Cina: norme più rigorose contro il fumo
  2015-03-13 16:42:18  cri

La Cina è il più grande paese produttore e consumatore di tabacco, dove il numero dei fumatori ha superato quota 300 milioni, senza contare i 740milioni di fumatori passivi. Nel frattempo, anche se è vietata la pubblicità di sigarette sui media tradizionali, la situazione reale non è proprio così, anzi molto preoccupante. É infatti onnipresente la pubblicità in forme alternative, e le aziende di sigarette lanciano iniziative pubblicitarie attraverso i new-media ed approfittano del vuoto legislativo per fare promozione o sponsorizzazione. Gli esperti fanno appello perché sia emendata quanto prima una legge sulla pubblicità per vietare le pubblicità in qualsiasi forma di sigarette, nonché le attività di promozione e la sponsorizzazione degli eventi da parte delle aziende di sigarette, in modo da proteggere gli adolescenti dal tabacco.

Per la gente comune è difficile capire cosa dica questa pubblicità. Ma è una vera e propria pubblicità di sigarette. In realtà le pubblicità di sigarette in forme alternative non sono mai eliminate. Gli slogan come "gli uomini sono al vertice della montagna", "trasmettere il valore per il successo tuo e il mio", "Danza il cigno come vola il mio cuore", ovvero pubblicità con messaggi subliminali. Si dice scherzosamente che sulla Tv, quando guardi la pubblicità con delle scene magnifiche e il contenuto difficile da capire, nove su dieci sono riferite a sigaretta.

Li Tong, addetto di un'organizzazione non governativa per il controllo anti-fumo, si occupa del monitoraggio sulle pubblicità di sigarette. Lei ha riassunto alcune caratteristiche comuni delle pubblicità di sigarette in forme alternative.

"Certi elementi, come i colori e i formati dei caratteri nella pubblicità assomigliano a quelli sul pacchetto della sigaretta, i nomi dei marchi e delle aziende di sigarette menzionate nelle battute della pubblicità, gli slogan simili a quelli dei marchi di sigaretta, sono tutti riconducibli a ciò."

Sin dal 1994, la legge sulla pubblicità ha bandito la diffusione e la trasmissione delle pubblicità di sigarette sui mezzi di comunicazione pubblica come radio, film, tv, giornali e riviste, ma le pubblicità in forme alternative non sono state mai eliminate. In Cina non esiste un divieto chiaro per le pubblicità di sigaretta sui cartelli esterni, anche le iniziative pubblicitarie su Internet e i social media non sono coperte dalla legge della pubblicità. Molte aziende di sigaretta si hanno approfittate del vuoto legislativo.

Nel contempo, sponsorizzare le cosidette "imprese di pubblico interesse" come "scuole elemantari del tabacco" è un altro modo di promozione delle aziende di sigarette. Secondo le statistiche incomplete, oggi vi sono più di 100 "scuole elementari del tabacco". Da un rapporto diffuso dal centro di controllo di malatte emerge che il 20% degli adulti cinesi hanno visto le pubblicità di sigarette o attività di promozione e sponsorizzazione da parte delle aziende di sigaretta nell'ultimo mese.

"Le ho viste sull'Internet. Spunta una pubblicità con il logo di sigaretta. L'ho subito chiuso, fa male ai bambini.

Anche su tv si vedono, come la pubblicità della fabbrica di sigaretta Hong He e il marchio Hongtashan, mi hanno più impressionato.

Personalmente sono contrario al fumo. Senza la pubblicità, forse si fuma meno."

Nel 2006 la Cina ha aderito alla "Convenzione quadro sul controllo del tabacco" dell'OMS, che invita tutti i paesi firmatari a bandire le attività pubblicitarie, di promozione e sponsorizzazione in qualsiasi forma per le sigarette e ridurre il numero dei fumatori, in particolare tra i giovani. Dalle ricerche dell'OMS emerge che il dievto definitivo di queste attività rappresenta uno degli strumenti più efficaci per ridurre il consumo di sigarette, circa il 7%. Il responsabile del movimento "no smoking" dell'OMS, Douglas Bettcher, ha detto:

"Le iniziative pubblicitarie, di promozione e sponsorizzazione sono un'importante parte della macchina di propaganda del settore del tabacco, che induce i giovani ad iniziare a fumare e invita i fumatori a continuare il consumo. Quindi bandire queste attività rappresenta una misura precauzionale chiave ed un contrattacco alla manipolazione della gente da parte delle aziende del tabacco."

Un fatto scoraggiante è che la Cina resta indietro. Nella classifica tra 14 paesi in via di sviluppo sull'adempimento della convenzione, elaborata dall'Oms nel 2013, la Cina si è attestata al 13° posto, in particolare nell'aspetto del "divieto di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco", il Paese si è trovato dopo Egitto, Thailandia e Vietnam.

La legge sulla pubblicità vigente non è in grado di bandire efficacemente le pubblicità del tabacco, il che è ormai un consenso degli operatori del controllo anti-fumo. Il direttore del Centro nazionale per il controllo delle malattie, Wang Yu ha detto che l'attuale legge sulla pubblicità, formulata 20 anni fa, con alcuni articoli arretrati, non è più in grado di soddisfare le esigenze odierne. Quindi c'è un'urgente necessità di emendarla per eliminare il trucco della promozione del settore del tabacco.

"Bisogna bandire qualsiasi pubblicità di promozione o sponsorizzazione del tabacco, così come il product placement. Dovrebbe essere una misura assoluta, non autodisciplinare. Speriamo che tutti i cittadini prendano parte alla lotta contro le pubblicità di promozione e sponsorizzazione del tabacco."

  


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