Jilin: esplorati nuovi documenti, prove inconfutabili dell'aggressione giapponese in Cina
  2014-04-29 13:48:51  cri

Recentemente, l' Archivio della Provincia del Jilin ha esplorato 89 nuovi documenti inerenti all'aggressione giapponese subita dalla Cina durante la seconda guerra mondiale. Questi hanno registrato in modo dettagliato numerosi crimini perpetrati dalle truppe d'invasione, tra cui il massacro di Nanchino, il reclutamento forzato e brutale delle donne di conforto e di uomini per i lavori forzati, e hanno mostrato in modo evidente le atrocità dell'aggressione. Segue il nostro servizio in merito:

La provincia del Jilin è una delle aree della Cina che più a lungo hanno subito l'occupazione giapponese, e dove i disastri da essa causati sono stati più gravi. Secondo quanto illustrato successivamente dal vice direttore dell' Archivio della Provincia, Mu Zhanyi, la città di Changchun è stata la capitale del Manchukuo, e la sede del quartier generale dell'Armata del Kanto, dunque al termine della guerra è rimasto un gran numero di materiale a documentare l'aggressione giapponese in Cina.

"Nell'Archivio del Jilin ci sono 65 intere fonti di documenti sull'aggressione giapponese, composti da circa 100 mila volumi - di cui il 90% redatti in giapponese – e in cui sono registrati diversi fatti reali, relativi alle attività svolte dalle truppe di invasione. Questi documenti storici sono molto preziosi, e costituiscono, per numero, un vero record nella storia dell'aggressione giapponese alla Cina."

A partire dal 2012, l' Archivio della provoncia del Jilin si è concentrato sulla traduzione sismatica di questi documenti. Degli 89 nuovi files pubblicati, 87 erano costuditi nel quartiere generale dell'Armata del Kanto, mentre 2 nella Banca Centrale del Manchukuo, e si riferiscono principalmente ad 8 aspetti: il massacro di Nanchino, il reclutamento forzato e brutale di donne di conforto e di uomini per i lavori forzati, il trasferimento speciale dell'unità 731, varie altre atrocità commesse dalle truppe d'invasione, l'occupazione violenta della Cina nord-orientale e la soppressione della coalizione anti-giapponese del Nord-Est.

Il ricercatore dell' Archivio del Jilin, Tao Min, ha illustrato che prima della resa del Giappone, le truppe di stanza nell'Unità 731 hanno distrutto o trasferito quasi tutti i documenti. Quelli pubblicati relativi al trasferimento speciale diventano dunque una prova diretta degli esperimenti batteriologici condotti su persone vive.

"Le truppe d'invasione giapponesi in Cina hanno da sempre cercato di nascondere le loro ricerche sulle armi biologiche, pertanto, questi documenti originali che hanno registrato il collegamento tra l'Armata del Kanto e l'Unità 731 sono qualcosa di assolutamente nuovo nella storia. Fino ad oggi, non è emersa prova che le persone trasferite nell'area 731 siano uscite vive da lì, quindi, i file sui trasferimenti speciali presenti nel del nostro archivio diventano una prova chiara dei crimini commessi dalle truppe giapponesi dislocate nell'Unità 731."  

Questi documenti hanno provato che le truppe giapponesi incaricate di condurre delle ricerche sulle armi biologiche - tra cui quelle di stanza nella zona 731 - hanno effettuato 161 attacchi biologici su oltre 20 province e città cinesi, provocando il contagio e la morte di circa 2 milioni e 370 mila persone.       

Il ricercatore dell'Ufficio di ricerche sul Giappone dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali, Jiang Lifeng, ritiene che questi files pubblicati recentemente abbiamo un importantissimo significato storico, che si allontana dal punto di vista della destra giapponese e della storia raccontata dal Giappone, e possano confutare concretamente la retorica di destra usata del primo ministro giapponese, Shinzo Abe.

"Abe ha parlato della indefinizione del termine "aggressione", negando quanto avvenuto nella storia moderna, e rovesciando la verità sulla guerra di aggressione condotta dal Giappone. Noi abbiamo trovato e preso questi documenti redatti dalle truppe d'invasione, che sono molto dettagliati, e li abbiamo resi pubblici; Abe può dunque vedere come quanto osservato da lui è stato confutato. Il Premier giapponese ha detto che non sa cosa significhi "aggressione", potrà dunque leggere questi documenti scritti e lasciati dal Giappone stesso. Noi gli abbiamo detto che proprio questo è il significato di "aggressione"!"

Secondo quanto rivelato, gli 89 file pubblicati sono soltanto una minima parte di quasi 100 mila ancora rimasti nell'Archivio del Jilin e che documentano l'aggressione giapponese in Cina. Gli esperti ritengono che il numero di questi documenti, redatti dalla parte giapponese, sia molto grande, e fornisca un gran numero di prove storiche e pratiche che espongono la natura malvagia dell'aggressione del Giappone, e confutano quanto affermato dalla destra giapponese sulla responsabilità dei crimini storici compiuti dal loro paese durante la seconda guerra mondiale.

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