Martedi 2 agosto, Lhasa
  2011-08-04 17:24:36  cri

Lhasa d'estate ha un clima speciale, piove la sera e la notte, quindi la mattina ci si sveglia decisamente al fresco. E così è stato anche oggi, con pioggerella fino all'alba e un temporale con grandinata la sera, che ha oscurato i monti circostanti.

Terminata la pioggia mattutina, inizia il pellegrinaggio rituale dei fedeli tibetani intorno alla città (lingkor), al Potala e al Jokhang: donne anziane coi loro lunghi costumi marrone e uomini con la toga allacciata in vita, che fanno girare i mulini delle preghiere mormorando la formula rituale "Om Mani Padme Hum". Dai forni bianchi sui tetti a terrazza si alza il fumo bianco delle essenze profumate bruciate in occasione delle preghiere del mattino, mentre sventolano le bandierine di preghiera affisse a dei lunghi rami agli angoli delle terrazze. Così iniziano le giornate a Lhasa. Chi deve andare al lavoro e non ha la macchina, prende l'autobus: Lhasa dispone di un buon servizio anche per la periferia, di cui usufruiscono le donne anziane per andare a far visita a certi templi lontani. Oltre a favorire l'economia e il turismo, una cosa interessante dello sviluppo della rete stradale a Lhasa e in Tibet è che favorisce anche le visite dei fedeli a monasteri lontani, prima irraggiungibili. Stamattina ho visto il pulman di linea Lhasa-Ali (Ngari), che raggiunge l'ovest del Tibet, la zona del monte Kailash, del lago Manasarovar e delle rovine di Guge, mete ambite sia dai pellegrini tibetani che da quelli induisti. Anni fa questo era un viaggio mitico, da fare in una settimana con mezzi di fortuna, tipo pulman carichi di generi alimentari destinati a queste zone remote. Ora bastano 2-3 giorni. Ho sentito dire che la strada sterrata da Shigatse ad Ali verrà presto asfaltata, quindi allora occorrerà ancora meno tempo. Il progresso dei trasporti stradali e ferroviari in Tibet è impressionante: basta ricordare la linea ferroviaria che porta a Lhasa, inaugurata nel luglio 2007, e che sarà prolungata fino a Shigatse, e i progetti delle linee ferroviarie che dal Sichuan raggiungeranno Lingzhi (Nyngchi) e Chamdo. Gli spettacoli straordinari dei monti circostanti le renderanno sicuramente fra le ferrovie più belle del mondo. Una curiosità: in questo periodo di turismo estivo, tutti i biglietti ferroviari per Lhasa sono stati accaparrati con mesi di anticipo dalle compagnie di viaggio per i loro gruppi, quindi sono inaccessibili, per cui il pubblico si rivolge in massa alle linee aeree, con una decina di voli al giorno da diverse città della Cina.

Grazie a questa folla che arriva ogni giorno a Lhasa, le code per entrare al Potala sono lunghe centinaia di metri. L'abbiamo visto nel pomeriggio, quando ci siamo arrampicati sulla lunga gradinata che porta al palazzo. Nel periodo estivo, i visitatori sono anche 4-5000 al giorno, per questo il governo del Tibet sta cercando di promuovere il turismo tutto l'anno, non solo d'estate, per eliminare le code e permettere agli ospiti di godere del piacevole autunno-inverno di Lhasa: non ci crederete, ma d'inverno di giorno qui basta un maglione, per via del forte sole dell'Himalaya!

La visita al Potala è sempre entusiasmante: sale colorate piene di altari, stupa e statue dorati, raggiungibili da scalette di legno ripidissime, e terrazze ai piani alti da cui si gode il panorama mozzafiato della città.

La sera, per scacciare la fatica dell'arrampicata, cosa c'è di meglio di una buona scodella di spaghetti in brodo tibetani? Si chiamano "tuba" e sono accompagnati da bocconcini di carne di yak, deliziosi. Per questo piacere, come non ringraziare i nostri amici tibetani con un sonoro "tuojieqi" (grazie in tibetano)? E a voi che ci seguite, "kalederuosé" (arrivederci)!

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