Danila Comastri Montanari
Il giallo del mandarino (ovvero: il giallo è nato in Cina)
I GIUDICI INVESTIGATORI
La scena si apre sull'aula di un tribunale, mentre si sta svolgendo un processo per omicidio. L'implacabile accusatore, confusi i testimoni reticenti, ricostruisce il delitto nei minimi particolari, inchioda il colpevole con prove irrefutabili, lo costringe a confessare schiacciandolo con la logica delle sue sottili argomentazioni. La verità trionfa e il reo si avvia all'inevitabile punizione. Stiamo forse leggendo un romanzo di Perry Mason, ambientato nella Los Angeles del nostro secolo? No, l'episodio si svolge settecento anni fa, e il titolo del libro è perlomeno singolare: "Casi paralleli sotto l'albero del pero": è una raccolta cinese di casi giudiziari del XIII secolo, una delle tante che appassionarono i lettori del Celeste Impero molti secoli prima che Conan Doyle creasse il suo famoso Sherlock Holmes. La letteratura dell'antica Cina ne abbonda: si va dai manuali di criminologia alle cronache dei processi più celebri, fino alle antologie di detection e ai veri e propri romanzi polizieschi. Ma chi è l'eroe, l'investigatore che risolve invariabilmente il mistero, assicurando con la sua sagacia l'assassino alla giustizia? E 'il magistrato di distretto: giudice, amministratore, prefetto, capo della polizia, assomma in sé tutti i poteri: i portoghesi, forse mutuando il termine da verbo "mandar", comandare, lo chiamarono "mandarino".
Mandarini non si nasce, si diventa: chiunque, anche di umilissime origini può aspirarvi, se possiede le doti necessarie. A nulla valgono la nobiltà, la potenza della famiglia, il peso del denaro; c'è un unico mezzo per assurgere all'altissima dignità di funzionario: il pubblico concorso per esami. Non pensate però che essi vertano sulla scienza dell'amministrazione, sul diritto o sull'economia. La materia è una sola, la letteratura classica, e va imparata a perfezione. Chi possiede appieno la conoscenza dei grandi autori del passato, in particolare delle opere confuciane, è in grado di affrontare qualunque problema, dalla necessità di approntare canali di irrigazione alla riscossione delle tasse, dalla registrazione di nascite e matrimoni al mantenimento dell'ordine pubblico, dalla difesa della città all'indagine sui delitti più efferati. Così, a governare l'impero e ad amministrare la giustizia, sono esclusivamente gli intellettuali: filosofi, poeti, narratori, raffinati cultori di metrica, pittori di vaglia, esperti calligrafi. E il sistema, incredibilmente, funziona.
Residenza del mandarino è il tribunale, sito nel centro della città, ad equa distanza tra la Torre del Tamburo e quella della Campana, non lontano dall'onnipresente tempio di Confucio. Lì, tre volte al giorno, all'alba, a mezzogiorno e all'imbrunire, il magistrato esamina i casi propostigli. Chiunque, in qualunque momento, può suonare il grande gong appeso a un traliccio di legno sul portone di ingresso, accanto ai quartieri di guardia, e chiedere che sia fatta giustizia. Nell'aula, durante i processi, sia il querelante sia l' accusato rimangono inginocchiati a terra sulla nuda pietra, per tutta la durata della seduta, in segno di deferenza verso la corte. Il funzionario siede in cattedra, su un alto scranno, davanti a un arazzo che rappresenta l'unicorno, antico simbolo della perspicacia. Sulla sua cattedra, pochi oggetti significativi: due pennelli, la pietra per l'inchiostro, il barattolo delle bacchette di bambù, che, all'occorrenza, il giudice butta a terra davanti al banco, per stabilire il numero delle frustate impartite al colpevole. A destra e a sinistra del magistrato, dietro ai loro tavoli, gli archivisti e gli scrivani riducono con incredibile destrezza a pochi e precisi ideogrammi le deposizioni dei testi, tramandandoci nei minimi particolari quelle fosche vicende di frodi e delitti che costituiscono la fonte primaria e inesauribile del racconto poliziesco cinese: tutti gli interrogatori, infatti, anche quelli dell'inchiesta preliminare, si svolgono in aula, alla presenza del pubblico. Per investigare l'inquisitore dispone della competenza di un valido medico legale, e di un buon numero di assistenti personali, che si porta con sè in tutti i suoi spostamenti da un distretto all'altro; di promozione in promozione, questi fidi lo accompagnano lungo tutta la sua carriera. Si tratta spesso di "fratelli dei boschi verdi", cioè di ex-banditi, esperti nel pugilato e nella lotta a mani nude, in quanto, come secoli dopo i loro colleghi di Scotland Yard, non sono autorizzati a far uso di armi. Ma questi aiutanti non sono che semplici esecutori di ordini, a cui il giudice si affida per portare a termine i compiti di secondaria importanza. Chi svolge le indagini vere e proprie è solo lui, il mandarino; per compiere appieno il suo dovere, l'alto magistrato spesso non disdegna nemmeno di recarsi di persona sul luogo del delitto, naturalmente travestito e in incognito, al fine di evitare la pompa con la quale, secondo le regole dell'etichetta, è tenuto a presentarsi in pubblico. Il giudice non è legato da molte pastoie burocratiche e ha mano libera con gli inquisiti, che non godono del patrocinio di un avvocato, né di alcun "diritto costituzionale": può farli arrestare senza prove, ordinare che siano frustati in aula, privarli della libertà in qualunque momento, interrogarli anche sotto tortura ( ma, se l'imputato dovesse riportarne seri danni, il giudice sarebbe chiamato a renderne conto anche con la vita...) Raramente però il mandarino fa uso di questi sistemi: di norma basta la sua lucida intelligenza, sorretta dallo studio dei classici confuciani, per farlo arrivare alla brillante soluzione del caso. E il colpevole - necessariamente reo confesso, poiché nessuno può essere condannato se non ha ammesso il delitto - si avvia al supplizio, che ha da esser pubblico e particolarmente atroce, in modo che funga da monito ed esempio: ogni giallo cinese finisce con una esecuzione capitale, descritta nei minimi particolari per soddisfare l'esigenza di giustizia dei lettori.
I giudici più famosi, particolarmente versati nella detection, svolgevano la loro attività in svariate province, spostandosi continuamente: un magistrato di distretto non poteva infatti rimaneva in carica nella stessa località per più di tre anni, onde evitare che si creassero in loco amicizie e interessi che avrebbero potuto interferire coi suoi doveri.Non di rado, questi investigatori assursero in seguito alle vette più alte del potere, fino a coprire le prestigiose cariche di ministri e consiglieri imperiali. Nulla di strano, invero: anche oggi, negli Stati Uniti, un buon successo da Procuratore Distrettuale nella lotta contro la delinquenza, è un ottimo trampolino di lancio nella carriera politica.
Di questi abili magistrati, tre in particolare, giunsero a una tale notorietà da diventare i protagonisti di raccolte poliziesche tramandate per secoli: il giudice Pao, il giudice Li e Ti Jen-chieh, meglio noto come "l'onorevole giudice Dee". Quest'ultimo è entrato persino nella letteratura europea, come personaggio principale di una fortunata serie di gialli di Robert van Gulik, il diplomatico olandese, ambasciatore dei Paesi Bassi in Cina, che deve essere considerato, insieme all'americano Vincent Starret, il vero scopritore del mystery orientale. Fine sinologo, tradusse e curò la pubblicazione di alcune cronache giudiziarie del Medioevo, nonchè un romanzo del diciottesimo secolo avente come protagonista appunto il leggendario Dee. In seguito, rielaborando gli annali della dinastia Tang e gli testi antichi di criminologia, ne trasse storie poliziesche originali destinate al pubblico europeo, ma elaborate sullo stile di quelle cinesi classiche. Il giallo cinese, infatti, presenta alcune peculiarità che lo differenziano dal genere a cui è abituato il pubblico occidentale. Prima di tutto, nella stragrande maggioranza dei casi,il colpevole viene reso noto fin dall'inizio: è l'acume del magistrato nel districare la complessa vicenda criminosa, non la scoperta dell'assassino, a costituire l'oggetto del romanzo, in questo senso simile più alle inchieste del tenente Colombo che a quelle di Poirot o di Maigret.
Il mandarino, ovviamente, batte tutti in astuzia ed ingegno. Così Dee, in un famoso racconto, risolve un omicidio sulla base dell'osservazione di un dipinto raffigurante un gatto: le pupille contratte dell'animale, dipinto dalla vittima subito prima della morte, gli svelano che il delitto è stato commesso in pieno giorno, anziché di sera, come vuol far credere l'assassino. Li Hui, in un'altra cronaca, ordina agli agenti allibiti di interrogare con la tortura la pelle d'agnello che è oggetto di una contesa tra un portatore di legno e uno di sale. Il tappeto, sotto i colpi della frusta, lascia cadere alcuni granelli di sale, e rivela il legittimo proprietario. Vi è solo un'altra importante differenza, che distingue il giallo orientale da quello europeo e americano: il giudice del Celeste Impero non ha mai a che vedere con un solo caso alla volta, ma con due o tre enigmi diversi, talvolta collegati tra loro, ma più spesso completamente indipendenti. Il realismo cinese non avrebbe mai ammesso che un importante funzionario, incaricato di governare un'intera provincia, si trovasse alle prese con un solo reato nel corso delle sue funzioni: quindi gli omicidi si mescolano spesso ai furti, alle truffe, ai rapimenti, alle scomparse misteriose. Infine, come in ogni romanzo classico cinese, vi è, in questi nei polizieschi, un grandissimo numero di personaggi, davanti al quale il lettore occidentale, abituato a una rosa limitata di sospetti, rimane sconcertato.
Molte di più sono però le analogie, che ci permettono di ascrivere a pieno titolo questi racconti al genere giallo: il gusto di svelare un mistero, l'abile ricostruzione del processo di detection, la serialità dei personaggi: il protagonista, quasi sempre realmente esistito, viene trasfigurato dall'opera letteraria in una specie di stereotipo e cristalizzato in atteggiamenti fissi, non dissimilmente da ciò che accade nelle serie più famose di Erle Stanley Gardner o Agatha Christie. Anche la "spalla" dell'investigatore, il dottor Watson della situazione, è caratterizzato in modo deciso: si tratta in genere di un assistente nerboruto, rapido di riflessi ma corto di comprendonio, a cui il giudice deve spiegare per filo e per segno la risoluzione del caso ( e chi non ricorda i vari Drake, Goodwin, Markham?) Non mancano poi le tipologie di personaggi quasi obbligati: la fanciulla perseguitata, il funzionario corrotto, lo studente povero ma onesto, il libertino approfittatore, la moglie fedifraga, la giovane costretta a vendersi a una casa di prostituzione per sfamare la famiglia. A volte, però il racconto ci riserva delle sorprese inaspettate, come la presenza di una investigatrice femmina: è il caso della nella "Novella delle quindici stringhe", in cui la giovane moglie dell'accusato scopre l'assassino di un mercante, barbaramente ucciso per impossessarsi di parecchie monete forate nel mezzo, e riunite appunto in quindici filze. L'eroina ottiene dal magistrato l'assoluzione del marito, salvandolo dal patibolo.
LE ARMI DEL DELITTO
Ma, ben più dei protagonisti, ciò che colpisce nei romanzi cinesi di detection, è la varietà fantasiosa delle armi del delitto, davanti ai quali i meccanismi più complessi svelati dai nostri Philo Vance e Nero Wolfe appaiono quasi grigi e banali: amante delle stranezze e delle eccentricità, il vasto pubblico del Celeste Impero non avrebbe accettato di buon grado un semplice, brutale assassinio a colpi di randello. Gli strumenti di morte dovevano invece essere raffinati ed insoliti. Eccone una breve panoramica.
Il chiodo nell'occipite: è descritto nel caso numero 16 della la raccolta di criminologia già citata (T'ang-yin-pi-shih), e ne è attribuita la soluzione a Yeh Tsun, giudice dei primi secoli della nostra era. Viene ritrovato un corpo, senza alcun apparente segno di violenza. Il mandarino, la cui attenzione è stata risvegliata da uno sciame di mosche posate sul cranio del morto, sottopone il cadavere a un esame approfondito, scoprendo, infisso nell'osso, un lungo e sottilissimo chiodo, piantato nottetempo nella testa della vittima addormentata dalla consorte infedele. Il caso, in una versione più tarda, fu ripreso da Van Gulik nel suo romanzo "I delitti del chiodo cinese": qui, una moglie uxoricida in preda ai rimorsi, rivela al giudice Dee in che modo uccise anni prima il marito e gli permette di scoprire la colpevole di un nuovo, inspiegabile delitto. Da grande ammiratrice dei gialli cinesi quale sono, non resistetti a inserire cenni su un delitto col chiodo nell'occipite anche nel mio romanzo "Cave canem", (Hobby & Work) ambientato in Campania nel I secolo dopo Cristo)
Una variante di questo metodo è costituita dal chiodo nell'orecchio: ne "Gli strani casi del giudice Li", ad esempio, il mandarino discolpa una vedova calunniata, dimostrando come lo spillone letale sia stato infisso nel cranio dopo la morte della vittima.
La vipera assassina, compare nell'ennesimo caso risolto dal celeberrimo Jen Chieh: una sposa muore avvelenata alla soglia delle nozze, mentre, sola in cucina, beve una tazza di the.L'arma è una vipera: l'assassino l'ha celata sulla trave che sovrasta il focolare, in modo che,infastidita dal vapore dell'acqua in ebollizione,lasci cadere il suo veleno mortale nella teiera.
Il pennello mortale: è un'arma "differita" che uccide a distanza: scaldata ad una lampada, o a una candela, emette un proiettile letale, mediante una molla trattenuta dalla cera sciolta alla fiamma. Occorre ricordare che la calligrafia era ritenuta un'arte di primaria importanza: gli ideogrammi venivano tracciati sul foglio ad inchiostro di china, con grandissima cura, come veri e propri disegni. Si rendeva quindi necessario, inaugurando un nuovo pennello, bruciarne le setole irregolari,per evitare che causassero antiestetiche sbavature sulla pagina: ecco quindi la necessità della fontedi calore che mette in modo il meccanismo mortale. La vittima viene ritrovata nello studio, chiuso ermeticamente dall'interno, e solo la lungimiranza del mandarino permette di assicurare il colpevole alla giustizia. E' il primo esempio nella letteratura di "delitto della camera chiusa", un motivo sul quale si cimenteranno tutti i grandi autori di polizieschi occidentali, tra cui Van Dine, Agatha Cristhie e John Dickson Carr. La sottoscritta ha ripreso il meccanismo del pennello mortale, trasformato per l'occasione in una pipa indiana, nel racconto "Il dono di Giuda" (pubblicato nell'antologia "History & Mystery" della Piemme) , che si svolge a Roma nel XVI secolo.
Le pagine avvelenate: l'invenzione del pennello mortale viene attribuita proprio a Yen Shi-fan, il perfido traditore di cui, secondo la leggenda, si vendica l'autore del Chin P'ing Mei, (Fiore di prugno in un vaso d'oro), l'antico romanzo erotico considerato oggi il capolavoro della narrativa cinese. Anche questa vendetta ha tutto il sapore del giallo: il giovane Wang, il cui padre è stato ingiustamente fatto condannare a morte dalla famiglia di Yen, non ha modo di raggiungere il potente avversario per fargli scontare le sue colpe. Allora si risolve a descrivere, in un lunghissimo e affascinante romanzo, tutte le perversioni del suo lussurioso nemico, adombrandolo sotto le spoglie del protagonista Hsi-Mei. Terminato lo scritto, gli invia il testo, dopo averne preventivamente strofinato le pagine sottili con un veleno letale. Il perfido Yen legge, umettandosi le dita e, quando giunge alla fine della storia, muore. Una leggenda posteriore vuole invece che la vittima si accorga della sua prossima fine, ma, pur di terminare lo stupendo romanzo, accetti di pagare con la vita il piacere di leggerlo. A chi non viene in mente Jorge da Burgos ne "Il nome della Rosa"?
Il gatto feroce: l'episodio è narrato nello stesso Chin P'ing Mei. Loto d'Oro, quinta moglie e favorita del corrotto Hsi-Mei , perde l'affetto del suo signore quando un'altra sposa gli partorisce un figlio. La donna non si rassegna e, già avvezza al delitto - ha soffocato nel sonno il primo marito -addestra un grosso gatto bianco, "Palla di Neve", ad aprire con le unghie un panno scarlatto, per cercarvi dei pezzetti di carne cruda. Approfittando di un attimo di disattenzione della balia, la malvagia favorita manda il felino al di là del muro che separa il suo padiglione da quello della rivale e attende in silenzio che l'animale attacchi il neonato avvolto nella vestina rossa. Il bambino, dilaniato dagli artigli, cade in convulsioni e muore, mentre la terribile Loto d'Oro riconcquista il favore del marito.
Come si è detto le inchieste del giudice Dee furono celebrate in Occidente dall'olandese Robert Van Gulik con una serie di romanzi nei quali, dopo un esordio basato essenzialmente sui classici, il personaggio si evolve fino a vivere avventure di pura fantasia. Ma non è tutto: è il fascino del celebre mandarino è tale da farlo sopravvivere al suo stesso autore: di recente, a quasi quarant'anni dalla morte di Van Gulik, è stato infatti ripreso dallo scrittore Frédéric Normand – già autore di romanzi storici sulla rivoluzione francese – col nome di "juge Ti" in una serie che promette di valicare presto i confini della Francia.
Il mandarino Dee, o Ti che dir si voglia, non però l'unico funzionario delle Cina imperiale a comparire nella storia del poliziesco. Alla fine dell'Ottocento troviamo infatti un romanzo molto bello, di penna certamente cinese, attribuito a di Xihong , pseudonimo di un autore mai identificato. "Gli strani casi del giudice Li" riporta le inchieste - probabilmente di fantasia - di un magistrato scrupoloso e animato da grandi ambizioni, che visse sotto l'ultima grande imperatrice Ci-Xi (conosciuta anche come Tz'u-hsi, Dowager o Yehonala) servendola come ministro e fu un fermo oppositore delle potenze occidentali durante la rivolta dei Boxers. Perdute due impari battaglie contro gli europei, il giudice Li Bengheng pagò con la vita la fedeltà assoluta al Trono del Drago, preferendo il suicidio al disonore di presentarsi da sconfitto davanti alla sua sovrana. Quest'ultima fu poi costretta suo malgrado dai vincitori a rinnegare il fedele ministro, privandolo post mortem di tutti i titoli e le cariche onorifiche. Si suppone che a narrarne le vicende nel libro citato, possa essere stato il segretario del funzionario stesso, desideroso di operarne la riabilitazione dopo la condanna postuma.
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Questi i classici. E orai? Da tre decenni ormai si nota in Cina un forte risveglio di interesse per il "giallo". Il primissimo risultato tradotto in occidente, negli anni ottanta, a dire il vero peccava un po' di ingenuità: il probo Jin Ming (dovuto alla fertile penna di Ye Yonglie) devotissimo alla patria e ai suoi ideali, lottava con astuzia e accanimento contro gli agenti di varie multinazionali determinate ad appropriarsi delle scoperte scientifiche del laborioso popolo cinese; scoperto tuttavia il colpevole, Jin non aveva bisogno di molte prove, perché i criminali colti in fallo, sopraffatti dalla vergogna, si affrettavano seduta stante a confessare. Gli smaliziati lettori europei occidentali sorrisero, ma i veri appassionati di "gialli", memori delle sottili astuzie dei vecchi mandarini, si misero ad aspettare fiduciosi il domani.
Domani che è già oggi: purtroppo l'editoria occidentale è avara di traduzioni dalla lingua mandarina, cosicché molti lettori devono accontentarsi di leggere le inchieste "cinesi" nei libri di i scrittori che cinesi non sono affatto, o se lo sono, non vivono in Cina, come ad esempio Qiu Xiaolong - l'apprezzatissimo autore dei polizieschi dell'ispettore Chen - nato a Shanghai ma residente ora a Saint-Louis. Ma perché non essere fiduciosi nella buona sorte? Chissà che non sia proprio questo convegno ad offrirci presto l'opportunità d rimediare alla penosa lacuna….
CHI ERANO VERAMENTE I GIUDICI INVESTIGATORI ?
GIUDICE DEE = si tratta di TI JEN-CHIEH, nato nel 630 a.C., anno della Tigre, sotto l'influsso del pianee Venere: Dopo una brillante carriera, divenne infine Ministro della Corte Imperiale. Come tale riuscì a impedire all'imperatrice Wu di nominare erede un suo favorito al posto del legittimo pretendente: l'episodio è ricordato anche da Lin Yutang nel suo romanzo "Madame Wu". A lui si è ispirato Robert van Gulik, per creare il protagonista della sua famosa serie di "gialli storici".
GIUDICE PAO = è PAO CH'ENG, famoso uomo di stato del periodo Sung, nato nel 999 d.C e morto nel 1062. Nel sedicesimo secolo, durante la dinastia Ming si trascrissero i casi da lui risolti in una fantasiosa antologia, il Lung-t'u-kung-an, nella quale si vede spesso il magistrato approfittare delle superstizioni popolari travestendo i suoi agenti da spettri delle vittime, per indurre i colpevoli a confessare.
GIUDICE LI = LI BENGHENG è il grande mandarino del secolo scorso che compare nel romanzo "Gli strani casi del giudice Li", di Xihong, funzionario imperiale dell'imperatrice Ci-Xi (Tz'u-hsi) durante la rivolta dei Boxers. Su Ci-Xi è stato scritto da Lucien Bodard il controverso romanzo: "La valle delle rose", edito in Italia dalla Rizzoli.
LE RACCOLTE DI CASI POLIZIESCHI CINESI
T'ang-yin-pi-shih = Casi paralleli sotto l'albero del pero , Leiden 1956. Raccolta cinese di giurisprudenza, criminologia e investigazione del tredicesimo secolo, tradotta da Van Gulik. Vi è descritto il delitto del chiodo.
Ku-chin-ch'i-an-wei-pien = Casi curiosi dei tempi antichi e moderni: vi attinge van Gulik per il suicidio di un personaggio ne"Il paravento di lacca". Ne esiste un estratto, sotto il titolo Wu-sha-ch'i- an Curiosi casi di omicidio per errore.
Ching-jen-chi-an = Casi curiosi che turbarono il mondo: raccolta di casi polizieschi pubblicata nel 1920 a Shanghai da Wang Yih, che ristampò una serie di racconti traendoli da libri più antichi, senza però menzionarne le fonti. Contiene il caso della sposa scomparsa.
Lung-t'u-kung-an = O Pao- Kung- an, raccolta di racconti polizieschi del sedicesimo secolo aventi come protagonista il giudice Pao.
Chiu-ming-ch'i-yuan = La strana faida dei nove assassini, romanzo basato su una vera strage di nove persone che ebbe luogo a Canton nel 1725.
Wu-tse-t'ien-szu-ta-ch'i-an = romanzo poliziesco del diciottesimo secolo, tradotto da Van Gulik col titolo Dee Goong An (Tokio 1949) Vi si cita il delitto della vipera assassina.
Xihong , Ligong qiwen, romanzo giallo di fine ottocento, traduzione italiana:. Gli strani casi del giudice Li, Sellerio 1992
I molti romanzi di Robert van Gulik sul giudice Dee sono stati editi in Italia dalla Garzanti e dalla Mondatori, mentre quelli di Frédéric Lenormand escono in Francia nella Fayard.
Il Chin P'ing Mei è pubblicato in Italia dalla Feltrinelli.
il romanzo di Ye Yonglie L'ombra delle spie sull'isola di Giada Verde, uscì presso Luigi Reverdito Editore.
I romanzi di Qiu Xiaolong ("La misteriosa morte della compagna Guam", "Visto per Shanghai", "Quando il rosso è nero", "Sorci rossi" sono editi in Italia dalla Marsilio.
Peter May pubblica una serie che vede la collaborazione del detective di Pechino Lin Yan con la patologa americana Margaret Cambell : due romanzi sono usciti in Italia nella Piemme.
中国的侦探小说
(意)达妮拉·科玛斯特里·蒙塔纳里
于雪风 译
审判官
法庭正在审理一桩谋杀案。检方激烈陈辞,证人言犹未尽,案情的所有细节被一点点还原出来。在确凿的证据面前,犯罪分子毫无抵赖的余地,只好坦白交待。最终正义获胜,罪犯将受到了应有的惩罚。
看到这样的场景,有人或许认为这是美国作家PERRY MASON的笔下的侦探小说,故事发生地点是洛山矶。其实不是,这些是发生在整整700年多前的中国的案件。这部书有一个很别致的名字---《梨树奇案》,收录了公元十四世纪的破案故事,深受当时的中国读者的喜爱,它比后来的柯南·道尔创作的《夏洛克·福尔摩斯》要早好几个世纪。中国古代侦探小说创作数量非常之多,从案情记录的小手抄本到历史著名大案汇编,再到侦探选集,以及林林总总的破案小说。在这些以侦探为主题的文学作品里,谁是破解谜底的真正英雄,谁最终将罪犯绳之于法?是断案的审判官,是掌管一方水土的地方官,总之是是集大权于一身的大大小小的官员。
在古代中国,官不是与生俱来的,而是考出来的。任何人,无论其出身如何,只要他有本事、有学问,都有希望去当官。在出仕为官的问题上,华贵的出身、有权有势的家族背景或是腰缠万贯的经济条件并无太大用处,走向仕途的唯一途径是科举考试。这种科举考试的内容不是管理学,法学或是经济学,考试的内容只有一个,即中国古典文学。要想在科举考试中获得成功,就必须花功夫将中国文学学好。谁对中国古代学者的著作了解的多,尤其是孔孟之道,他就能够应付一切事情,从开凿运河、灌溉土地到管理税收,从出生和婚姻登记到社会治安的维护,从城市的防卫到案件的侦破,如此等等。因此,统治国家和掌管司法的只能是文化人,他们中有哲学家、诗人、小说家,画家、书法家等等。在古代中国,这种体制极为行之有效。
当官的待的地方叫衙门,衙门位于市中心,在城市的钟楼和鼓楼的中央,并且离孔庙不远。在这里,每天的清晨、正午和黄昏,都是当官的审案的时间。任何人在任何时候都可以为自己击鼓鸣冤。在公堂审案的全部过程中,原告与被告都要下跪,以示对公堂的尊重。审判官端坐在审判台上,身后挂着一幅独角兽的挂毯,象征着公正。案台上摆放着几样东西:笔、砚台、竹签。需要的时候,审判官向地上扔出几根竹签,就表示要犯罪嫌疑人要被杖责几下。审判官左右两侧有书记员在飞快地做着庭审记录。多亏了这些翔实的记录,后人才得以了解从前案子的来龙去脉,它也为中国古代侦探小说提供了第一手的素材。所有的庭审都在公堂之内进行,并且有观众在场旁听。为了调查案件的需要,审判官拥有优秀的法医,以及相当数量的助手。审判官走到哪里,这些助手就跟到哪里。这些审判官的心腹在他们的职业生涯中会时不时得到升迁,但会一直伴随在审判官的左右。其实他们常常被称作"绿林好汉",他们有着矫健的身手,功夫了得。如同几个世纪后的苏格兰场一样,他们只能够徒手打斗,不能使用任何武器。审判官对这些助手样十分信任,但他们也只不过是执行主人的命令,在案件调查过程中做一些不太重要的工作,而真真正正从事调查取证的只有审判官本人。为了圆满完成任务,避免平时出行时的兴师动众,审判官常常要放下身段,脱下官袍,换上微服,亲赴案发现场查看。在审案时,他不受条条框框的限制,有着比较大的自主。犯罪嫌疑人没有辩护律师,不享受任何权利保护。在没有证据的情况下,审判官照样可以下令将嫌疑人逮捕,或是在堂上施施杖刑。在任何时候都审判官都可以剥夺犯罪嫌疑人的自由,并对其用刑。但审判官很少这样做,通常,单凭他的智慧便足以使整个案件水落石出。犯罪人在认罪之后,将被绳之于法。行刑是公开的,而且非常严厉,为的是警告世人。在中国的侦探小说中,对死刑执行场面的描写非常详细,这是为了迎合中国读者伸张正义的心理。
中国历史上那些最著名的断案人员都有过在不同的地方省市里调查破案的经历。在他们的职业生涯中,他们总是在不停地更换工作地点。实际上,这是中国古代官员任职规定,即每个人担任地方官的时间不能超过三年,为的是在避免地方上产生利益瓜葛,影响其正常工作。这些断案人常常得到升迁,有的甚至当到了宰相等高官。这很正常,在今天的美国类似事情也经常发生。很多美国政客都有做法官的经历,法官工作常常是其政治生涯往上走的一个很好跳板。
在中国古代的许许多多的审判官中,有三位声名最为显赫,他们一直是古代侦探小说的主人公。他们是包拯、李本成和狄人杰。狄人杰这个人物形象甚至走入了欧洲文学。曾任荷兰驻华大使的古利克和美国人斯达瑞特是两位对中国文化有着深厚了解的汉学家,他们可以说是东方侦探小说的真正发现人。古利克翻译和编辑了中国古代一些破案实录以及一本写于十八世纪的中国侦探小说,其主人公正是狄人杰。之后,他已又翻译编辑了中国唐朝年鉴及犯罪学记录,并从中汲取素材,秉承原文风格进行创作,把中国古代侦探小说介绍给欧洲读者。中国古代侦探小说有自己的独特之处,与西方读者常见的小说侦探小说风格十分不同。最大的不同是,在绝大多数情况下,中国小说一开始就揭露了罪犯是谁,之后由断案人员凭借自己的聪明才智来破解整个案件,而如何确定犯罪分子则不是小说的主要内容。
审判官依靠自己的才智战胜一切。在某篇小说中,狄人杰通过观察一幅猫图而成功破案。被害人在临死前画了一只猫,瞳孔紧缩,从这一线索上狄人杰判断出作案时间是白天,而不是黑夜。而真正的杀人凶手正是想迷惑断案人员,让他以为案子是在晚上发生的。在另一篇小说里,一位盐商和一位木头商因一张羊皮的所属而发生争执。审判官命令手下严刑拷打这张羊皮,被打后,羊皮里的一些盐粒被打落出来,由此审判官断定羊皮真正的主人应该是谁。比较一下中国古代与欧美国家的侦探小说,我们发现两者之间还有一个区别:中国的断案人员永远不是一次只断一个案子,而是同时期很多案子交织在一起,有时个这些案子之间相互关联,有时候又毫无联系。这主要是想表现这上点:作为执掌一方的中国官员,他们的公务总是十分繁忙,因为他们手中不会只有一个案子。在他的面前摆着各种各样的案件,杀人的,偷盗的,诈骗的,抢劫的,失踪的,如此等等。如同任何一部中国古代小说一样,这些侦探小说中都刻画了许多人物,而西方读者不习惯看到一个案件同时有很多的犯罪嫌疑人。
其余的很多侦探小说都比较类似,我们可以把这些小说做一下总结:揭露谜底,还原案件原貌,人物形象总是十分严肃。主人公几乎都是历史上出现过的真人物。在文学作品中,他们千篇一律地被刻画成固定模式。而且在这些小说中总会出现一些其他人物,比如说被迫害的姑娘、贪婪的官员、穷困潦倒但诚实忠厚的书生、背叛丈夫的妻子、为养家糊口而被迫卖身的青楼女子。有时候,作品中也会出现一些让人意想不到的东西,比如说参与断案的女性形象。在一篇小说中,一位女子为救自己被冤枉的丈夫,千方百计调查取证,终于找到了杀害富翁的真正凶手,自己的丈夫也因此被赦免。而之种女性查案的故事在中国侦探小说里是不多见的
犯罪武器
中国侦探小说中最吸引人的地方不是那些主人公,而是各种各样的犯罪武器。中国古代读者会觉得用大棒作为凶器而杀人的案子是很没意思是的,因此也不会有大多的阅读兴趣。在中国侦探小说中,这些致人于死地的凶器常常十分精巧,不比寻常。
钉在骨头里的钉子:小说记述了这样一个故事:有人发现了一具尸体,表面没有任何伤痕。而死者头部爬了一些小虫,这引起了审判官的注意。随后进行了尸检,发现死者头骨里竟有一根细长的钉子,原来这根钉子是死者生前在熟睡时被其妻钉入头中的。古利克在他的小说中也描述了类似的案子:一位妻子杀死了她的丈夫,后来心里十分悔恨,于是向狄人杰坦白自己是如何杀了丈夫,并且答应愿协助其破解另一个更为离奇的案件。我是中国侦探小说的钟爱者,因此我在自己的一部小说中也写进了用钉子杀人这样一个故事。另一种杀人方式是将钉子钉入耳朵里。在《李工奇闻》里记述的一个故事中,审判官断定那根钉子是在死者死后钉入耳中的,因此赦免了那位被冤枉的妻子。
毒蛇杀人:狄人杰断案中出现过的案例。新娘于新婚前夕在厨房里喝茶时离奇死亡。而凶手竟是一条毒蛇,罪犯把它藏在灶台上方的梁上,毒蛇为灶台上扬的水蒸气所扰,排出毒液,落入茶碗里,导致新娘的死亡。
毛笔杀人:这是一种与众不同的凶器,它可以远距离杀人。当毛笔用烛灯加热时,笔中蜡油融化,机关打开,发射出一种致命的子弹。我们要知道,书法在古代中国被视为一门最重要的艺术。中国人用毛笔蘸墨汁写出的汉字是真真正正的艺术品。所以,当文人在使用新笔时,为了使它便于书写,会把笔尖处不规则的细毛烧掉,凶手正是利用这一点设定了杀人机关。在一篇小说中,被害人被发现死在一间封闭的屋子里,审判官凭着机智找到凶手,并将之绳之于法。这也是文学史上第一次出现"闭室疑案",之后的很多西方作家都以此为主题创作侦探小说。我也写过一篇类似的故事,不过是将毛笔换成了印度烟斗。
染毒的书:《金瓶梅》是中国小说史上的一部精品。里面记载了这样一个故事:一位王姓青年的父亲被严姓家族迫害,被判死刑。这位青年势单力薄,无法与强大的严家对抗。为了报仇,他想了一个新奇的主意。他写了一篇十分精彩的小说,把生活中的敌人写进了小说中。小说完成后,他把书的每一页都浸上毒,之后寄给严家。姓严的蘸着口水一页页翻书,当他把这部精彩的小说读完时,他的死期也就到了。后来还有一部小说也记述了类似的故事,但不同的是被害者知道书被染了毒,但为了将这部精彩的书读完,他宁愿不惜自己的身家性命。这是不是让我们想到了《以玫瑰的名义》呢?
疯狂的猫:《金瓶梅》中记载了这样的故事:潘金莲是西门庆的第五位小老婆。西门庆的一位老婆为他生了一个儿子,于是乎潘金莲开始失宠,但是她不甘心。潘金莲不是个省油的灯,她曾把第一个老公在梦中捂死。为报复,她开始设计阴谋,她养了一只白色的大猫,取名为雪球。她每天训练白猫挠开包裹寻找食物。终于有这么一天,趁新生儿的奶妈不在的时候,她让猫越过墙头进了情敌的房间。房间里只有裹在红色包裹中的小婴儿,白猫用利爪挠死婴儿,于是潘金莲又重新得宠。
我们之前已经提到,狄人杰被古利克写进了自己的小说,古利克大部分是沿用了以前描写的案例,但也有自己的想象创作的一部分新故事。可以说,狄人杰的生命力是持久的。在古利克去世四十多年后,曾以法国大革命为题材创作了很多小说的法国小说家罗曼德又以狄人杰为人物原形创作了新的侦探小说,这本书在不久之后将发行到世界各地。
当然,狄人杰并不是唯一的一个出现在中国侦探小说中的人物。十九世纪还有部小说名为《李判官奇案》。小说的主人公生活在清朝慈禧太后当政期间。义和团运动时,他与西方列强进行了英通坚决的斗争。在斗争失败后,他自觉无颜面对朝廷,于是自杀殉国。而慈禧太后迫于西方列强的压力,撤消其所有封号。
以上所述是中国古典的侦探小说。那么侦探小说在中国当代的情况又如何呢?最近三十年来,中国文坛对侦探小说兴趣不减。八十年代最早被介绍到西方的中国侦探小说是中国丰产作家叶永烈的作品,但实事求是地说,当时的侦探小说还略显幼稚。
在欧洲出版的中国文学作品总体较少,而且欧洲读者所读到的关于中国的侦探小说大多数不是中国作家写的,即便是中国人写的,也主要是由旅居国外的中国籍作家创作的。但愿今天的研讨会能够推动西方读者读到真正由中国本土作家创作的作品。
中国著名的断案专家
狄人杰:出生于公元630年,狄人杰一生事业成功,官居宰相。
包拯:宋朝名相,生于公元999年,卒于1062年。
李本成:清朝著名官员,慈禧当政时在朝为官。