventurismo politico di Nancy Pelosi ha portato a un'ulteriore escalation della situazione nello Stretto di Taiwan, incidendo sulla pace e sulla stabilità nella regione Asia-Pacifico e mostrando al mondo il vero volto degli Stati Uniti, pronti a sacrificare gli altri per i propri interessi egoistici. La violazione delle promesse e l’adozione di due pesi e due misure non fanno altro che svuotare la credibilità internazionale degli Usa e accelerare la decadenza della loro egemonia.
La visita della Pelosi non può cambiare la storia e i fatti legali dell’appartenenza di Taiwan alla Cina, né può ostacolare la tendenza storica della realizzazione della completa riunificazione della Cina. Qualsiasi forza o persona che intenda provocare la Cina con la questione di Taiwan finirà per bruciarsi.