Il 30 aprile si è tenuta a Shanghai la cerimonia per la firma del contratto di partecipazione dell'Italia all'Expo Universale di Shanghai del 2010.
Il Commissariato Generale del Governo italiano, con il contributo del Comitato organizzatore cinese, ha identificato nel progetto presentato da Giampaolo Imbrighi, architetto romano, docente all'Università di Roma "Sapienza".
Selezionato tra 65 proposte che si sono tutte rilevate di grande qualità e pregio stilistico, il progetto dell'architetto Imbrighi ha aderito più di ogni altro ai requisiti fissati dal bando di gara che richiedeva, da un lato, di illustrare i valori culturali italiani in termini contemporanei e, dall'altro, di proporre soluzioni originali sia sul piano tecnologico, per rispettare l'imperativo della eco-compatibilità, che sul piano strutturale, per soddisfare l'esigenza di essere eventualmente smontato e ricostruito in dimensione ridotta in un'altra area della città.
L'opera che l'Italia si accinge a realizzare, offre anche un originale riferimento a concetti e tradizioni cinesi, giusto omaggio al Paese ospite cui viene proposto un edificio che integra in un modello tipico del tessuto urbano italiano una interpretazione in chiave architettonica dei giochi cinesi delle costruzioni e dello Shanghai.

Il disegno del padiglione presenta una pianta quadrata di 3.600 mq per un'altezza di 18 metri ed una divisione in più corpi di dimensioni diverse ed irregolari collegati da strutture-ponte in acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento. L'edificio è lambito su tre lati da una lama d'acqua che lo riflette esaltando gli effetti luminosi naturali. La luminosità della struttura si riproduce anche all'interno non soltanto attraverso delle feritoie, che evocano gli stretti vicoli tra i palazzi delle città, ma anche grazie all'impiego di cemento trasparente, un materiale poliedrico di recente creazione.
La superficie del padiglione apparirà in parte diafana ed in parte trasparente con facciate formate da cristalli autopulenti. Gli elementi fotovoltaici integrati nei vetri delle coperture esterne garantiranno un effetto schermante dalle radiazioni, mentre il progetto illuminotecnico dell'edificio mira non soltanto scandire gli spazi, ma anche a favorire il risparmio energetico.
