1. Potrebbe innanzitutto presentarsi ai nostri amici ascoltatori?
Mi Chiamo Antongiulio Galeandro, ho 45 anni, sono nato ad Ostuni in Puglia dove vivo.
Nella vita faccio il musicista, il mio principale strumento musicale è la fisarmonica. Sono autore di musiche per il cinema, per documentari, per il teatro e la danza contemporanea; mi occupo di musica tradizionale ma non solo di quella della mia Regione: nutro un vivo interesse per le tradizioni musicali popolari in genere.
2. Lei è un grande appassionato della Radio. Ci può illustrare la sua storia di radioascolto?
Ho scoperto l'esistenza dei servizi radiofonici internazionali nel 1981 all'età di 14 anni, quando esplorando per gioco con un amico la banda delle onde corte con un piccolo radioregistratore, la nostra attenzione cadde su un misterioso programma in lingua italiana; durante l'ascolto la voce del conduttore rivelò: "qui Radio Pechino" e potete immaginare la nostra emozione ma anche il nostro stupore. Così è iniziata la mia esperienza e passione del radioascolto. Conservo ancora le qsl, i calendari, le riviste e tutta la corrispondenza con Radio Pechino, insieme a quella di altre emittenti, tutto materiale raccolto specialmente negli anni ottanta. Sono molto contento e onorato di poterlo raccontare adesso, a distanza di così tanto tempo, proprio attraverso i programmi di Radio Cina Internazionale.
3. Sappiamo che è stato invitato al Festival della Cultura e del Turismo tenutosi a Guangzhou all'inizio di novembre. Com' è stato il festival? Ha avuto delle belle esperienze?
In seguito ad un protocollo d'intesa stipulato tra la Provincia di Guangdong e la Regione Puglia, una delegazione istituzionale ed una artistica pugliese hanno accolto l'invito a partecipare al GITCF (Guangdong International Tourism and Culture Festival ) del 2011 a Guangzhou il 6 e il 7 novembre. C'è anche un gemellaggio tra le città di Gangzhou e Bari (capoluogo della Puglia).
In rappresentanza della cultura pugliese al festival è stata invitata Enza Pagliara, cantante con cui svolgo da anni progetti di musica tradizionale del Salento, area geografica nel sud della Puglia. Enza Pagliara costituisce un punto di riferimento nel Mondo per quel che riguarda la musica tradizionale della nostra Regione.
Il festival si è svolto in due serate. La prima si è tenuta nel bellissimo edificio intitolato a Sun Yat-Sen, in questa sala che appare immensa a colpo d'occhio per la particolare architettura: la base è ottagonale, l'edificio è privo all'interno di pilastri ed ha una capienza di circa 3000 posti a sedere. La seconda serata si è tenuta nella Sala da Concerto del conservatorio musicale Xing Hai sita all'interno della città universitaria di Guangzhou, una moderna sala dall'architettura concepita espressamente per la musica. Il festival ha costituito anche l'occasione di incontrare e condividere bei momenti con vari gruppi musicali e di danza tradizionale di diversi Paesi del Mondo.
4. Come suonatore di fisarmonica, si esibisce spesso mondo? Qual è la reazione del pubblico straniero? Secondo lei, la musica aiuta la comunicazione tra le nazioni?
Le attività di autore ed interprete di musica per la danza e di interprete della musica tradizionale della mia Regione sono quelle che principalmente mi consentono di girare il mondo.
La musica aiuta sempre la comunicazione specialmente per superare le distanze imposte dalle differenze linguistiche.
Esibirsi su un palco di un paese lontano vuol dire dover comunicare, senza far uso della lingua, con gente dalle abitudini e dai modi diversi dai propri : la musica tradizionale, e in generale tutta la musica di stampo improvvisativo, offre la possibilità di esprimere, oltre alla propria cultura musicale, il proprio stato d'animo legato all'umore che molto dipende da come si trascorrono le ore precedenti l'esibizione.
E' fondamentale nutrire i sensi di colori, sapori, odori, così come è stimolante avere la percezione di godere della sincera e spontanea gentilezza e cordialità delle persone che si incontrano e così è stato per noi in Cina.
Talvolta assistere a vicende anche piccole della quotidianità di un luogo e poterle condividere è d'aiuto per tirare fuori dal proprio animo determinate attitudini umane, quelle che si possono condividere con tutti a prescindere dalle sovrastrutture culturali proprio perché primitive, intime e profonde, e la musica aiuta ad esplorare questo "intimo condiviso".
La reazione del pubblico nelle due serate di Guangzhou è stata così calda da farmi capire che avevamo trasmesso tutto il benessere ricevuto dal momento in cui siamo arrivati in Cina: gli applausi non sono sempre uguali, e quelli di Guangzhou sono stati davvero emozionanti.
La musica ha un potere immenso anche sulla base degli equilibri politici: mi viene in mente la suggestiva scelta del regista John Woo in una scena nel film "la battaglia dei tre Regni" (赤壁) in cui, se non ricordo male, Zhuge Liang (诸葛亮) e Zhou Yu (周瑜 ) capiscono la lealtà reciproca stabilendo tra loro l'alleanza quando suonano insieme improvvisando sul Gu Qin, questo meraviglioso strumento a corde tradizionale cinese.
5. E' la prima volta che viene in Cina? Come sono le sue impressioni generali sul paese? Le è piaciuta Guangzhou? Cosa ci dice della cucina cantonese?
Si, questo è stato il mio primo viaggio in Cina. In questo breve soggiorno siamo stati accompagnati da Ma Lin (马琳), una bravissima e simpaticissima guida che parlava italiano con grande padronanza la quale, oltre a guidarci negli spostamenti strettamente legati agli impegni ufficiali, nel nostro poco tempo libero a disposizione ci ha fatto vedere luoghi e descritto aspetti interessanti della città.
E' stato interessante il passaggio da un mercato in cui si vendevano erbe, fiori, bacche, animali secchi e vivi di vari tipi, tutti articoli che costituiscono la base della medicina cinese, che se tramandata da tempi remoti e condivisa attualmente da miliardi di persone è evidentemente fondamentale per la sanità su scala globale, medicina che si fonda sulla prevenzione e sulla coscienza di ogni individuo del proprio stato di salute e del proprio corpo. Questa istantanea immagine di scorcio di vita cinese, insieme alle altre catturate velocemente nel breve tempo del nostro soggiorno a Guangzhou, mi ha fatto percepire l'esistenza di una grande forza e consapevolezza di un Popolo le cui basi poggiano sulla forza e consapevolezza individuale..
..ma la Cina è un Paese immenso, talmente esteso e popoloso, dalla tale varietà climatica, etnica, linguistica, gastronomica,religiosa e paesaggistica su cui è difficile farsi una chiara idea avendo trascorso solo due giorni in una sola città.
Tante cose, però, hanno sicuramente suscitato il mio interesse e stimolato il mio desiderio di tornare. Per esempio sono rimasto molto incuriosito ed affascinato dalla lingua e della scrittura cinese, al punto che mi sto dedicando un poco all'approfondimento dell'argomento, anche seguendo i Vostri corsi di lingua quando possibile, ma anche consultando libri sui caratteri cinesi, sulla grammatica e sulla cultura cinese.
A mio avviso in Cina abbiamo mangiato benissimo. Sicuramente per mangiare siamo stati guidati in luoghi dalla cucina eccellente, e questo ci ha favorito nell'apprezzare al meglio i piatti. Da parte mia ho trovato molto stimolante percepire la netta differenza tra i sapori della nostra cucina mediterranea e quelli della cucina cantonese che unisce la fragranza tipicamente tropicale della frutta e della verdura ai sapori del mare, la cottura a vapore e la pasta di farina di riso. Abbiamo sicuramente avuto l'occasione di gustare piatti non solo di cucina cantonese, mi viene in mente un gustosissimo uovo cotto nella calce e cenere.
6. Se in futuro avesse l'occasione di tornare in Cina, quali sono le città e i luoghi che vorrebbe visitare?
Se un giorno avessi l'occasione di tornare a Guangzhou, mi piacerebbe visitare il resto della Provincia del Guangdong, ma anche andare nel Guangxi, a Guilin, per esempio.
D'altra parte non credo si possa dire di aver visitato la Cina e di potersi fare un'idea di cosa sia la Cina senza esser stati anche a Pechino.
Se invece posso sognare in grande, sarebbe bello arrivare fino a Pechino via terra attraversando l'Asia Centrale e l'intera Cina da ovest ad est, dove le tappe del viaggio e i tempi di permanenza in certi luoghi sarebbero definiti sostanzialmente dagli eventi e dagli incontri legati alla musica, naturalmente passando anche da città e posti noti specialmente per altri importanti aspetti storici, architettonici o paesaggistici.
Viaggiare in questo modo evidenzia non solo le forti differenze tra i popoli ed i loro caratteri peculiari ma anche che lingue, alfabeti, cibi, costumi, strumenti e linguaggi musicali sfumano uno nell'altro tante volte ignorando i confini amministrativi o geografici come risultato di informazioni trasmesse nel corso della storia da gente dedita a viaggiare per vocazione allo scambio di conoscenza.
Nella mia idea di viaggio vivere delle esperienze è importante quanto ammirare dei posti quindi il paesaggio naturale e il paesaggio umano del passato, cioè quello che si manifesta mediante monumenti manufatti e tradizioni, hanno la stessa rilevanza del paesaggio umano attuale:
ritengo che viaggiare in Cina possa soddisfare abbondantemente la curiosità o necessità di chiunque e sicuramente fornirebbe continuamente occasioni di grande stupore e incanto.