L'Ue si considera una leader nella risposta ai cambiamenti climatici, ritenendo che solo se il margine di aumento della temperatura globale non supera i 2 °C rispetto al periodo preindustriale le conseguenze non saranno catastrofiche. Per realizzare questo obiettivo, promette di ridurre entro il 2020 del 20% le sue emissioni sulla base del 1990. Secondo il comunicato pubblicato dalla Conferenza speciale dei Ministri dell'Ambiente dei paesi dell'Ue tenuta il 23 novembre, l'Ue ribadisce che se le varie parti interessate ampliano le promesse relative, entro il 2020 ridurrà le sue emissioni di gas serra del 30% rispetto al 1990.
Nel corso del Vertice autunnale europeo dell'ottobre scorso, i leader dell'Ue hanno raggiunto l'unanimità sui fondi di assistenza da fornire ai paesi in via di sviluppo, ossia prima del 2020, per ridurre le emissioni ed adattarsi alle influenze catastrofiche arrecate dai cambiamenti climatici, i paesi in via di sviluppo necessitano di un'assistenza finanziaria di circa 100 miliardi di euro, 22-50 dei quali devono provenire da investimenti pubblici e non da imprese private. Tuttavia, i paesi membri non hanno ancora raggiunto l'unanimità sui problemi della ripartizione fra loro delle quote di riduzione delle emissioni, dell'importo specifico e della ripartizione dei finanziamenti per il clima, ecc.