Quali sono i colori del Tibet? Azzurro, bianco e verde: l'azzurro intenso del cielo, il bianco immacolato delle nuvole e dei ghiacciai, e il verde smeraldo dei campi d' orzo non ancora maturo e dei laghi.
La splendida vista dei monti innevati, dei ghiacciai e dei laghi di smeraldo lungo gli ultimi 1300 km di volo è il benvenuto che il Tibet dà ai visitatori venuti da lontano, da ben 3000 km, quelli che separano Beijing dal tetto del mondo. Dall'aereo, in un'ampia vallata accanto a un fiume, come in un sogno, in mezzo al verde spicca il complesso circolare (mandala) del tempio di Samye, il primo tempio costruito in Tibet, con i suoi tetti dorati. Vent'anni fa l'ho raggiunto insieme a dei pellegrini tibetani su un camion che arrancava su una stradina sterrata, ma ora ho notato una bella strada che partiva dal villaggio circostante, quindi arrivare sarà più facile. Anche raggiungere Lhasa dall'aereoporto è stato semplice: è bastata mezz'ora sulla nuova autostrada inaugurata solo nel luglio scorso, per il 60° anniversario della liberazione pacifica del Tibet. Prima per i 100 km che separano l'aereoporto Gongar dalla città occorreva un'ora. Intorno distese di campi verdi di orzo, case nuove in stile tibetano, e nei pressi di Lhasa, ponti e moderni quartieri residenziali, simbolo della modernizzazione in atto. Tuttavia, proprio dietro un ponte bianco di ferro, ecco spuntare in lontananza, come un miracolo, il Potala con i suoi tetti dorati e le sue mura bianche e rosse, la meta di migliaia di pellegrini tibetani e di visitatori cinesi e stranieri, e il simbolo della città. Lhasa si presenta moderna e pulita, con ampie strade alberate, edifici moderni, autobus, taxi, e tanti turisti, al punto che è difficile trovare posto in albergo. Che differenza rispetto ad anni fa! Di fronte al Potala, lungo una strada laterale un tempo zeppa di negozi, ho cercato invano la "mia" bottega di fotografo, dove anni fa facevo sviluppare le foto: è sparita, ora al posto si trova il muro rosso che costeggia la grande piazza antistante il Potala...
Le strade del centro sono affollate di turisti dell'entroterra cinese e di tibetani, che spiccano per la pelle abbronzata, il fisico robusto e il visto dagli zigomi alti. Le donne di Lhasa, con i loro lunghi abiti marrone, aspettano l'aubobus alla fermata riparandosi il capo con un cappello o con un ombrellino: il sole è molto forte a 3700 metri di altezza, inoltre al sole si alternano spesso pioggia e vento, come avviene nelle zone montane. Alle 21 si fa buio, con più di 2 ore di ritardo rispetto a Beijing, mentre il sole sorge alle 8.
Sull'altopiano più alto del mondo il clima cambia velocemente, proprio come sta cambiando quest'antica terra, a ritmi vertiginosi, i ritmi del XXI° secolo, quelli del paese emergente più grande del mondo, la Cina.