Con l'aiuto di sua sorella, riuscì a comprare una macchina fotografica e imparò a fare le foto. Nel 2005, mentre insieme agli amici stava osservando gli uccelli, una coppia di piccoli uccelli improvvisamente andò a sbattere contro le lenti della sua macchina fotografica. Stando alle caratteristiche della coppia di uccelli, ovvero la schiena rossa e il petto bianco e nero, Tashi stabilì si trattasse di una specie presente unicamente in Tibet, ovvero lo zigolo tibetano.
Lo zigolo tibetano, per le piume del capo simili a Dzi (una pietra preziosa), predilette dai tibetani, viene considerato dai residenti locali un "uccello sacro". Il suo ambito d'attività è di solito limitato all'Altopiano del Tibet, ed è un uccello in via d'estinzione. Secondo Tashi, sin dal 1990, sono state registrate meno di 10 osservazioni degli scienziati.
La scoperta inedita è stata molto eccitante per Tashi. Non vedeva l'ora di cominciare a dipingere lo zigolo tibetano, e nel frattempo iniziò l'indagine del suo ambiente di vita, del numero e della distribuzione dello zigolo tibetano.
La tesi, "Storia naturale, minacce e protezione dello zigolo tibetano", alla cui stesura Tashi ha partecipato, è stata pubblicata sulla "Rivista di zoologia", periodico zoologico autorevole della Cina, e la sua pittura sullo zigolo è stata scelta come copertina per quel numero della rivista.
Egli ha anche richiesto un finanziamento al governo e alle organizzazioni di ricerca cinesi e straniere per costruire la riserva naturale dello zigolo, ed ha pagato compensi ai pastori li ha convinti a lasciare il pascolo durante la stagione di riproduzione dello zigolo tibetano.
Tashi ha affermato una volta di preferire la scienza alla religione, in quanto da' un senso di maggior liberà alle persone. Tuttavia, nel corso dei suoi anni di lontananza dal monastero, Tashi ha scoperto che in Tibet se si vuole risvegliare la consapevolezza della tutela ambientale della gente, è necessario usare il potere delle religione.
La "sepoltura celeste" sussiste ancora come forma tradizionale di funerale, ed è molto rispettata in Tibet. Il corpo del defunto viene esposto in un luogo designato sulla montagna, così che gli avvoltoi possano mangiarlo. Il rito vuole rappresentare l'immortalità dell'anima e la reincarnazione, e costituisce anche un dono.
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