Una visita a Yangcheng: La locanda delle sei felicità, antiche residenze e… tante altre sorprese
  2013-01-21 18:33:31  cri

Q: Radio Globale, cari amici, ben ritrovati a Easycafè, con QianCan…

G: …e Gabriella Bonino. Ora continueremo la nostra illustrazione della cittadina di Yangcheng, nel sud dello Shanxi, che ho visitato a capodanno, il cui centro storico, Fengcheng, la città della fenice, contiene molti antichi siti di grande valore storico e architettonico.

Q: Sì, per esempio qui si trova la Locanda delle sei felicità, dove negli anni trenta-quaranta del secolo scorso la giovane inglese Gladys Aylward raccolse e assistette un centinaio di orfanelli cinesi. 

G: Esatto. Nel 1940, per proteggerli dagli aggressori giapponesi, Gladys li condusse a piedi a Xi'an, superando monti e fiumi, consegnandoli alla fine alla Federazione di assistenza di Song Meiling, moglie di Jiang Jieshi, il cui governo del KMT allora si trovava nella città. Insomma, una vicenda eroica che ha anche ispirato un libro, "The small woman", di Alan Burgess, del 1957, e un film "The inn of the six happiness", del 1958, con protagonista la famosa Ingrid Bergman.

Q: Gabriella ha visitato Yangcheng perché è stata la prima cittadina cinese ad aderire al progetto "Viaggio virtuale nelle città cinesi", che prevede la realizzazione di una serie di cartoni animati di presentazione della loro cultura tradizionale.

G: Sì, i cartoni sono realizzati in cooperazione fra gli istituti professionali cinesi e la compagnia di animazione Shanshuidisheng, dipendente dal ministero della Cultura cinese, e saranno trasmessi dalla CCTV, il che darà loro una grande visibilità. Il progetto è stato presentato alla Fiera internazionale dell'industria della creazione culturale di Beijing dello scorso dicembre, di cui vi abbiamo parlato a Easycafè la scorsa settimana.

Finita questa introduzione, continuiamo la nostra visita a Yancheng, raggiungendo un sito di grande interesse.

Q: Quale Gabri? Un'altra locanda, un tempio o una scuola?

G: Beh, è un tempietto speciale, dedicato addirittura al progenitore dei veterinari cinesi…

Q: Allora un tempio laico, direi…

G: Certo, in Cina ce ne sono parecchi del genere, i più famosi sono quelli dedicati a Baogong, il funzionario Bao famoso per la sua onestà.

Q: Quindi anche l'arte veterinaria adesso ha un suo tempio…

G: Sì, che però è ancora in fase di restauro, visto che si trova in un villaggio sui monti, e nel tempo ha ospitato anche lui la scuola locale. Adesso il sindaco ha deciso di riportarlo all'antico splendore a scopi turistici, visto che risulta essere l'unico del genere in tuta la Cina!

Q: Beh, una vera rarità!

G: Eccome! Inoltre l'arte veterinaria, nella figura del suo avo Chang Shun, è anche stata avanzata a patrimonio immateriale di livello statale, e il processo di valutazione è in corso. Ma ora diamo la parola all'assessore alla comunicazione di Yangcheng, Yan Jianfeng: "Curava i cavalli feriti in guerra, è vissuto in epoca Yuan, è l'avo dei veterinari cinesi, e questo è l'unico 'museo' dedicato alla categoria in tutta la Cina".

G: Cari amici, il tempietto Shuicao Miao, dell'erba palustre, si trova in una vallata del villaggio di Shuitoucun, il cui segretario Wei Shuangyin, ci ha detto: "Risale al tempo dell'imperatore Song Huizong, alla fine della dinastia, quindi ha quasi 800 anni. Shuicaomiao è dedicato all'avo dei veterinari cinesi, Chang Shun. Secondo una leggenda, al tempo molti cavalli erano stati feriti in guerra a Pingyang, nello Shanxi, per cui cercarono un veterinario e trovarono Chang Shun, che li guarì con una medicina speciale. La cosa venne riferita all'imperatore, che gli concesse un titolo di funzionario. In epoca Yuan venne eretto questo tempio, restaurato più volte in seguito. La posizione è buona, ma secondo una leggenda doveva essere costruito in alto sul monte, ma la notte spirò un forte vento che lo spostò qui in basso. Davanti ci sono due ponti su un canale, che stiamo ripristinando".

G: Cari amici, il tempietto comprende delle sale laterali affrescate con le figure di antichi medici, come il famoso Li Shizhen, e veterinari cinesi, fra cui spicca Chang Shun, raffigurato a cavallo e circondato da cavalieri che reggono le sue insegne. Sono dipinti murali di stile popolare, naif, molto colorati, opera di un artigiano del posto. Ma ora diamo la parola a Dai Hong, preside dell'Istituto d'Arte del Politecnico di Beijing, con me nella visita, che ci spiegherà la situazione della candidatura a patrimonio immateriale: "E' in corso la candidatura a patrimonio immateriale statale di Chang Shun, capostipite dell'arte veterinaria cinese, verso cui dimostra grande attenzione il direttore del dipartimento del Patrimonio immateriale del ministero della Cultura, Ma Wenhui."

G: Il segretario del villaggio, Wei Shuanyin, ha aggiunto: "Apriremo al pubblico il tempio il prossimo 7 luglio del calendario lunare, in cui qui al villaggio abbiamo la tradizione della fiera templare, e terremo spettacoli di opera nel palco del tempio, che abbiamo restaurato".

G: Cari amici, immagino che l'apertura al pubblico del tempio sarà simpaticissima, visto l'ambiente rustico del posto! Ritornando all'avo dei veterinari cinesi, Chang Shun, su di lui negli anni ottanta è anche stato girato uno sceneggiato TV, ed il suo tempio è servito per gli esterni di parecchi film a soggetto. Il posto è rustico, quindi si presta benissimo. Il villaggio vicino è abitato da un migliaio di contadini, e contadino è anche il segretario locale, Wei Shuanyin, che ci fa da guida nella visita.

Q: Cari amici, è arrivato il momento dell'intervallo musicale, ci risentiamo fra poco!

Q: Radio Globale, Easycafè, ciao a tutti da Qian Can e…

G: … Gabriella. Cari amici, il distretto di Yangcheng, nel sud della provincia dello Shanxi, è famoso da secoli per la sua produzione di ceramica invetriata, in cinese "liuli", che un tempo serviva per decorare templi e residenze nobiliari. Infatti i tetti tradizionali cinesi recano tutti sul colmo dei mattoni in ceramica recanti figure di animali, edifici e anche personaggi, di colori vivaci, che aggiungono un tocco tipico all'insieme. Per non parlare della serie di figurine di ceramica sugli acroteri arcuati, delle punte tonde delle pagode, e delle piastrelle decorative di pagode, templi e palazzi.

Q: Ho sentito dire che le tegole e altre parti di ceramica usate nei recenti restauri della Città Proibita di Beijing provengono proprio da Yangcheng!

G: Hai ragione! Infatti nel distretto ci sono parecchie fabbriche che operano nel settore. Noi ne abbiamo visitata una, il cui responsabile ci ha detto: "Nella prima cottura, la temperatura tocca i 1200 gradi, e nella seconda i 900 gradi, come per la porcellana. Usiamo l'argilla calcarea locale, e lavoriamo su ordinazione. Abbiamo molto lavoro perché la situazione economica generale è buona, si restaurano molti templi e si costruiscono case nuove, per cui sono necessarie piastrelle di ceramica per le pareti e i pavimenti."

G: Cari amici, a Yangcheng la produzione di ceramica si interrompe d'inverno, per via della bassa temperatura che influenza il processo di lavorazione. Quindi nei reparti della fabbrica gli operai erano pochi. In un reparto ho notato due donne occupate a lisciare la cima rotonda di una pagoda, una delle quali mi ha detto: "Sto lisciando la punta di una pagoda, in cinese 'baoding', punta preziosa, fatta di argilla, che poi decorerò a incisione".

G: Cari amici, si tratta di un lavoro che richiede un'ottima manualità, e naturalmente tanta pazienza…ma i risultati sono straordinari! Nei magazzini della fabbrica abbiamo ammirato dei magnifici mattoni con figure di peonie e loti colorati, sculture di draghi e leoni di ogni tipo, piastrelle decorate, una vera festa per gli occhi.

Q: La tradizione locale della ceramica risale alla dinastia Ming, e si è tramandata nel tempo per la presenza sui monti di argilla adatta. Naturalmente occorre del personale professionale molto preparato. L'assessore alla comunicazione di Yangcheng, Yan Jianfeng, afferma: "In epoca Qing è comparsa la ceramica invetriata, mentre adesso si producono ceramiche da costruzione e per uso quotidiano. Nella zona ci sono 2-3 fabbriche ceramiche, ma questa è la più grande, con 60-70 operai specializzati, le altre ne hanno soltanto 20-30".

Q: Cari amici, dopo l'intervallo musicale, continueremo a seguire Gabriella nella sua visita a Yangcheng. A fra poco!

Q: Radio Globale, Easycafè, con Qian Can…

G: …e Gabriella. Cari amici, una visita a Yangcheng non è completa senza una capatina alla grande residenza della famiglia Pan, situata nel villaggio di Nan'anyangcun. Vi si accede da una stradina lastricata di pietra, ai due lati della quale si trova una serie di cortili residenziali e di magazzini questa famiglia di grandi mercanti riponeva le merci, soprattutto tessuti. "Ci sono 13 cortili collegati in cui questi mercanti vivevano e stoccavano le merci, soprattutto tessuti, che vendevano in tutta la Cina. Adesso naturalmente non sono più i Pan a vivere qui, ma gente comune".

G: Cari amici, i cortili della residenza della famiglia Pan sono imponenti, con edifici massicci a due piani. Il secondo piano serviva da magazzino, e le porte, finestre e balconi in legno sono ancora ben conservati. Intorno si notano parecchie macine per i cereali.

Q: Cari amici, con questa atmosfera rustica, termina il nostro programma di oggi…

G: La musica di sottofondo che state ascoltando è un'opera locale che ho registrato in un cortile del vicino villaggio di Guoyucun, dov' era in corso una cerimonia di nozze. Cari amici, ciao a tutti!


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