Il dizionario delle buone occasioni
  2014-10-04 20:11:23  cri
La cooperazione economica tra Cina ed Italia affronta una fase inedita. Ecco le analisi, le aspettative e gli investimenti futuri visti da Beijing

Grazie ad una fruttuosa cooperazione commerciale, tecnologica e negli investimenti l'Italia è da tempo tra i principali partner economici europei della Cina. A seguito della crisi finanziaria internazionale molti Paesi della Ue, ivi compresa un'Italia indebolita dalla crisi del debito sovrano nell'Eurozona, giudicano le relazioni con la Cina un'importante risorsa per la ripresa economica.

Il nuovo quadro della cooperazione economico-commerciale tra la Cina e l'Italia

Con il graduale miglioramento dell'economia italiana la base della cooperazione bilaterale si fa più solida

La crisi finanziaria internazionale e quella europea del debito sovrano hanno gravemente colpito l'economia italiana e influito negativamente sulla cooperazione fra Cina e Italia - che è la terza più grande economia della Ue. Nel 2012 e nel 2013 l'Eurozona ha vissuto due anni consecutivi di recessione e la congiuntura dell'Italia si è rivelata ancora più grave, con un calo rispettivamente del 2,4% e dell'1,9% rispetto al 2011, cioè una contrazione di gran lunga maggiore a quella dell'Eurozona. Dalla seconda metà del 2013, con il miglioramento del quadro economico esterno e soprattutto con l'uscita dalla recessione dell'Eurozona, l'economia dell'Italia è migliorata: la produzione industriale si è gradualmente stabilizzata e l'export ha visto una forte crescita che ha trainato gli investimenti negli impianti e ha energicamente sostenuto la ripresa del Paese nel quarto trimestre del 2013. Secondo Eurostat nei primi 4 mesi del 2014 il surplus del commercio estero dell'Italia ha raggiunto i 10,6 miliardi di euro, con una crescita del 141,9% rispetto allo stesso periodo del 2013, la più alta dell'Ue. Nel febbraio scorso si è insediato il governo di Matteo Renzi, che ha avanzato una serie di misure per la riduzione degli oneri fiscali e le riforme del mercato del lavoro. I consumi delle famiglie aumentano e si prevede che possano stimolare una crescita economica dello 0,4%, trainando un'ulteriore ripresa e riattivando rapidamente anche la cooperazione con la Cina.

Il commercio sino-italiano: dal declino alla risalita

L'Italia è il quinto partner commerciale della Cina nell'Ue, il quarto mercato dell'export e la quinta fonte di import. Dal canto suo la Cina è il primo partner commerciale dell'Italia in Asia, e la terza fonte di import. Secondo i dati della Dogana Cinese il commercio sino-italiano ha raggiunto nel 2010 quota 45,13 miliardi di dollari, realizzando l'obiettivo previsto di un interscambio commerciale da 40 miliardi di dollari; nel 2011 ha raggiunto i 51,28 miliardi di dollari, registrando un nuovo record storico. Dopo il crollo del 2012 si è ripreso rapidamente, nel 2013 ha visto una crescita del 3,9% e nella prima metà del 2014 del 10,1%.

Relativamente ai prodotti, nell'export della Cina verso l'Italia gli elettromeccanici figurano al primo posto. L'Italia è poi rispettivamente il settimo e il sesto mercato mondiale della Cina per abbigliamento/accessori e pelletteria, la maggiore fonte dell'import cinese di pelletteria, borse da viaggio e abbigliamento-accessori, la seconda fonte di pelli grezze e lavorate, la quarta di medicinali, la sesta di prodotti siderurgici e l'ottava di strumenti meccanici e di componenti.

Gli investimenti delle imprese cinesi in Italia sono la novità

Secondo il ministero del Commercio cinese alla fine del 2013 gli investimenti diretti non finanziari delle imprese cinesi in Italia hanno raggiunto quota 650 milioni di dollari, facendo dell'Italia il settimo Paese destinatario degli investimenti cinesi nell'Ue. Attualmente più di 150 aziende a capitale cinese operano in Italia: grandi imprese statali come Shandon, Zhonggong, imprese non statali rappresentative come Huawei, Haier e Zoomlion, e Pmi di turismo, chimica industriale e tessile. Per altro verso, alla fine del 2013 l'Italia - quinto Paese dell'Ue investitore in Cina - contava 5023 progetti di investimenti diretti in Cina, con capitali effettivamente versati pari a 6,045 miliardi di dollari.

Da quest'anno, però, gli investimenti delle imprese cinesi in Italia attirano l'attenzione generale. La People's Bank of China detiene più del 2% delle azioni di ENI ed ENEL, la Shanghai Electric ha acquisito il 40% delle azioni di Ansaldo e la Marisfrolg di Shenzhen ha acquistato il marchio italiano Krizia. Nel luglio scorso la China State Grid ha investito 2,1 miliardi di euro per acquistare il 35% delle azioni di CDP Reti, il più grande progetto di investimento cinese in Italia, ennesimo exploit della cooperazione sino-europea nelle infrastrutture energetiche, dopo l'acquisizione nel 2012 della State Grid del Portogallo da parte della stessa compagnia.

Le forti potenzialità della cooperazione

La Cina sta applicando il 12° Piano quinquennale, l'upgrade nella trasformazione del modello economico sta accelerando, le imprese aspirano fortemente al "go out" e gli investimenti nei paesi europei che sono tradizionalmente partner, come l'Italia, aumentano rapidamente. E l'Italia peraltro, grazie alle sue peculiari PMI, alle banche con solide basi e ad un'industria manifatturiera avanzata, vanta un'economia contrassegnata da eccellenze. Considerando perciò la situazione attuale e le prospettive la cooperazione tra la Cina e l'Italia possiede una forte dose di complementarità e notevoli potenzialità.

Gli evidenti vantaggi delle PMI

Fashion, pelletteria, tessile, arredamento e design industriale sono i settori in cui le Pmi italiane sono particolarmente all'avanguardia e il marchio di moltissime botteghe secolari ha un alto valore. Negli ultimi anni le PMI italiane sono state sottoposte a forti pressioni per la crisi finanziaria e del debito europeo ed ora desiderano ampliare la cooperazione con la Cina e le altre economie emergenti. Dopo trent' anni di riforma e apertura le Pmi cinesi dispongono di capitali, tecnologia e capacità di produzione e si trovano ora in un processo di miglioramento qualitativo e di rafforzamento della fama dei propri marchi e prodotti. Esse intendono perciò rinvigorire la cooperazione con l'Italia per le produzioni di fascia alta nella manifattura, nel tessile, nell'abbigliamento e per gli utensili da cucina, concentrandosi in futuro su marchi, tecnologia, ricerca e sviluppo congiunti.

La finanza ha grandi potenzialità

Nel 2013 il Fmi ha effettuato una valutazione del sistema bancario italiano esprimendo un positivo giudizio sulla situazione dei capitali e sul raggiungimento degli obiettivi di Basilea III. Quanto alla Cina le operazioni estere dei suoi enti finanziari si sviluppano rapidamente. La Bank of China e l'Industrial and Commercial Bank of China hanno entrambe aperto delle succursali a Milano; la China Development Bank coopera a vario titolo con soggetti finanziari italiani e ha stabilito relazioni con fondi pubblici e privati come il Fondo Mandarin e la Fondazione Italia-Cina. In futuro la cooperazione finanziaria sino-italiana potrà da un lato valorizzare il ruolo-ponte di Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China e delle altre banche commerciali cinesi negli scambi commerciali bilaterali e dall'altro sfruttare la superiorità di banche "politiche" come la China Development Bank per offrire capitali ai grandi progetti italiani di infrastrutture, telecomunicazioni e cantieristica navale.

La sinergia nelle rinnovabili

L'Italia è ricca di energie rinnovabili, con una capacità installata di energia eolica e solare all'avanguardia nel mondo. Secondo il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili nel 2020 la capacità annuale di energia eolica installata raggiungerà i 660mw e l'energia fotovoltaica 1000mw, con enormi potenzialità di sviluppo. Dal canto suo la Cina è molto competitiva nell'elettricità di origine eolica - dove esiste già un sistema nazionale - e di origine solare: le imprese cinesi di polisilicio padroneggiano ormai completamente la tecnologia chiave delle celle al silicio cristallino. Ci sarà solo un mutuo vantaggio se le imprese di energie rinnovabili cinesi e italiane valorizzeranno insieme le proprie superiorità. Con il commercio di generatori eolici e fotovoltaici le parti possono rafforzare la cooperazione nella costruzione di stazioni eoliche e fotovoltaiche con joint venture, acquisizione di azioni, design, costruzione e contratti Epc. Sulla base dei progetti esse possono sviluppare ulteriormente la cooperazione nella ricerca e lo sviluppo di tecnologie nelle rinnovabili, unendo le forze per creare tecnologia avanzata.

Le infrastrutture e le loro opportunità

La rete di infrastrutture italiane è completa ed avanzata tecnologicamente, ma gli impianti sono obsoleti e necessitano di ristrutturazione su larga scala. Data la scarsità di finanziamenti pubblici il governo italiano incoraggia gli investimenti privati nelle infrastrutture e le possibilità di cooperazione tra Cina e Italia sono quindi molto ampie, soprattutto per telecomunicazioni e strade. Fornitori di impianti quali Huawei e Zhongxing hanno già stretti rapporti con le principali compagnie italiane di telecomunicazioni e il piano italiano di costruzione di infrastrutture della rete mobile per i prossimi cinque anni offre nuove opportunità. Il primo Ponte di Archimede del mondo, costruito nel 2007 a Qiandaohu, nella provincia del Zhejiang, è un modello di cooperazione sino-italiana nella tecnologia stradale. In futuro potrà rafforzarsi ulteriormente la cooperazione tecnologica per la costruzione di strade e ponti, la tutela ambientale, i servizi personalizzati agli utenti e infine la ricerca e lo sviluppo avanzati. Le imprese cinesi possono anche partecipare tramite Epc e Bot alla costruzione di strade a pedaggio laddove l'Italia necessiti di capitali.

Più collaborazione nel trasporto marittimo e nella cantieristica navale

Con le sue molte isole, i porti ed una linea costiera di 8 mila km, l'Italia presenta le condizioni naturali per lo sviluppo del trasporto marittimo e della cantieristica navale e certamente spicca in Europa per questa peculiare tradizione. Negli ultimi anni l'industria cantieristica cinese ha registrato un'ascesa verticale e così il suo livello tecnico. La cooperazione sino-italiana nel trasporto marittimo è iniziata presto. Negli anni novanta del secolo scorso Cosco - China Ocean Shipping Group e China Shipping Group Company hanno stabilito delle succursali in Italia. Le imprese cinesi potrebbero formare in futuro joint venture nel trasporto marittimo e partecipare alla costruzione di porti e terminali in Italia. Circa la cantieristica navale, la cooperazione continua. All'inizio del 2012 il Gruppo Weichai dello Shandong ha completato l'acquisizione del produttore italiano di yacht Ferretti e nell'aprile del 2013 è nato a Sanya il primo progetto di cooperazione bilaterale nel settore, Super Yacht, attirando grande attenzione.

Cina ed Italia potranno stimolare le proprie imprese navali e gli organismi scientifici a rafforzare ulteriormente gli scambi ed ampliare gli spazi di collaborazione.

(L'autore, Yao Ling, è vice direttore del Dipartimento di ricerche sull'Europa dell'Istituto di ricerche sulla cooperazione economico-commerciale internazionale del Ministero del Commercio cinese)

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