Nell'articolo pubblicato dal Southern Metropolis Daily, i pro della certificazione "Welcome Chinese" sono inevitabilmente affiancati anche dai contro.
Il primo dubbio riguarda l'organo principale addetto alla certificazione. Perché l'organo principale è di per sé un'organizzazione commerciale? La certificazione "Welcome Chinese" consiste infatti in un progetto promosso congiuntamente dalla China Tourism Academy e dalla società di Select Holding. Anche se annunciano di rispettare i principi di autorità e giustizia, l'identità d'affari della Select Holding suscita i dubbi sull'oggettività della certificazione. Come è noto a tutti, la Select Holding ha la funzione di rilasciare in modo esclusivo l'attestato di certificazione, tuttavia trattasi di un gruppo di holding internazionale, composto da Select Italy & Travel, Select Communications and Select Concierge, la cui essenza è quella di gruppo che si occupa di marketing e dei media integrati.
Il secondo dubbio è se gli standard di certificazione ripetano o meno il torto della valutazione di livello A della Cina, e se l'importanza commerciale della certificazione superi o meno l'obiettivo di apportare benefici alla popolazione. Molti si preoccupano che la certificazione possa seguire la stessa scia di valutazione di livello A della Cina e causare dunque confusione nel mercato, dal momento che le imprese certificate possono anche godere di determinati interessi commerciali, tra cui la pubblicazione gratuita di informazioni sugli hotel su riviste o manuali di "Welcome Chinese", fare pubblicità su welcomechinese.com.cn con determinati sconti e partecipare alle attività di marketing organizzate da "Welcome Chinese", tutti aspetti che contribuirebbero a far credere alla gente che l'intenzione della certificazione sia puro interesse commerciale.
Il terzo dubbio è sulla possibilità che la standardizzazione possa risultare sfavorevole allo sviluppo di diversificazione dei mercati turistici, e sul possibile bisogno dei turisti cinesi di cercare privilegi personali?! Qualcuno pensa che nell'era personalizzata di libera scelta ciò che si dovrebbe rincorrere sia il massimo grado d'integrazione all'interno della comunità internazionale, e non un'ulteriore chiusura. Inoltre, il viaggio di per sé è un'attività tramite cui sperimentare la differenza delle civiltà e culture. Stabilire in base alle proprie esigenze le regole del gioco d'oltremare contrasta con le tendenze dei viaggi internazionali.
La controversia non può che portare a un futuro migliore e di maggiore ampiezza. Qualcuno ritiene che per i turisti cinesi che non intendono guardare la CCTV, fare colazione con il porridge, e avere il bollitore e la caldaia in camera, questi standard di certificazione siano completamente inutili. Altri ritengono che dal punto di vista commerciale si tratti veramente di un approccio efficace che favorisce l'integrazione e la promozione commerciale delle imprese.
Ciò che è caratterizzato da una natura controversa non è necessariamente qualcosa di negativo, lo è invece in molti casi ciò che in alcuni paesi viene propagandato ciecamente. Si può avere un futuro migliore e più vasto soltanto a condizione che si sia disposti a ricevere sia lodi che critiche, il che è particolarmente vero per la certificazione "Welcome Chinese".
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