Iran: no all'abbandono del diritto all'uso pacifico dell'energia nucleare
  2014-02-13 14:17:30  cri

L'11 febbraio a Teheran, l'Iran ha tenuto le celebrazioni per il 35esimo anniversario della vittoria della Rivoluzione Islamica, durante le quali, il presidente Hassan Rouhani, ha dichiarato che il suo paese non rinuncierà assolutamente al diritto dell'uso pacifico dell'energia nucleare, e che l'Iran non si lascierà intimidire dalle sanzioni.

Presente all'evento, Rouhani ha affermato che l'Iran non cesserà mai le attività in ricerca, sviluppo e innovazione nel campo della scienza e tecnologia, inclusa la ricerca delle tecnologie per l'uso pacifico dell'energia nucleare.

Il 18 a Vienna, è previsto un nuovo turno di negoziati sul nucleare iraniano, tra l'Iran e i sei paesi interessati al problema nucleare iraniano, ovvero, Cina, Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania. Durante il colloquio, si disuterà di un accordo completo per la soluzione della questione. In merito, Rouhani ha osservato che il dialogo diventerà un test storico per l'Europa e gli Stati Uniti, spiegando che se l'occidente riesce a dialogare con l'Iran in un contesto legale e conforme agli interessi nazionali iraniani e secondo un principio di rispetto reciproco e cooperazione congiunta, la grande nazione iraniana risponderà in maniera positiva e appropriata. Tuttavia se i paesi occidentali vogliono ripetere il modo d'agire errato del passato, ciò causerebbe danni non solo alla stabilità regionale e internazionale, ma anche ai loro propri interessi.

A proposito delle dichiarazioni di alcuni funzionari sull'ipotesi di una soluzione militare al problema nucleare, Rouhani ha replicato che a chi vuole svolgere interventi militari in Iran, consiglia di eliminare tutti i pregiudizi, perchè su nessun tavolo di negoziati del mondo è stata mai posta l'opzione di un intervento militare in Iran.

Al contempo, il presidente iraniano ha fatto un appello all'occidente affinchè ponga fine alle sanzioni, definite da egli stesso barbare, illegali e sbagliate. Egli ha detto che l'Iran si dedica a negoziati giusti e costruttivi con gli altri paesi nel quadro del Diritto Internazionale. L'Iran spera che nel processo dei negoziati futuri, anche la controparte possa mostrare la stessa inclinazione. Inoltre, egli ha sottolineato che gli ultimi 35 anni hanno già mostrato al mondo intero che il popolo iraniano non ha mai avuto nessun timore di fronte alle minacce e alle sanzioni, e non ce l'avrà mai.  Per il governo Rouhani, la fine delle sanzioni potrà attenuare la pressione economica interna. Nonostante un certo miglioramento economico dall'insediamento di Rouhani, l'inflazione attuale del paese si presenta ancora alta, attestandosi al 35%, e l'economia nazionale si è già impantanata nella recessione. Nel suo intervento, Rouhani ha affermato che il governo sarà capace di abbassare l'inflazione sotto la soglia del 25% e di portare la crescita dall'attuale -5.8% a circa zero, ma tutto ciò richiederà un continuo sostegno da parte dei cittadini, che permetterà al paese di uscire dalle difficoltà ad un prezzo minimo.

Tuttavia, il successo sperato da Rouhani dipende ancora dalla sinergia con le varie forze politiche interne, in particolare con i cosiddetti "falchi", che hanno in mano la maggioranza del potere statale. Pur cercando sempre di trattare gli affari nazionali e internazionali in maniera pacata, Rouhani sembra avere di fronte ancora tanti problemi grossi: sul nuleare, i falchi hanno dimostrato malcontento sin dal raggiungimento dell'accordo della prima fase, criticando il governo di troppe concessioni; per quanto riguarda l'economia, in questi giorni nel paese, sono circolate delle voci sul timore di Rouhani di portare avanti le riforme, che hanno deluso non pochi elettori che avevano sostenuto questo politico "mite"; in più, delle azioni militari dure, tra cui il recente annuncio del successo dell'esperimento del lancio di missili da parte dell'esercito, e l'avvicinarsi della flotta iraniana verso il confine marittimo americano, hanno dimezzato gli impegni di Rouhani per creare un'immagine mite dell'Iran sul palcoscenico internazionale...si può dire che per l'esecutivo di Rouhani, che governa da appena un semestre, la luna di miele sembra essere terminata un pò troppo presto, per cui dovrà affrontare ancora più sfide ardue in futuro.

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