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Quest'anno in Cina ricorre il trentesimo anniversario dell'applicazione della politica di riforma ed apertura. E' facile vedere i cambiamenti in seguito avvenuti nella città dove viviamo, Beijing, la capitale della Cina, ma difficile realizzare come la politica sia stata attuata all'inizio. Com'era l'atmosfera allora? Che difficoltà hanno incontrato i cinesi nell'impatto con nuove impostazioni di lavoro e di vita?
Per saperne di più, abbiamo intervistato per voi la fondatrice del primo ristorante privato di Beijing, la signora Liu Guixian.
Il vicolo Cuihua Hutong si trova a Beijing, di fronte alla Galleria Nazionale d'Arte. Come un germoglio di primavera, qui al n. 43 nel 1980 è nato il primo ristorante privato della capitale cinese, "Yuebin Fanguan", la "Trattoria dell'ospite felice". Quasi trent'anni dopo, il locale è ancora lì, una lunga stanza che dà sul vicolo con una ventina di tavoli dalla tovaglia bianca e fiori sui davanzali delle finestre, che creano una piacevole atmosfera. La proprietaria ed iniziatrice è Liu Guixian, una signora di ormai 75 anni, che una decina di anni dopo a circa 200 metri di distanza ha fondato la sua seconda trattoria. Guixian significa "fata dell'osmanto", quindi il nuovo locale "Yuexian meishi" significa "Delicatezze della fata felice". Ma il cammino di questa fata felice non è stato facile.
Piccola e rotondetta, Liu Guixian ha un'aria decisamente stanca, e lo dice chiaramente: ho problemi di cuore, la pressione alta, e il diabete. Ed anche di tempo, visto che alle 11 deve iniziare la supervisione dei lavori al ristorante, quindi è meglio affrettarsi.
La signora ed il marito sono entrambi cuochi di professione: originari del distretto di Suning, nella provincia del Hebei, che circonda Beijing, nel 1950, un anno dopo la liberazione, si sono trasferiti nella capitale, dove lui ha trovato lavoro come pastaio all'Hotel Beijing, preparando spaghetti, vermicelli, focacce, ecc... Lei invece era cuoca in una famiglia di funzionari, il che le ha permesso di apprendere delle ricette piuttosto raffinate ed i trucchi del mestiere. Secondo il suo racconto, la signora ha cinque figli, quattro maschi e una femmina. Negli anni Ottanta la famiglia era così povera che con sole due coperte per la notte, i ragazzi ed il padre erano costretti a dormire vestiti, e riuscire a sbarcare il lunario era un problema. Ma ecco che un giorno Liu Guixian sente alla radio che nel nord-est del paese una coppia si era messa a vendere dei baozi (panini al vapore imbottiti di carne e verdure) per strada, cosa che la ispirò ad aprire una trattoria. Allora in Cina non esistevano attività private. La donna si consultò col marito, che le rispose: devi avere la licenza, e lo Stato non la concede, non farlo! Lei obiettò: vado a chiederla!
Detto fatto: il giorno dopo la donna andò a piedi all'Assessorato all'industria e al commercio del distretto est della città, posto all'estremità est del vicolo Ganmian Hutong, ad una notevole distanza da casa. Arrivata, fece la sua richiesta, ed il personale le chiese: avete del posto per la trattoria? La donna rispose: la aprirò a casa. Dove andrete a dormire? Sul tetto! Risata generale, seguita dall'invito a rinunciare e a chiedere dei sussidi, visto che non esisteva alcuna politica statale in merito. Nonostante occorresse un'ora e mezza a piedi per raggiungere l'ufficio, la donna ci tornò ogni giorno per un mese di seguito. All'inizio tutti la accoglievano con calore, ma dopo nessuno le dava più retta. Tuttavia un giorno un giornalista del Quotidiano della sera di Beijing seppe della cosa e la pubblicò, trovandola interessante in un'epoca in cui non esisteva il commercio privato. Anche altri giornalisti la cercarono, e cominciò a diventare una celebrità. Intanto l'ufficio comunicò la richiesta alla sede superiore, che concesse il permesso! Le venne detto: apra prima l'attività, la licenza gliela daremo dopo!
Tutta la famiglia cominciò a darsi da fare: senza denaro, cercarono qua e là delle vecchie travi di legno, vernice, ecc, con cui nel cortile di casa costruirono una cucina, lo scarico dell'acqua, ecc. Quelli dell'assessorato vennero a controllare, facendo anche da garanti e concedendo loro un sussidio di 500 yuan, con cui acquistarono un frigorifero di seconda mano "Xuehua", quattro tavoli, una decina di sgabelli, e quattro tovaglie di plastica. Quindi aprirono il locale!
Il giorno dell'apertura la donna aveva in tasca 36 yuan (3,6 euro), con cui acquistò quattro anatre, visto che al tempo erano le uniche per cui non occorreva la tessera alimentare. Il primo giorno di attività nel vicolo c'era una lunga coda, anche se piovigginava. In un attimo le anatre terminarono: la donna le preparò in vario modo, croccanti, al sesamo, ecc. vendendole ad uno yuan al pezzo. Finite le anatre, la gente non se ne andava, sperando di godere del "turno" successivo... tutti erano curiosi e ben disposti verso l'iniziativa. Vista la coda nel vicolo, i vicini pensarono che fosse successa una disgrazia! Col denaro ricavato dalla quattro anatre, a mezzogiorno la donna potè acquistarne delle altre. La sera ne aveva preparate e vendute altre sette. E così continuò per una settimana. Col denaro ricavato, iniziò ad acquistare carne, pesce, e gamberetti, che si portava a spalla da lontano, offrendo una trentina di piatti. Al tempo per acquistare qualsiasi cosa occorrevano le tessere alimentari, allora, saputo che a Gaobeidian, alla periferia di Beijing, i contadini tenevano dei mercatini, all'alba prendeva il treno o la corriera, acquistando due sacchi di materie prime. Tornata a casa a mezzogiorno, si metteva subito in cucina, preparando per la sera. Il marito lavorava ancora, ed i figli erano piccoli, e non osava utilizzare del personale esterno. La sera la famiglia dormiva sul tetto della casa ad un piano, stendendovi sopra un telone di plastica.
Ripensandoci, la donna dice: che fatica! Ero stanca da morire, ma ringraziando ero in buona salute, poi amo davvero cucinare, è una mia dote naturale... Al tempo venne intervistata da giornalisti di 77 paesi del mondo, a volte in un giorno ne arrivavano una decina. Ella non pensava ad accumulare capitali, ma solo a migliorare e a rendere più appetitosi i suoi piatti, dando prestigio al locale, cosa che effettivamente accadde: i piatti erano gustosi e a buon mercato, quindi i clienti aumentarono al punto che occorreva prenotare anche con 60 giorni di anticipo. Aveva solo quattro tavoli, che bastavano per una quindicina di clienti al giorno. Intanto arrivarono anche i diplomatici delle ambasciate straniere, con in mano le mappe per trovare il vicolo, ed erano così tanti che ad un certo punto i cinesi non riuscivano più ad entrare... Gli stranieri venivano perchè i suoi piatti sono buoni ed a buon mercato, ma soprattutto perchè sentivano qualcosa nell'aria: il PCC stava cambiando direzione? Le chiedevano: perchè ha aperto la trattoria? Non ha paura che ritorni la rivoluzione culturale e che la bollino come seguace del capitalismo? E lei rispondeva: non ho paura, seguo il PCC, e non mi capiterà nulla... Loro ridevano, dicendo: ha ragione, ha ragione...
Quando vedeva i giornalisti, le veniva voglia di piangere. Perchè? Non riusciva più a cucinare! Allora ha escogitato una cosa: li faceva mettere fuori della finestra della cucina, in cortile, e rispondeva alle loro domande mentre cucinava. E i vicini? Non avevano ancora cambiato mentalità, allora nessuno pensava al denaro, quindi la ritenevano una capitalista, contraria al PCC, e anche una spia, visto che riceveva tutti quegli stranieri! La spaventavano dicendo: un giorno o l'altro ti daranno una lezione! E lei rispondeva: non lavoro perchè ho tanti figli da mantenere? Ma la sera, quando andava a letto, aveva paura.
Per la Festa della Primavera (il capodanno lunare cinese) dell'anno successivo, la questura la mandò a chiamare, dicendo che i leader statali volevano andare in visita alla trattoria, quindi pulisse bene tutto, senza dir niente a nessuno, era un segreto! Allora la donna spazzò bene la stanza, acquistando anche due pacchi di petardi. Per il capodanno, arrivarono due vice-primi ministri: Yao Yilin e Chen Muhua. Prima erano stati alla casa da tè "Dawancha", poi al mercato di Dongdan, per arrivare infine da lei, come visita del nuovo anno. Quel giorno c'era a pranzo del personale dell'ambasciata americana, ed il menu era costituito da ravioli, tipici del capodanno cinese. Chen Muhua arrivò per prima, guardando qua e là e consigliandole di occuparsi bene dei figli, di offrire piatti semplici e di cucinare per le masse! Infatti allora i clienti stranieri erano così tanti, che non c'era più posto per i cinesi. Mentre il vicolo traboccava di gente, la donna ha fatto scoppiare i petardi, rendendo la scena ancora più animata...
Col denaro guadagnato, ha pensato di ampliare la trattoria, davvero troppo piccola, ma i vicini non erano d'accordo a lasciarle del posto. Quando uno ha acconsentito, ha dovuto dargli 10 mila yuan, corrispondenti a 100 mila attuali (10 mila euro) ed ha aperto un altro ristorante, in cui i figli la aiutavano, anche se per l'età giovanile non erano affatto responsabili. Un giorno ha mandato il più piccolo a fare la spesa, ma la sera non era ancora tornato. Poi ha scoperto che si era messo a guardare della gente che si picchiava per strada, lasciando la borsa per terra.
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