L'attenzione dei mercati internazionali al futuro politico dell'Italia
  2011-11-11 14:35:26  cri

Con l'annuncio, l'8 novembre, delle dimissioni del Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, il rendimento del BTP ha visto ampie oscillazioni. Stando a quanto indicato da alcuni analisti, il nuovo governo italiano influenzerà in modo diretto la fiducia dei mercati internazionali nelle prospettive economiche del paese.

Il 9 novembre il rendimento del BTP decennale ha superato la pericolosissima soglia del 7%. Non pochi esperti dubitano per questo della credibilità del debito del governo italiano, ritenendo che attualmente il costo del credito del paese abbia già raggiunto un livello insostenibile. Per altri esperti, tuttavia, il problema dell'Italia  rimane solamente la mancanza di fiducia degli investitori e i problemi dell'economia italiana non sono gravi come quelli della Grecia. Dagli ultimi dati resi noti il 10 novembre, risulta che grazie al varo della politica della BCE per sostenere la soluzione della crisi del debito italiano e alla notizia su un possibile governo tecnico dopo le dimissioni di Berlusconi, lo spread tra BTP e Bond tedesco è già sceso a quota 510, con un calo del rendimento lordo del BTP decennale dal 7% al 6.85%.

Data l'attuale situazione, per l'Italia è della massima urgenza rompere lo stallo politico. Il 9 novembre Christine Lagarde, il direttore generale del FMI, ha osservato che oggi per l'Italia la priorità è quella di creare una "situazione politica chiara", affermando inoltre che se continueranno ad esservi incertezze su chi guiderà il governo, non si potrà parlare di stabilità. La chiarezza politica porterà alla stabilità politica, e di tale stabilità sono in attesa moltissimi investitori, quali lo stesso FMI.

Con la promessa di Berlusconi di dimettersi dopo l'approvazione della Legge di Stabilità, i media e gli esperti italiani hanno ipotizzato quattro diverse situazioni che potrebbero verificarsi dopo le dimissioni di Berlusconi: le elezioni anticipate, un governo tecnico, una maggioranza allargata con una persona di fiducia di Berlusconi come premier e un governo di unità nazionale di larghe intese.

Sempre il 9 novembre il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato Mario Monti senatore a vita, mostrando le sue intenzioni di candidare l'ex commissario europeo a premier del governo tecnico. In merito, diverse sono state le reazioni delle varie correnti politiche italiane. Berlusconi, che ritiene che la nomina di Monti come premier sia una "scelta inevitabile", ha espresso implicitamente il suo consenso alla scelta di Napolitano. Per il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, l'Italia ha bisogno di un leader di fama internazionale, credibile e dalle grandi capacità, caratteristiche queste necessarie per un leader, e Monti rappresenta senza dubbio il migliore candidato che possiede tali requisiti. Anche secondo Pierluigi Bersani, segretario generale del Partito Democratico, questa è la scelta migliore.

La Lega Nord, il più importante alleato del Cavaliere, si è invece mostrata contraria alla proposta di un governo tecnico. Secondo quanto rilevato da Roberto Maroni, attuale ministro dell'Interno leghista, per la Lega, le elezioni anticipate sono l'unico canale per uscire dall'impasse. Inoltre, anche l'Italia dei Valori, uno dei principali partiti dell'opposizione, ritiene che solo tramite le elezioni anticipate la situazione politica potrà diventare più chiara, e che questo sarà positivo sia per l'UE che per i mercati.

In sintesi, in merito alla scelta di un governo tecnico sostenuta da Napolitano, i vari partiti italiani hanno opinioni diverse ed esistono delle divergenze anche all'interno del Centrodestra. I dibattiti delle varie parti continuano la direzione verso cui procederà la politica italiana non è ancora chiara. Sarà quindi da vedere se verrà istituito un governo tecnico o se ci saranno le elezioni anticipate.

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