Secondo la leggenda, Laozi, nato 2500 anni fa, sviluppò una filosofia di vita chiamata Tao, ossia della Via, che incoraggia l'uomo a seguire la via della sua naturale bontà. Dopo aver speso molti anni a coltivare questa filosofia, Laozi perse però la speranza che l'uomo volesse davvero seguire la via del bene. Tuttavia compilò un libro sulla sua filosofia, il famosissimo Daodejing, il Classico della Via e della Virtù: giunto in groppa a un bue ad un passo nell'attuale provincia dello Henan, Laozi, avvolto da un alone di luce, fu pregato dal doganiere di servizio, ammiratore della sua dottrina, di scriverne i punti principali. Da questo incontro fortuito nacque quindi il testo base del Taoismo, una filosofia che ha esercitato in seguito un'enorme influenza sia in Oriente che in Occidente, controbilanciando con la sua concezione alternativa della vita il materialismo scientifico occidentale. La concezione di Laozi del "non agire", in cinese "wu wei", costituisce la pietra angolare di questa filosofia. La traduzione letterale di "wu wei", non agire, implica in realtà un significato più profondo, ossia non agire per uno scopo specifico, ma solo per il bene dell'individuo e della società. Secondo Laozi, la pratica della virtù da sola può attivare le situazioni, portando al raggiungimento degli scopi desiderati, senza agire, senza intervenire. "Il re regna, ma non governa", secondo Laozi, "Senza intervenire, non c'è nulla che non venga realizzato".
Ora, da qualche anno, gli studiosi ed i gruppi decisionali cinesi prestano particolare attenzione a questa filosofia per le sue possibili applicazioni al grande problema del management delle imprese, un tema scottante per la Cina in pieno sviluppo economico. In precedenza, in Cina si è guardato intensamente ai modelli occidentali di organizzazione aziendale, finchè si è realizzato quali profonde risorse possa offrire il paese stesso, con la sua profonda, millenaria cultura.
Cosa significa ricorrere al Taoismo per dirigere un'azienda? Secondo la filosofia del "non agire", il datore di lavoro offre le migliori condizioni possibili alle maestranze, in modo che queste siano indotte ad attivarsi nella migliore direzione, a tutto beneficio della compagnia. Tutto il contrario dello stress, della competitività e delle manovre non esattamente ortodosse imposte dai metodi tradizionali occidentali.
Il signor Shi Wing Chin, manager di una compagnia immobiliare di Hong Kong, è uno strenuo fautore di questa filosofia di lavoro. La compagnia, nata nel 1978, conta ora 2600 dipendenti e 180 filiali e vanta un volume di transazioni annuali superiore a 10 miliardi di dollari di H.K. Secondo il signor Shi, la teoria del management "del non fare" crea un quadro di lavoro in cui i dipendenti sentono di essere considerati parte integrante della compagnia, liberi di contribuire con le loro capacità e di far valere il loro potenziale, non solo come lavoratori ma anche e soprattutto come esseri umani. Nell'entroterra cinese, invece, il management tende a chiedere ai lavoratori di operare come ruote di un ingranaggio, il che significa che non possono fare che ciò che è stabilito dalla direzione, senza contribuire con le loro capacità. "Ciò non è bene per loro", sostiene Shi, "ciò che voglio dare ai miei dipendenti è una maggiore libertà nel prendere decisioni, riducendo così l'intervento del management".
Un altro sostenitore della teoria taoista del non intervento è Wu Yijian, manager a sua volta di una compagnia immobiliare che opera nella zona economica speciale di Hainan, la maggiore isola cinese. Il motto della compagnia di Wu è tratto direttamente dal fondatore del Taoismo, Laozi, ossia "Apprezza il carattere dell'acqua". "Una goccia d'acqua pare meno potente del metallo", dice Wu, "ma un'alluvione può divorare una grande estensione di terreno. Così dobbiamo essere flessibili nella competizione e diventare una forza aggregando ogni capacità individuale".
Il Taoismo come filosofia del management corrisponde all'attuale situazione di riforma economica in atto in Cina. Infatti offre un metodo alle imprese cinesi per meglio utilizzare il maggiore punto di forza del paese: le risorse umane. Corrisponde agli obiettivi della riforma economica del governo di ridurre gli interventi, liberalizzare il controllo amministrativo e dare maggiore autonomia alle unità micro-economiche. Incoraggiando il positivo comportamento di manager e dipendenti, crea una potente struttura di incentivi e promuove l'incremento della produttività.
Un esempio dell'importanza data al principio taoista del non agire è l'iniziativa adottata dal governo della provincia del Jiangsu di inserire nelle domande del concorso per alti funzionatri provinciali il tema: illustrare la relazione fra il pensiero di Laozi e la moderna filosofia del management. Così, grazie alla filosofia taoista, il patrimonio culturale cinese è stato reintrodotto nel moderno management del paese.