[AUDIO] Un viaggio nello Yunnan

2021-02-20 15:05:42
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F: Cari amici, bentornati al programma Viaggio in Cina condotto da Fei. Riprendiamo la nostra chiacchierata col nostro ospite di oggi. Piero, ho letto che nel tuo articolo su questo viaggio hai scritto che “la costruzione di nuove strade svolge anche un’altra funzione vitale per questa regione così remota della provincia dello Yunnan: non solo permette a chi ci vive di raggiungere più agevolmente i centri abitati più grandi, ma permette anche ai turisti di accedervi altrettanto facilmente”.

P: Esatto! Una delle principali strategie adottate localmente per combattere la povertà è infatti quella di valorizzare l'incredibile patrimonio paesaggistico di questi luoghi ancora incontaminati, rendendoli più accessibili ai turisti, costruendo nuove vie di comunicazione e aumentando la quantità e la qualità dei servizi offerti. La promozione del turismo locale si sta già traducendo in un numero sempre maggiore di posti di lavoro (creati grazie all’apertura di piccoli alberghi, bed&breakfast, agriturismi, locande, trattorie, negozi di souvenier e quant’altro), il che a sua volta favorisce un graduale innalzamento del reddito medio della popolazione autoctona.

F: Nel tuo viaggio hai imparato qualche frase nella lingua del posto?

P: A dire il vero non molte, ricordo solo“Nā ne gen, Gē jia Pielo qing”.

F: “Nā ne gen, Gē jia Pielo qing”. Che vuol dire?

P: Nella lingua della minoranza Nu significa: "Ciao, mi chiamo Piero". Questa è una semplice frase che ho appreso durante il mio soggiorno a Bingzhonglu, una cittadina situata nella Valle del Fiume Nujiang, ai piedi dell'altipiano tibetano, in una prefettura autonoma della parte nord-occidentale della provincia dello Yunnan abitata da numerose minoranze etniche come tibetani, Lisu, Derung e, appunto, i Nu.

F: Interessante! E hai mangiato qualcosa di buono?

P: Si, certo! La "shiban baba". Ho avuto modo di assaggiare e di apprendere come si prepara questo piatto tipico locale, una sorta di focaccia di grano saraceno cotta su pietra, quando ho visitato la locanda di A Bai nel villaggio di Qiunatong.

A Bai, che è una delle numerose persone del posto che hanno visto cambiare radicalmente la propria vita grazie allo sviluppo del settore del turismo, mi ha spiegato che la ricetta della “shiban baba” è molto antica; c’è chi dice che sia tramandata sin dall’età della pietra. La gente del posto è solita mangiarla a colazione insieme alla carne di maiale affumicata o farcita con vari tipi di piante e radici raccolte nei boschi delle vicine montagne. Insieme ad A Bai sono anche salito su una di queste montagne, dove mi ha mostrato come i locali vanno in cerca di tartufi.

[AUDIO] Un viaggio nello Yunnan

F: Hai scavato tu stesso o sei solamente andato con A Bai a cercarli?

P: No, non ho scavato io. Più che altro A Bai mi ha fatto vedere come la gente del posto li trova e li raccoglie. Ad esempio, mi ha spiegato che dalle sue parti non usano animali da tartufo, ed è rimasto stupito quando gli ho raccontato che in Italia usiamo i cani per trovarli. I Nu conoscono molto bene le proprie montagne e riescono a trovare i tartufi semplicemente osservando le caratteristiche del terreno: individuano il luogo dove scavare, basandosi sul livello di compattezza della terra. I punti migliori dove cercare, mi ha spiegato A Bai, sono quelli dove la terra appare più morbida.

Va detto che la raccolta di funghi, tartufi e altri prodotti del bosco è sempre stata una delle principali fonti di reddito dei contadini locali, dato che nella Valle del Fiume Nujiang la terra coltivabile è piuttosto scarsa. Ciò in parte spiega perché siano particolarmente bravi nel trovare i tartufi anche senza l’aiuto di animali.


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