Il primo si chiama Ji Ci'en.
Ji Ci'en ha 25 anni ed è una scrittrice professionista. Sofferente di autismo, dopo essersi ristabilita si occupa volentieri di volontariato. Apprezza a fondo questa affermazione "Piangere con il sorriso, vivere in compagna della morte. Credere con fermezza che l'onestà è l'unico investimento vincente".
"Nella veste di libro-persona, alcune università mi invitano spesso a tenere delle conferenze. Ma la biblioteca vivente è diversa, perché i lettori, diversamente dalla platea passiva, vengono a cercarmi spontaneamente, per cui li sento più vicini".
Sei anni fa, all'età di 19 anni, a Ji Ci'en è stato diagnosticato un caso di autismo traumatico. In tutto l'anno, non ha detto neanche una parola. Tutto è successo dopo che aveva firmato l'accordo per l'eutanasia di una sua cara amica in Orlanda. L' amica se n'è andata per sempre, ma lei non ha saputo affrontare la realtà. Secondo lei, nessuno poteva capire il suo dolore, quindi ha scelto di tacere.
E' stato il volontariato a guarirla. Un giorno il suo psicologo l'ha portata in un orfanotrofio, dove ha incontrato una bambina di 7 anni che non voleva parlare, e disegnava su una pietra per passare il tempo. Nonostante avesse del buon cibo, cercava da mangiare nella spazzatura. Ji Ci'en le ha chiesto: "Perché cerchi da mangiare nella spazzatura?" Era la prima frase che diceva dopo essersi ammalata!
Quindi è meglio aprire il proprio cuore, prendendosi cura degli altri, che fare del training per riprendere la capacità di parlare, non è vero?
Ji Ci'en ha iniziato a fare la volontaria. In cinque anni ha sperimentato tante cose: ha continuato ad andare negli orfanotrofi per prendersi cura degli orfani, anche se deve farsi sei ore di macchina, e ha seguito una ventina di anziani fino alla morte. Ha anche fatto un massaggio di un'ora a un bambino che aveva avuto un arresto cardiaco mentre le parlava, e che il giorno dopo si è del tutto ristabilito.
Nell' aprile del 2011, Ji Ci'en ha iniziato a fare da "libro-persona", mettendo a disposizione dei lettori la sua ricca esperienza di volontariato. Dice ai lettori di credere nei miracoli, infatti lei stessa è stata testimone e ha creato dei miracoli!
Come libro-persona, le tre domande di rito rivolte a Ji Ci'en sono le seguenti:
Q: Secondo te, occuparsi di cose di pubblico interesse è un contributo alla società?
A: Ogni volta rispondo che le due cose vanno di pari passo. Il volontariato mi dà un forte sostegno spirituale, quindi non mi considero un volontario, ma un fruitore...
Q: Che cosa ti ha emozionato e curato?
A: Niente di particolare, è stato un insieme di cose, sono guarita senza accorgermene. Ricordo la mia prima visita ad una casa di riposo. Un'anziana mi ha detto tante cose, ma io non volevo parlare con lei. La settimana dopo è morta, il che mi ha fatto soffrire, e anche capire che la morte è una cosa normale.
Q: Come posso diventare un volontario come te?
A: Non ho mai portato nessuno negli orfanotrofi, perché so che pochi riescono a continuare. Se prometti ad un orfano di andare a trovarlo, devi farlo. Questi bambini sono già stati abbandonati una volta, e non possono soffrire altri abbandoni. Se non vieni, si disperano e non credono più negli altri.
Ora passiamo al libro-persona turistico più preso in prestito.
Wang Shan, studentessa, nata dopo gli anni '90. Al primo anno di università è andata da sola in Tibet in macchina, e dopo ha fatto dei viaggi all'estero. Oggi questa ragazza di appena vent' anni ha una ricca esperienza di viaggio, il che l'ha resa un vero best-seller.
Grazie ai viaggi, Wang Shan ha fatto molti fantastici incontri e ha rimodellato i suoi rapporti interpersonali. Nel suo viaggio in solitaria da Shanghai al Tibet, dei poliziotti le hanno dato un passaggio in macchina, fino a che ne hanno trovata un'altra che la portasse alla sua meta successiva.
Un proverbio cinese dice: "Leggere decine di migliaia di libri, percorrere diecimila li di strada"".
Wang Shan, che ha solo vent'anni, sa già come assumersi le sue responsabilità verso se stessa e verso la società. In realtà, come libro-persona, Wang Shan impara anche molto, e prova grande gioia nell'interazione con il pubblico.
L'interazione è la maggiore differenza fra la biblioteca tradizionale e quella vivente. Prendere in prestito dei libri-persone è uno scambio bilaterale. I lettori fanno domande e i "libri" rispondono, e nel frattempo viene meno la discriminazione.
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