L'incontro con un menestrello che cantava accompagnandosi con la mandola a sei corde e un pranzo a base di carne di yak, focacce calde e tè al burro di yak in una casa da tè tibetana lungo la statale n.318, ecco due bei momenti del lungo viaggio di ritorno di oggi da Bayizhen a Lhasa, di circa 400 km. Il tragitto, a parte la straordinaria bellezza del paesaggio, è interessante sotto molti aspetti, legati allo sviluppo a 360 gradi del turismo nella zona: innanzitutto vige il limite di velocità dei 50 km orari per le tutte le numerosissime jeep, auto e pullman che percorrono la statale, così da non disturbare la vita dei contadini e dei pastori che abitano nelle vicinanze e non spaventare gli animali che pascolano nei prati e attraversano a piacere la strada. Ad intervalli regolari si trovano dei punti di controllo della velocità, con delle contravvenzioni per chi supera i limiti. Un altro aspetto importante sono i WC a pagamento, mentre sono in fase di completamento delle aree di servizio per i turisti; nei centri abitati non mancano ristoranti, trattorie e alberghi per ogni tasca.
Per chi ama l'architettura tradizionale tibetana, lungo la strada sono stati restaurati molti vecchi ponti sospesi che attraversano il fiume Niyang e portano ai villaggi di fronte: sono ponti di tavole di legno decorati da file di bandierine di preghiera colorate, di grande bellezza. Alcuni, in pietra e ricoperti da un tetto, sono imponenti. Sono anche stati restaurati degli antichi castelli e torri di avvistamento, che rendono il percorso molto vario. Anche le vallate minori sono state aperte al pubblico, per cui si può riposare nei villaggi e ammirare gli stupendi paesaggi di boschi, laghi e monti, oltre a fare del trekking sui sentieri di montagna.
Un altro aspetto interessante del percorso sono i molti villaggi circostanti: case nuove a due piani, di stile tibetano, con sui tetti gli impianti per il riscaldamento dell'acqua, sul terrazzo le antelle paraboliche per la TV, dono del governo centrale, e davanti aiuole fiorite (margherite, dalie, gerani); fra le case ci sono delle piazzette con gli attrezzi per la ginnastica, mentre i lampioni stradali sono a pannelli fotovoltaici. Accanto a questi aspetti moderni, non manca la tradizione: all'ingresso dei villaggi si ergono bianchi stupa di varia dimensione, intorno a cui i locali fanno le loro deambulazioni rituali; i contadini camminano per strada con gerle di vimini in spalla colme di erba e di fieno, e mietono il grano nei campi con la trebbiatrice, i pastori portano al pascolo greggi di pecore, i cavalli pascolano liberi nei prati, e i bambini fanno il bagno nudi nei torrenti... squarci di vita agreste che incantano il visitatore venuto da lontano.