Giovedi 4 agosto, Bayizhen
  2011-08-04 22:18:31  cri

Dopo la forte pioggia notturna, all'alba i boschi odorano ancora di più delle resine di pino, e il lago Basongcuo emerge lentamente dalle nubi bianche e dalla nebbia, rivelando le sue limpide acque verdi, mentre intorno trillano gli uccelli. Siamo nel distretto di Linzhi (Nyinchi), circa 400 km ad est di Lhasa, famoso per i suoi paesaggi montani di boschi, laghi e cascate. Naturalmente, come in tutto il resto del Tibet, neppure qui manca l'aspetto religioso, visto che in un'isoletta del lago Basongcuo si erge un tempio millenario dedicato a Lianhuasheng (Padmasambhava), il maestro indiano che portò il Buddismo in Tibet, da cui origina la setta Nynma (degli antichi). Il luogo è frequentato sia da fedeli locali che da turisti dell'entroterra cinese: ho addirittura notato delle jeep targate Shanghai, che quindi hanno percorso migliaia di km per arrivare qui. Ma il viaggio vale la pena: foreste, cascate, pascoli, greggi di yak e pecore e... famigliole di porcellini neri che vagano libere per i campi, una caratteristica della zona. Questi porcellini lasciano il porcile al mattino e vi fanno ritorno la sera, senza mai perdersi, ma raggiunti i tre anni finiscono tutti in padella, a parte le scrofe, formando la specialità locale del "brasato di porcellino nero fragrante" e patate. L'allevamento dei porcellini è molto praticato, visto che un capo viene venduto a circa 1000 yuan, e ogni famiglia in generale ne possiede 80-100. Il governo locale offre supporto tecnico ai contadini: in mattinata abbiamo visto centinaia di porcellini in un prato, portati lì dai loro padroni per essere vaccinati e visitati dai veterinari della zona. Si tratta di uno dei tanti interventi delle amministrazioni locali per sostenere l'economia dei villaggi, prima di pura sussistenza. Per fare un altro esempio, qui un tempo nessuno coltivava verdura e frutta, invece ora i governi locali acquistano e installano delle serre di plastica, affindandole a famiglie intenzionate a coltivare cocomeri, peperoni e uva nera, e a cui va l'intero ricavato della vendita. Sono soprattutto le donne tibetane ad occuparsi delle serre, mentre gli uomini sono occupati con gli animali, i campi, e spesso nel settore dei servizi (trasporti). Oltre alle serre, viene anche incoraggiata la coltivazione di erbe medicinali, come lo "danshen", una pianta selvatica che stimola la circolazione del sangue, particolarmente efficace in climi scarsi di ossigeno, come il Tibet, per cui la regione ha deciso di coltivarla su ampia scala. Il ricavato della vendita va del tutto ai locali. Viste le ampie distese di boschi, anche la raccolta dei funghi selvatici offre dei buoni guadagni: fra questi spiccano i "Songrong" (Matsutake), dei funghi pregiati che vengono fatti seccare e venduti a caro prezzo sia sul mercato interno che estero. Da questa serie di delizie, un pranzo nella cittadina di Bahezhen, a mezz'ora di auto da Bayizhen, non può lasciare delusi! Primeggiano i funghi "Sonrong", morbidi e dal gusto dolce, il delicato pesce "Ba", che vive nel fiume omonimo che scorre nella zona, e il famoso brasato di porcellino nero, di cui abbiamo parlato prima. Naturalmente una cucina così speciale costituisce un ottimo supporto per l'agriturismo, a sua volta incentivato dalle autorità locali per dar lavoro alle famiglie. Le case tipiche tibetane, ampie e soleggiate, sono molto piacevoli, quindi le famiglie sono incoraggate ad aprire delle guest-house per i numerosi turisti che affollano la zona. Secondo l'illustrazione di un responsabile, i locali sono anche molto seguiti dal punto di vista della previdenza sociale: godono del rimborso dell'80% delle cure mediche e fra poco godranno tutti della pensione.

Per una zona montana fino a poco tempo fa remota, per mancanza di strade e di un buon sistema di trasporti, si tratta davvero di grandi progressi.

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