Le nostre riforme, le nostre convergenze
  2014-09-30 16:57:10  cri

La visita in Italia del Primo Ministro della Repubblica Popolare Cinese, Li Keqiang, in occasione del vertice ASEM rappresenta un'opportunità preziosa per rafforzare il legame fra i due Paesi, che proprio di recente ha ricevuto nuovo impulso dal viaggio in Estremo Oriente del Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi.

Rappresenta poi una felice coincidenza il fatto che questa intensificazione delle relazioni italo-cinesi coincida con il decennale del partenariato strategico istituito nel 2004 che offre oggi la cornice strutturata entro la quale si sviluppa il dialogo anche sui temi globali e regionali.

Ma ciò che vorrei sottolineare - perché consente a ciascuno dei due Paesi di comprendere meglio le peculiarità della situazione dell'altro - è la circostanza, davvero favorevole, che in questo momento storico sia la dirigenza cinese che quella italiana siano impegnate in un intenso sforzo di riforma e di rinnovamento interni.

La Cina lavora con grande lena al conseguimento degli obiettivi definiti dal programma di riforme approvato dal terzo plenum del Comitato centrale del Partito comunista del novembre 2013. L'Italia, con la formazione del Governo Renzi, nel febbraio 2014, ha intrapreso un percorso ambizioso di trasformazione degli organi e delle procedure di rango costituzionale, di rinnovamento del ceto politico e di discontinuità in alcune grandi scelte di politica economica e istituzionale.

Questa circostanza può contribuire a rendere molto più agevole ed efficace il dialogo poiché – sia pure nella diversità non piccole fra i due Paesi - alcuni degli obiettivi perseguiti sono convergenti o comuni, soprattutto per quanto attiene alla conquista di livelli più elevati di competitività dei rispettivi sistemi economici.

Il contesto nel quale il Governo italiano ha assunto questo impegno con i propri cittadini è – oggi più che mai – l'Europa. Il pungolo europeo al contenimento della spesa pubblica e alla stabilità dei prezzi sta aiutando l'Italia a rivedere molte delle politiche pubbliche perseguite nel passato. Tuttavia solo l'affermazione di un nuovo orientamento europeo di maggiore sensibilità al tema della crescita potrà rilanciare l'economia del continente, che oggi è in affanno, e quindi anche l'economia italiana.

Come Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il mio impegno quotidiano è dedicato in primo luogo al superamento di quelle vischiosità e resistenze presenti in Italia che ancora ostacolano sia la realizzazione, sia l'ammodernamento costante delle opere infrastrutturali. Ma, anche cogliendo l'opportunità del semestre di presidenza dell'UE, il Governo italiano intende anche sottolineare con forza il ruolo propulsivo che può giocare oggi un'accelerazione del processo di realizzazione del sistema di connessione delle reti europee TEN. Siamo sicuri che un maggiore impegno diretto dell'Unione su questo obiettivo strategico, ovvero un ben mirato allentamento dei vincoli di bilancio a cui sono tenuti gli Stati membri, si tradurrebbe rapidamente in un volano di produttività dell'intero sistema produttivo del continente.

L'Europa ha l'esigenza di recuperare competitività nell'economia globale per tornare rapidamente ad essere quella grande area di innovazione e di stimolo ai processi di modernizzazione che ha saputo essere nelle fasi più felici della propria storia.

Rispetto ad altre epoche storiche, siamo oggi aiutati dalla certezza di trovare nella Cina non un lontano spettatore, ma un partner quanto mai concreto e vicino, legato all'Europa e ai singoli Paesi europei da relazioni economiche, politiche e culturali ricchissime ed articolate, interessato direttamente allo sviluppo di opportunità nuove e quindi alla crescita di competitività e di attrattività dei nostri sistemi economici e dei nostri territori.

Cogliere questa occasione fa parte integrante della nostra missione.

(L'autore è Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo italiano)

di Maurizio Lupi

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