Francia: scrutinio parlamentare per l'intervento militare in Siria
  2013-09-03 15:05:11  cri

 


Il 31 agosto, il presidente degli Usa, Barack Obama, ha annunciato di voler fare domanda al Congresso Nazionale degli Usa circa l'intervento militare in Sira.

Il 31 agosto, il presidente degli Usa non ha immediatamente avanzato la decisione di inviare le truppe in Siria; egli ha infatti deciso di chiedere l'autorizzazione del Congresso degli Stati Uniti d'America. Questa mossa ha sconvolto il governo francese che sosteneva la precedente decisione, portando la Francia, divisa da opinioni contrastanti, a cadere in una posizione scomoda, e sollecitando la classe politica a svolgere un nuovo turno di discussioni il primo settembre, dal quale sono emerse più voci a sostegno dello scrutinio parlamentare. L'ex-ministro dell'Ambiente, presidente del partito politico di centro, Jean-Louis Borloo, ha detto:

"Sotto l'attuale situazione, ovviamente, il parlamento francese deve far uscire la propria voce. Ritengo che l'intervento militare non sia una scelta opportuna e che si dovrebbe mantenere una certa coerenza con la comunità internazionale."

L'Unione per il Movimento Popolare, partito di destra, la principale opposizione francese, che da sempre si oppone all'intervento militare in Siria, ha ricordato a Francois Hollande di non "lasciarsi trasportare" da Obama. Il membro del parlamento di destra ed ex ministro dell'agricoltura, Bruno Le Maire, ha analizzato la gravità del problema:

"La decisione politica strategica della Francia sul problema della Siria non è ancora stata completata, ormai la Francia sta correndo un rischio, e sta diventando quasi il burattino degli Usa. Io ritengo se occorrerà o meno compiere un intervento militare, è necessario soddisfare tre condizioni: prima tra tutte, le Nazioni Unite dovranno offrire le testimonianze dell'uso di armi chimiche da parte siriana, illustrando chi, quando e come sono state usate; secondo, il governo deve consigliarsi con il Parlamento e decidere come hanno fatto il Regno Unito e gli Stati Uniti attraverso il voto parlamentare; terzo, il governo deve redigere le strategie politiche per la risoluzione alla crisi siriana, la diplomazia francese deve agire immediatamente."

Visto l'appello allo scrutinio parlamentare richiesto da vari partiti, il governo francese ha indicato che secondo quanto prestabilito dalle Costituzioni della quinta Repubblica, il presidente ha il potere di esercitare il diritto diplomatico e quello della difesa nazionale. La decisione di un intervento militare all'estero fatta dal governo può essere comunicata nella conferenza il terzo giorno dopo l'avvio delle attività. Il governo ha sottolineato che la comunicazione potrebbe suscitare una discussione, ma non mettere la decisione ai voti. Il ministro degli affari interni, Manuel Valls, in un'intervista, ha spiegato:

"Occorre rispettare lo spirito e il regolamento della Costituzione francese. Io ho notato che alcuni mettono in dubbio le decisioni del presidente sulla difesa nazionale e sulla diplomazia. Ormai entriamo in una nuova fase: il parlamento inglese ha già negato la decisione di adottare un intervento militare in Siria, il presidente degli Usa Obama ha deciso di chiedere l'opinione del Congresso degli Stati Uniti d'America, quindi noi dobbiamo rispettare la sua scelta. In questo frangente, noi abbiamo un certo lasso di tempo e dobbiamo utilizzarlo per promuovere lo sviluppo degli eventi. La Francia non manderà unilateralmente l'esercito in Siria, ed effettuerà sicuramente un intervento congiunto con gli Usa. Adesso dato che Obama ha deciso di ottenere l'autorizzazione del Congresso, noi dobbiamo aspettare il risultato di questa nuova fase."

Per rispondere alle diverse voci all'interno del paese, il governo francese ha deciso che il premier Jean-Marc Ayrault terrà un incontro con i due presidenti della Camera dei deputati e del Senato, deputati e senatori responsabili per la diplomazia e per gli affari della difesa nazionale, nonché rappresentanti dei partiti principali del parlamento, per fare rapporto sulla situazione della Siria, così da prepararsi alla convocazione di una riunione speciale che si terrà il 4 settembre.

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