Vertice Usa-Giappone, posposta la dichiarazione congiunta
  2014-04-28 14:54:36  cri

Il 24 aprile, il presidente americano Barack Obama, in visita in Giappone, ha avuto un colloquio con il premier giapponese Shinzo Abe, di seguito le due parti hanno partecipato a un briefing congiunto, posponendo tuttavia la dichiarazione congiunta, originariamente in piano.

Dal livello di accoglienza di "ospite di Stato" pianificato con cura dalla parte giapponese, alla cena di sushi offerta da Shinzo Abe all'arrivo di Obama, emerge come sia il governo che l'opinione pubblica del Giappone considerassero entrambi la visita di Obama un'ottima occasione per dimostrare i saldi rapporti di alleanza del paese con gli Usa. Tuttavia, al termine del vertice, non si è vista traccia della dichiarazione congiunta originariamente pianificata per dopo il colloquio, il che ha sorpreso non poco i media giapponesi, che l'hanno definita una cosa "rara".

Il motivo della mancata dichiarazione è che le consultazioni bilaterali sull'accordo "TPP" non sono riuscite a infrangere lo stallo in atto, il che è anche stato uno dei temi del vertice Giappone-Usa. Secondo quanto appreso, nel periodo della visita di Obama in Giappone, sono procedute simultaneamente le consultazioni a livello ministriale fra i due paesi in merito al TPP, tuttavia le due parti hanno dimostrato delle gravi divergenze sulle tarrife di prodotti agricoli come riso e manzo, sulla revisione degli standard di sicurezza delle auto, ecc., al punto da non riuscire a raggiungere un consenso neppure alla conclusione del vertice. Di conseguenza, durante il briefing congiunto sucessivo, Obama e Abe hanno annunciato che le consultazioni a livello ministriale saranno prolungate, e che la dichiarazione congiunta sarà rilasciata quando saranno stati ottenuti dei risultati.

Fra i 12 paesi partecipanti ai negoziati del TPP, il PIL di Usa e Giappone occupa circa l'80%, quindi il grado delle concessioni della parte giapponese nelle consultazioni bilaterali è finito al centro dell'attenzione generale. Una volta raggiunto un consenso tra Usa e Giappone, i negoziati del TPP potrebbero registrare dei grandi progressi. Quindi la possibilità o meno di raggiungere un certo consenso con il Giappone sul problema del TPP tramite la visita è anche diventata uno dei focus della missione di Obama.

I media giapponesi indicano che su certi contenuti delle consultazioni nippo-americane, entrambe le parti hanno dei motivi interni per cui non possono fare dei compromessi alla leggera, al punto che fino al momento in cui Obama terminerà la visita e lascerà il Giappone la mattina del 25, forse non riusciranno a trovare dei punti fermi per le trattative. Il che ha indotto la "rara" situazione del ritardo della dichiarazione congiunta al termine del vertice bilaterale.

Da alcuni dettagli della visita di Obama, non è difficile vedere che la posizione della parte americana presenta dei delicati cambiamenti. Primo, quanto al ritardo della dichiarazione congiunta, non è la prima volta che i media giapponesi la trovano una cosa "rara". Nel corso della visita, anche se la parte americana ha permesso al Giappone di accogliere Obama come "ospite di Stato", ha tuttavia chiesto che Obama non tenesse un discorso in Parlamento secondo la prassi delle visite di Stato, e che non risiedesse nella Guest House indicata dal governo giapponese, inoltre la consorte Michelle non era presente. Questi "tre no", "inimmaginabili" per la pubblica opinione giapponese, le hanno anche fatto più o meno percepire come la parte Usa volesse mantenere una certa distanza.

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