Nella prima parte del programma vi abbiamo parlato del 5° Congresso sui wenzhouesi di Prato, tenuto il 17-18 ottobre all'Università di Wenzhou, nel Zhejiang, e che ha visto la partecipazione di studiosi dell'Università di Wenzhou, dell'Università di Firenze e dell'Università di Monash, in Australia. Nella prima parte del programma vi abbiamo parlato della crisi del settore tessile a Prato e delle difficoltà di comunicazione fra le comunità italiana e cinese nella città.
Per ovviare a queste difficoltà e creare un dialogo e una cooperazione fra le due parti, l'Università di Monash ha fondato un centro a Prato, di cui dal 2009 al 2001 è stata direttrice Loretta Baldassar, dell'Università di Western Australia:
"Il centro Monash di Prato ha dieci anni, ed è stato fondato per studiare il Rinascimento. La ricerca sulla comunità cinese è cominciata prima del mio arrivo. Ero direttore dal 2009 al 2011. Era già stato pubblicato il libro 'Oltre la muraglia', di cui nel 2009 ho curato la presentazione. Sono una studiosa di immigrazione, mi interessava, allora ho cercato dei ruoli per la mia ricerca. Nei primi giorni aiutavo mio figlio a inserisi all'asilo, e un bambino albanese mi ha detto 'sono albanese, ma non viene detto', da lì ho preso l'idea di proporre alla provincia un progetto in comune di fare un libro sulle esperienze della seconda generazione. Ho dell'esperienza in Australia, utile per dare voce ai giovani nati in Italia, oriundi altrove, che adesso hanno delle difficoltà a Prato ad avere un senso di appartenenza, a capire chi sono, perché vivono due culture. Con la crisi putroppo, c'è stato un cambimento rapido della politica, aggressiva, contro i cinesi, che sono diversi, visibili."
Come ha detto poco fa, a Prato Loretta Baldassar si è fatta promotrice della pubblicazione di un libro, "Seconda generazione":
"E' stata la mia più bella esperienza a Prato: è stato un successo, abbiamo ricevuto 32 scritti, tutti belli, originali. Sono stati premiati i tre migliori, uno era molto emozionato: si meravigliava che per aver scritto cose quotidiane, anche brutte, venisse premiato da Veronesi e da Nesi, vincitori del Premio Strega!"
Loretta Baldassar è un'antrolopoga, quindi si dedica agli studi sui cinesi della seconda generazione, ed ha alle spalle un'altra esperienza con gli emigrati italiani:
"Ho fatto degli studi sugli emigrati italiani in Australia, su cui mancano gli studi, c'è un'amnesia italiana, o vergogna, c'è molto da imparare dall'esperienza degli italiani all'estero, cerco con i miei scritti di portare le esperienze della seconda generazione italiana in Australia e della seconda generazione cinese a Prato...".
Adesso Loretta Baldassar si occupa di famiglie transnazionali, un nuovo concetto, ossia famiglie divise in più paesi, i figli studiano in uno, i genitori lavorano in un altro, ma con Skype e gli aerei la cosa è possibile. Sono ancora famiglie normali, ma sono viste come dei problemi. Ma ridiamo la parola a Loretta:
"Ho parlato con una studiosa cinese, che mi ha detto che per i cinesi è normale che i figli siano mandati dai nonni, anche se i genitori non emigravano...Ma anche gli italiani l'hanno fatto! Quelli che andavano in Svizzera, che non hanno potuto avere la cittadinanza, lasciavano i figli ai nonni! Sono esperienze uguali! I gelatai non sono diversi dal 'pronto moda'!"
Nel corso dei lavori, sono emerse molte interessanti esperienze e concezioni...
Per esempio l'antropologa Loretta Baldassar, della Western Australia University, ha parlato della seconda generazione di emigrati e del concetto di etnicità. Secondo lei, riconoscere le differenze è un problema politico.
Che cos'è la seconda generazione? Sono bimbi nati in una società con almeno un genitore nato altrove, che possono fare da ponte, oppure, presi fra due culture, perdere il senso di appartenenza.
Vivendo in Australia, Loretta iniste sul concetto di multietnicità e multiculturalità. L'identità etnica, ossia il concetto di cutura etnica che è nel sangue, adesso è molto influente.
Un'altra idea è che più identità sono possibili nello stesso soggetto, il che non è una cosa negativa. Infatti, dal lato psicologico, non bisogna pensare alle tradizioni, perché cambiano, bisogna considerare come nascono le frontiere con gli altri, come sono costruite, e usare i vari lati che abbiamo secondo i casi.
In Australia è applicato lo "ius solum", ossia si è australiani se si nasce nel paese.
In Italia, per la cittadinanza vige lo 'ius sanguinis', il discorso del sangue, quindi a 18 anni si deve fare richiesta di cittadinanza, con le code in questura, la paura...
I cinesi della seconda generazione si sentono italiani, ma non sono riconosciuti per l'aspetto che hanno, anche se parlano italiano.
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