Kunming

I bronzi dello Yunnan

I bronzi esposti nel Museo comunale di Kunming hanno caratteristiche peculiari, diverse da quelli che ho visti in altre parti del nostro paese.

Tra i pezzi esposti figurano asce, aratri, zappe, bicchieri speciali e oggetti ornamentali o quelli usati durante i sacrifici.

La provincia dello Yunnan è una provincia di frontiera nella Cina sud-occidentale e i reperti archeologici, e gli oggetti di bronzo in particolare ivi rintrovati, sono diversi da quelli dissotterrati nelle regioni interne della Cina. Questi bronzi appartengono a due periodi culturali. Il primo periodo risale alla cultura Erhai sorta nel 5° secolo a.C, e il secondo appartiene alla cultura Dianchi del 2° secolo a.C. Storicamente, lo Yunnan è stata una regione abitata da diverse etnie.

I 300 articoli di bronzo esposti nel Museo sono prodotti della cultura Dianchi che rispecchiano le caratteristiche culturali della minoranza etnica dei Dian, il che significa che gli articoli di bronzo dello Yunnan hanno caratteristiche locali ben distinte.

Lo stile artistico degli oggetti di bronzo dello Yunnan è molto differente da quelli delle nazionalità Han che vive nelle altre parti della Cina. I bronzi della nazionalità Han comprendono principalmente gli oggetti da cerimonia, armi, strumenti musicali e servizi da vino, mentre il bronzo viene usato nello Yunnan per fabbricare spade, asce, zappe, aratri e altri attrezzi agricoli. Secondo le statistiche su diecimila articoli di bronzo recentemente rinvenuti, i sette decimi sono costituiti dagli attrezzi usati per la produzione agricola. 2.000 anni fa , i minerali non ferrosi quali stagno, rame e argento nello Yunnan erano abbondanti, e l’argento era considerazto la moneta circolante. Un’altra delle caratteristiche degli oggetti di bronzo è il loro realismo, mentre quelli della nazionalità Han hanno elementi più fantasiosi, ad esempio, i cinesi amavano scolpire alcuni animali fantastici quali il drago e la fenice. I bronzi dello Yunnan riflettono la vita quotidiana della popolazione locale, e gli animali da loro incisi sugli oggetti di bronzo sono veri ed esistenti come a esempio, maiali buoi, capre, cavalli pavoni, tigri e altre bestie selvatiche.

Ho visto un oggetto ornamentale alto 3 centimetri che è in realtà un tamburo di bronzo sul quale figura un pavone maschio. Sulla circonferenza esterna del tamburo sono incisi bassorilievi e il pavone è nell’atto di dimenare la coda. E’ un capolavoro vivace e verosimile. Il signor Xiun, esperto di articoli di bronzo dello Yunnan mi ha detto che il tamburo artistico con bassorilievo costituisce un tipico bronzo artigianale delle etnie dello Yunnan, e fino ad oggi rimane il principale strumento musicale delle minoranze nazionali locali. Sfogliando i libri di storia, si scopre che in antichità nel lago di Dian del Kunming vissero miriadi di pappagalli e pavoni, e la popolazione locale considerava il pavone il simbolo della felicità e della fortuna.

In un padiglione del museo, ho visto una bara di bronzo, lunga 2,5 metri e composta di sette lamine di bronzo. Su di esse erano incise figurine quali tigri, uccelli e nuvole. Questo oggetto di bronzo riflette l’alto livello tecnologico della fusione raggiunto nell’antichità nello Yunnan. In quel tempo, la fusione del rame si svolgeva in un piccolo forno con un soffietto di pelle di capra. Per fabbricare una bara così grande come quella sopra accennata, impiegarono almeno duecento forni e duecento soffiatoi che lavorano simultaneamente per fondere e far colare il metallo nello stampo. Ciò dimostra che due mila anni fa, nello Yunnan la tecnica della fusione era già molto sviluppata.

In un altro padiglione, ho visto una quarantina di animali di bronzo e quelli che hanno come soggetto il bue sono molto attraenti. Un capolavoro di bronzo ci attira particolarmente. Si tratta di una mucca che va a testa alta. Sotto la sua pancia c’è un vitello e la sua coda è trattenuta da un tigre feroce. Esso è a forma di trapezio rovesciato lungo 70 centimetri e alto 10. Quando la tigre va a divorare il vitello, la mucca protegge con il corpo il suo tesoro a tutti i costi sacrificando se stessa per salvare suo figlio. Questo capolavoro dimostra il grande amore materno che anima le diverse etnie dello Yunnan.

Nel museo di Kunming, vi è un altro bronzo di grande valore che attira del pari i visitatatori stranieri, che si chiama “Ballo a due persone con piatto di bronzo dorato”. E’ questo articolo che provoca un dibattito.

Esso è grande come la palma di una mano; ballano due figurine dal naso aquilino che indossano un abito aderente. Sotto i loro piedi pestano un lungo serpente volante.

Il responsabile del padiglione, signor Li ha spiegato : “Questo articolo di bronzo è stato rinvenuto anni fa, nel distretto di Ginning che era la capitale del Regno Dian antico. Su questo reperto archeologico, alcuni studiosi giapponesi hanno scritto una decina di articoli dopo uno studio accurato. Secondo loro, questo piatto di bronzo dorato con due figurine che ballano è un dono offerto 1800 anni fa dall’imperatore romano ad un imperatore cinese della dinastia degli Han orientali e quelle due figurine sono giocolieri eruopei sia per le loro sembianze sia per l’abito che portano, mentre non indossano il vestito largo con una manica lunga, tipico dello Yunnan”. Il signor Li ha detto inoltre: “e’ vero che nei libri antichi cinesi si parla dei giocolieri offerti dagli stranieri agli imperatori della dinastia degli Han orientali”. Però ha proseguito: “Non condivido il punto di vista dei giapponesi, perchè nell’antichità , la capitale della dinastia degli Han orientali era molto distante dallo Yunnan e le condizioni dei trasporti erano pessime e fino ad oggi non è stata trovata nessuna testimonianza che dimostra che i romani siano arrivati fino allo Yunnan”. C’è un fatto che merita attenzione, cioè che in quel tempo, lo Yunnan era molto attivo nel commercio con l’India, il Pakistan e la Birmania. Quindi quelle due figurine potrebbero essere iniane o pakistane, ma non romane. Attualmente la conclusione definitiva spetta ad un ulteriore studio.

Kunming

Gli esperti di turismo di alcuni paesi così riassumono i “pregi” della città di Kunming.

Primo: le condizioni atmosferiche sono ottime; il clima è mite per tutte le quattro stagioni; è sempre primavera. La temperatura media annua varia da 18 a 22 gradi centigradi.

Secondo: il paesaggio è meraviglioso: vi sono l’affascinante foresta di pietra, l’incantevole Collina occidentale “Xishan” e il Lago Azzurro Dian Chi. Si tratta di luoghi indimenticabili in tutti i sensi.

Terzo: Vi si trova il maggior numero di minoranze etniche: ben 24 nazionalità. E le loro usanze sono molto interessanti.

Quarto: Gli abitanti di Kunming sono gentili e ospitali. Essi trattano gli ospiti con lo stesso calore del loro clima primaverile.

Gli abitanti di questo capoluogo amano molto i fiori, tanto che Kunming viene definita in Cina la “Città dei fiori”.

La Collina occidentale, a 15 chilometri a sud-ovest della città, è nota per la sua bellezza. Da lontano questa collina ondulata assomiglia ad una bella donna addormentata ed è per questo che viene chiamata anche la “Collina della bella dormiente”.

La strada che dai piedi della collina porta alla sua cima è lunga sette chilometri: Lungo la via vi sono molti templi antichi, nascosti nel fitto di boschi formati da grandi alberi secolari. L’aria è piena della fragranza dei fiori e del cinguettio delgi uccelli. Sul portale antistante dell’edificio principale di un gruppo di edifici antichi è scritto a grandi caratteri dorati: “Padiglione Sanqing”. Questo gruppo di edificio era il luogo di villeggiattura di un nobile del luogo al tempo della dinastia degli Yuan (1206 – 1368). La loro costruzione ebbe inizio nel 14°secolo e proseguì gradualmente, fino a raggiungere le dimensioni attuali. Costruiti tutti sul fianco della montagna, questi edifici hanno una struttura architettonica grandiosa e assai bella. Trovarsi tra di essi dà la sensazione di andare alla deriva tra le nuvole.

Il Longmen (l’Ingresso del Drago) si trova sul punto più alto della collina. Si tratta di un’opera costruita interamente in pietra, che comprende tre camere, viottoli, tunnel, colonne e terrazzi ed è stata scolpita sui dirupi. All’interno delle camere vi sono molte sculture anch’esse di pietra, tra cui quella di Kuixing, un personaggio leggendario (in cinese, per Kuixing si intende l’orsa maggiore) e quelle dei suoi servi e cavalli. Il soffitto è coperto da disegni di nuvole fluttanti, gru, fate e pesche.

Questo progetto fu realizzato da un prete taoista di nome Wu Lai-chin e dagli scalpellini locali durante la dinastia Qing. Essi vi lavorarono, a intervalli, per 72 anni: dal 1781 al 1853.

L’ingresso del Drago si apre, a cielo aperto, tra pareti rocciose a picco su una vasta distesa d’acqua. Se si guarda lontano, appoggiati alla balaustra, si gode di un panorama illimitato e si ha la sensazione di stare in un “castello d’aria”. I turisti, sia cinesi che stranieri, che visitano questo luogo riescono a staccarsene soltanto a fatica.

Dalla collina occidentale si può godere una veduta a volo d’uccello del laogo Dianchi. Circondato dai monti, il vasto lago è punteggiato da giunche. Le sue acque increspate brillano alla luce del sole mattutino. I rami dei salici s’incurvano sulle rive e, sulle risaie verdi, il riso in erba ondeggia sotto la brezza. E’ difficile trovare parole adatte per descrivere tanta bellezza. Situato a sud-ovest della città di Kunming, il lago Dianchi copre una superficie di 330 chilometri quadrati ed è uno dei più estesi laghi d’acqua dolce della Cina. E’ molto suggestivo andare in barca su questo lago! Esso, incastonato come una perla nel mezzo dell’altopiano dello Yunnan, è citato spesso in molte poesie, sia antiche che moderne.

Ad ovest di Kunming vi è l’antico tempio di Qiongzhu. Circondato da montagne coperte di alberi ombrosi è veramente maestoso, è il più famoso tempio buddista della provincia dello Yunnan ed anche uno dei luoghi d’interesse storico più pittoreschi della città di Kunming.

Questo tempio fu costruito nei primi anni della dinastia Yuan e poi sottoposto a restauri durante le dinastie Ming e Qing. Le statue dei 500 discepoli del budda costituiscono il tesoro artistico più prezioso del tempio. Nei grandi templi del nostro paese sono esposte le statue dei 500 discepoli del budda. Si diceva che il fondatore del buddismo, Sakyamuni, avesse 500 discepoli: essi dopo la sua morte, facendosi eredi della sua volontà incompiuta, si dedicarono ad azioni meritevoli, aiutando la gente in difficoltà. Per questa ragione essi riscossero il rispetto e l’amore del popolo. In loro memoria, in numerosi templi del nostro paese sono stati scolpiti questi santi. Le statue del tempio Chiungzhu, a grandezza d’uomo, sono una diversa dall’altra nelle espressioni e nei gesti. Alcuni sorridono e altri sono allegri; alcuni camminano e altri saltano, alcuni sono seduti su una sedia e altri si appoggiano alla balaustra. Ci sono quelli che sembra ascoltino attentamente e quelli che sono assorti con la testa china, quelli che sembrano ridere e chiacchierare e quelli che sembrano parlare tra di loro a bassa voce. Altri infine si guardano con occhi scintillanti.

Dopo la fondazione della nuova Cina nel 1949, il governo centrale e quello locale fecero, su vasta scala, lavori di restauro del tempio. Per mantenere le caratteristiche architettoniche originarie, si è cercata e trovata la collaborazione di vecchi artisti e artigiani e durante il restauro sono state consultate molte fonti storiche. Tutti gli edifici e le 500 figure dei discepoli del Budda sono stati restaurati e decorati di nuovo, seguendo le tecniche architettoniche e sculture originarie. Le figure coperte di polvere e alcune a cui mancavano mani o piedi sono state restituite all’iniziale splendore. Ora questo tempio è uno dei monumenti storici di primario interesse che gode della protezione dello Stato.