L'ombra
  2009-10-01 14:10:44  cri
Feng Hua

L'ombra

(Ru ying sui xing)

Jiangsu Literature and Art Press

Primo capitolo

1.

Mi Duo e Pu Ke si erano conosciuti a una festa di amici. Da due mesi, lei aveva lasciato l'ospedale e, salvo qualche sporadica uscita solitaria per vedere un film, passava il tempo in casa a leggere e ascoltare musica. Quel sabato si erano riuniti per salutare un conoscente che andava a vivere all'estero e lei era stata coinvolta, suo malgrado. Gli invitati erano un gruppo eterogeneo, in pochi si conoscevano già, la maggior parte erano amici degli amici; dopo le solite presentazioni e qualche scambio di cordialità, Mi Duo cominciava ad annoiarsi e si era seduta su un divano in un angolo a sfogliare riviste. In quel momento, un suo amico si avvicinò in compagnia di uno sconosciuto. Lei si alzò in piedi e gli strinse la mano.

Pu Ke lavorava nel sesto dipartimento di polizia. Mentre l'amico la presentava come un medico dell'ospedale provinciale del popolo, lei lo interruppe: "Non lavoro più lì".

Sorpreso, lui chiese spiegazioni ma lei tagliò corto: "Ne parliamo un'altra volta". Passò a occuparsi di Pu Ke che sorrideva, fissandola in silenzio. Chissà perché aveva la vaga sensazione di averlo già conosciuto. Si scambiarono qualche parola, poi l'amico se ne andò lasciandoli soli.

Mi Duo, curiosa, disse a Pu Ke: "Non hai l'aria di un poliziotto". Lui aveva l'incarnato chiaro, era alto, magro e dai modi eleganti, sembrava un "colletto bianco" in una grossa impresa o un segretario di un ufficio statale. Invece lavorava nella polizia investigativa e si occupava di casi criminali.

Lui sorrise: "Neppure tu corrispondi alla mia idea del medico".

"E quale sarebbe?"

"Espressione piatta, sguardo freddo, totale mancanza di curiosità".

Mi Duo scoppiò a ridere: "E io che non sapevo perché avevo lasciato l'ospedale, si trattava di eccesso di curiosità". Ora, pensò lei, sembra un poliziotto. Gli era bastato un'attimo per intuire l'interesse di Mi Duo.

Lui le chiese: "Non ti piaceva fare il medico?"

Lei scosse la testa, forse per negare o semplicemente perché non sapeva come rispondere alla domanda. In quei giorni era sempre un po' depressa, le cose non erano migliorate lasciando l'ospedale, come aveva sperato. A volte le era venuta voglia di parlarne con qualcuno, ma non le risultava facile entrare in argomento e ogni tentativo l'aveva lasciata con un senso di delusione, nei confronti dell'interlocutore e di se stessa. Ora, stranamente, provava il desiderio di confidarsi con quel perfetto sconosciuto che la osservava tranquillo, intento senza essere pressante, che aveva una voce limpida e piacevole dal tono misurato e sembrava essere totalmente a suo agio.

Mi Duo sospirò abbassando la testa, poi guardò Pu Ke e disse: "Sto cercando di capirlo anch'io, all'inizio ho deciso di studiare medicina e ora di lasciare l'ospedale, ma non saprei dire quali siano i veri motivi di queste scelte". Fece una pausa di alcuni minuti, mentre Pu Ke la guardava gentile, in silenzio. Poi continuò: "Quando ho iniziato a studiare medicina ero terrorizzata, il corpo umano mi sembrava un enorme meccanismo complicato, un mondo a parte. Divenni poi molto fiera di poter modificare, influire su questo universo con il mio bisturi. Dopo c'è stato qualcosa, ma non saprei descriverlo in due parole. Ho scoperto poco a poco che il corpo, per quanto complesso, ha i suoi limiti mentre è l'universo della mente a essere infinito. Ma non è stato questo mutamento di interesse a spingermi a lasciare l'ospedale, non saprei dire, forse dovrei collegarlo a quello che è accaduto".

Si accorse che stava diventando incoerente e ammutolì.

Pu Ke disse: "Ora sono io a essere curioso".

Mi Duo chiese sorridendo: "A cosa ti riferisci?"

Pu Ke le spiegò, serio: "Prima di una decisione importante c'è sempre un processo graduale, progressivo. Al momento cruciale, però è una scintilla a scatenare il tutto. Mi diresti quale è stata la tua scintilla?"

Mi Duo ridendo, gli rispose: "Un poliziotto sa sempre come estorcere una confessione. Voglio raccontartelo perché ha qualcosa a che fare con il tuo mestiere".

D'un tratto le luci si abbassarono, si diffuse una musica dolce e alcune coppie iniziarono a ballare. Quelli che non ballavano si fecero da parte mettendosi a sedere. Mi Duo e Pu Ke si guardarono ridendo, un po' in imbarazzo. Erano in piedi, uno di fronte all'altra. Per fortuna Pu Ke non fece il gesto, perchè a Mi Duo non piaceva ballare; dopo un breve silenzio, lei gli chiese: "Vuoi che continui?"

"Certo, - rispose lui, - ma andiamo in balcone, è più tranquillo".

Lei stava pensando la stessa cosa ma non l'aveva detto, il suggerimento di lui la fece trasalire involontariamente. Poi annuì e insieme uscirono all'aperto. L'appartamento era nella parte alta di un palazzo di ventiquattro piani, soffiava una forte brezza a rinfrescare la torrida serata estiva.

Mi Duo respirò profondamente: "Che piacere". Non amava le stanze chiuse e gli ambienti climatizzati, in casa aveva il condizionatore ma non lo accendeva mai, preferiva sudare e rinfrescarsi ogni volta con una doccia. Vide la luna piena, velata appena da nuvole leggere che ne addolcivano la luce, nelle orecchie sentiva il fischio del vento. Sotto di lei scintillava una distesa di luci multicolori. Tutto questo le donò una sensazione familiare ed estranea al tempo stesso, o forse era stato il suo umore in quella notte a tingere il mondo di sentimento. Senza sapere come, iniziò a raccontare l'episodio che l'aveva suggestionata.

Una domenica di tre anni prima, Mi Duo era di turno in ospedale. Dal pronto soccorso portarono un paziente in condizioni critiche, era stato pugnalato alla milza e al rene sinistro, aveva perso molto sangue e al suo arrivo la pressione sanguigna era scesa quasi a zero. Mi Duo e un altro medico si misero insieme al tavolo operatorio per le prime cure di emergenza e, dopo aver tagliato gli abiti del paziente, si accorsero che aveva decine di ferite da taglio, più o meno profonde, in varie parti del corpo. Era la prima volta che lei vedeva qualcuno ridotto in quello stato, l'altro medico aveva la sua età e ancor meno esperienza e per un attimo i due furono presi dal panico. Poi Mi Duo riacquistò il controllo e si dedicò alle ferite più gravi alla milza e al rene, mentre il collega pensava alle altre. Dopo dodici ore e mezza la milza era riparata, il rene asportato e sul corpo del paziente c'erano centosessantatre punti di sutura. Durante l'operazione Mi Duo, salvo una visita in gabinetto, non aveva neppure perso tempo a battere le ciglia. Alla fine, per un lungo momento, era stata incapace di muovere un passo, davanti ai suoi occhi si stendeva una cortina rosso sangue; un profondo sfinimento nell'anima e nel corpo che forse non avrebbe dimenticato per tutta la vita.

Poi, dedicò uno sguardo al volto del paziente che non aveva fatto in tempo a vedere fino a quel momento. Era un ragazzo di vent'anni dal viso infantile, le fattezze delicate e l'incarnato pallido, sembrava impossibile che qualcuno avesse voluto fargli del male. Mi Duo non conosceva i particolari, ma a vedere quel giovane sdraiato in un letto d'ospedale, fragile e indifeso, aveva provato una pena indescrivibile come per un fratellino, e dire che lei era la più piccola di casa.

Più tardi aveva saputo dai poliziotti incaricati delle indagini che si chiamava Zuo Xiaobing, all'età di dodici anni era stato dato in affidamento al padre dopo il divorzio dei genitori. La madre si era sposata di nuovo, era andata a vivere in un'altra provincia e lui non l'aveva più rivista. Quando il padre aveva ripreso moglie, lui era tornato a vivere con la nonna materna, che si era occupata di lui da piccolo. In famiglia la situazione economica era precaria e non aveva finito le superiori, per un po' aveva venduto giornali, poi fatto trasporti con un carretto a tre ruote, alla fine aveva messo su una bancarella di frutta. Lavorava dalla mattina alla sera, la merce era di buona qualità e i prezzi erano onesti, chi era a conoscenza della situazione provava pena per lui e gli comprava la roba. Con l'andar del tempo, un mercante che per anni aveva avuto un banco nella zona si era infastidito e aveva chiesto a un gruppo di teppisti di cacciarlo via. Zuo Xiaobing era testardo, si era rifiutato di andarsene e aveva risposto per le rime a quei balordi che, infuriati, gliel'avevano fatta pagare.

Durante la sua degenza, Mi Duo gli aveva prodigato tutte le cure possibili. E lui ormai la considerava una sorella, anche se per rispetto la chiamava dottoressa Mi. Quando le sue condizioni si furono stabilizzate, venne dimesso dall'ospedale. Il fruttivendolo pagò le sue spese mediche e qualcosa come risarcimento ma, chissà come, riuscì a evitare le sanzioni penali.

La nonna accusò il colpo e per il dolore, la pena e la rabbia si ammalò e morì poco dopo. Da quel giorno del ragazzo non si ebbero più notizie. Mi Duo cercò di informarsi ma senza successo. Erano passati ormai alcuni anni e Mi Duo non ricordava neanche più che aspetto avesse, rimaneva soltanto la memoria delle ferite che gli costellavano il corpo e del pallore inerme di quel viso nel letto d'ospedale.

Circa quattro mesi prima, il suo ospedale aveva preso accordi con chi di dovere per il prelievo degli organi di due condannati a morte. Se ne sarebbero dovuti occupare due medici del reparto di nefrologia, ma all'ultimo momento uno dei due non aveva potuto, e l'altro medico che conosceva Mi Duo e sapeva che non aveva impegni urgenti, aveva chiesto di portarla con sé.

Quando giunsero al luogo dell'esecuzione, i condannati erano appena arrivati, i due medici mostrarono le loro autorizzazioni, indossarono le mascherine e salirono sul camion per fare l'iniezione che serviva a ritardare la coagulazione del sangue e a conservare in vita gli organi che dovevano essere espiantati. Mi Duo ebbe una sensazione strana, faceva il medico da anni ed era abituata al sangue e alla morte ma nell'ambito dell'ospedale, lì era diverso.

Mentre iniettava uno dei detenuti, lei senza volerlo lo guardò in viso e rimase sconvolta. Era scarmigliato e aveva il volto cereo e coperto di lividi ma Mi Duo lo riconobbe all'istante, era Zuo Xiaobing il ragazzo che con tutte le sue forze aveva strappato agli artigli della morte!

Nella sua mente già si confondevano i ricordi di ciò che accadde poi. Le sembrava di ricordare che si era tolta la mascherina e aveva fissato Zuo Xiaobing con gli occhi sgranati. Lui l'aveva riconosciuta, i suoi occhi dallo sguardo vuoto si erano illuminati di un bagliore che si era spento subito dopo. Mi Duo aveva aperto bocca senza dire nulla, anche Zuo Xiaobing stava per parlare ma si fermò. Alla fine, in silenzio lei meccanicamente gli fece l'iniezione, mentre una tempesta di pensieri le agitava la mente.

Dopo dieci minuti, le guardie fecero scendere i condannati dal camion, in quel momento Zuo Xiaobing si voltò a guardare Mi Duo, nei suoi occhi lesse il dolore, la disperazione e forse un'ombra di vergogna. L'esecuzione terminò rapidamente. I medici dovevano estrarre i reni e i bulbi oculari, Mi Duo intenzionalmente evitò il cadavere di Zuo Xiaobing, non aveva il coraggio di avvicinarsi a quel corpo che aveva lottato così tanto per salvare e che ora giaceva senza vita. L'altro medico disse, ad un tratto: "A quest'uomo manca un rene".

Davanti agli occhi offuscati di Mi Duo riapparve la cortina color sangue di tre anni prima.

"Ecco la scintilla a cui ti riferivi. – Disse Mi Duo fissando la volta stellata in lontananza. – Avrei voluto sapere di cosa era colpevole ma mi sono sempre imposta di non chiederlo, come se la cosa non mi riguardasse. Ma dopo quell'episodio non sono più riuscita a concentrarmi sul lavoro. Ogni volta che ero al tavolo operatorio dubitavo di quello che stavo facendo e mi chiedevo se, dopotutto, avesse un senso. Lo so che forse stavo esagerando, ma a quel punto non ero più capace di controllare il mio umore. C'erano anche altri problemi che mi angustiavano e alla fine decisi di andarmene".

Durante tutto il discorso Pu Ke non aveva detto una parola, c'era stato soltanto un lieve cenno di assenso quando lei aveva nominato Zuo Xiaobing. Cadde il silenzio, Mi Duo si voltò e vide che lui la guardava con la tristezza negli occhi. Sentì muoversi qualcosa in fondo al cuore. Era come se quell'uomo di poche parole dall'espressione tranquilla avesse risvegliato in lei sensazioni a lungo sopite, una capacità di reagire agli eventi, di essere attratta dalla vita e dai fenomeni della natura, la voglia di riflettere e analizzare a fondo le ragioni dell'esistenza.

In un tono che non rivelava alcun intento consolatorio, lui le disse: "Sai, spesso nella vita siamo costretti a fare i conti con errori che non abbiamo commesso". Fece una pausa rivolgendo lo sguardo verso l'immensità del cielo notturno. "Ora però penso di comprendere cosa hai provato".

Mi Duo e Pu Ke non sapevano a che ora fosse finito il party quella sera. Quando riemersero dalla conversazione, la stanza era vuota e il padrone di casa era già andato a dormire.

冯华

《如影随形》

 

 

第一章

 

米朵是在一次朋友聚会上认识普克的。那时米朵从医院辞职已经两个月,除了偶尔独自外出看一场电影,大部分时间都是闷在房间里看书、听音乐。米朵的一位朋友要出国,大家便找了一个星期六的晚上办了一个派对,米朵也被拉了去。参加派对的人很杂,认识的朋友没几个,朋友的朋友倒是一大堆,互相介绍,彼此寒暄,都是一些场面上的套话,米朵心里有点不耐烦,一个人缩在角落的沙发上翻杂志。这时米朵的朋友拉了一个陌生人走上前向她介绍。米朵只得站起来和那人握手。

朋友介绍说那人是市公安局六处的普克,接着向普克介绍说这是省人民医院——还没说完,米朵忙打断说:"我已经不在那儿了。"

朋友有些吃惊,一问才知道米朵已经从医院辞职了。米朵简单地说:"以后有空再细说吧。"她没太注意朋友的惊诧,倒是注意到普克的神情。普克微笑地看着米朵说话,并不插话,但目光显得很专注。米朵不知咋的,隐约对普克产生了一种似曾相识的感觉。三个人聊了一会儿,朋友便到别处忙去了,只剩下米朵、普克站在那儿。

米朵有些好奇地说:"你看上去不太像公安。"普克皮肤白晰,瘦高个儿,俊朗斯文,像是大公司里的白领,或是机关里做文案工作的。但米朵刚才已经听朋友说了,普克在市公安局刑侦处工作,专门负责办理刑事案件。

普克微笑起来:"你也不像我印象里的医生呀。"

"你印象里,医生是什么样?"

"表情平淡,目光冰冷,对任何现象都没有好奇心。"

米朵笑了。"哦,本来我都不明白我怎么会辞职,原来是好奇心太重。"她想普克现在有点像公安了,他一眼就看出米朵对他有好奇心。

普克问:"你不喜欢做医生?"

米朵摇摇头,也不知是想表达她不喜欢做医生,还是对普克的问题做出否定回答。本来这段日子她的心情一直很郁闷,没有像她期望的那样因为脱离了医院就好转起来。有时她也很想和什么人谈一谈话,可试过几次,总是很难深入下去,弄得她很失望,既是对谈话的对象,也是对她自己。此刻,面对着几乎还是陌生人的普克,她忽然很奇怪地产生了一种交谈的欲望。普克的目光沉着、专注,但并不给人以咄咄逼人的感觉,他的嗓音清朗悦耳,语速适中,显出从容不迫的样子。

米朵低头沉吟了一下,抬头望着普克说:"我也在考虑,当初选择上医学院,现在选择离开医院,真正的原因是什么,自己也一直不能确定。"她停顿了几秒钟,普克只是温和地看着她,并没有插话。她想了想,又接下去说:"刚学医的时候,我都有点被吓呆了,觉得人体是一个那么复杂庞大的系统,简直像另一个世界。而我拿着手术刀,就可以影响、改变,甚至操纵这个复杂的人体世界,所以那时候我感觉挺自豪。后来遇上几件事,具体情况三言两语也讲不清。总之慢慢地,我发现人体世界的复杂可以有极限,而人的心理世界完全是无限的。不过,我倒不是因为好奇心发生了转移才辞职,我也说不清,也许跟我遇到的那些事情有关吧。"

说到这儿,米朵觉得自己的思路有些乱,便停下来。

普克说:"现在你倒是让我产生好奇心了。"

米朵笑着问:"你对哪部分有兴趣?"

普克认真地说:"一般说来,一个人在作出某项重大决定前,往往有一个逐步积累的过程。不过,到了最后关头,又大多有一个激发决定的导火索。如果没有什么不方便,能不能讲讲引发你辞职的导火索是什么?"

米朵笑着说:"果然是搞刑侦的,很善于诱供呵。不过,我倒真想跟你说说这件事,因为说起来还与你的职业有点关联呢。"

房间里的灯忽然暗下来,又响起了轻柔的音乐,原来有人开始跳舞了。不跳舞的人也不再到处乱走,而是各自找了位置坐下。米朵和普克相视而笑,有点无可奈何。他俩面对面站着,也许在别人眼里像是准备跳舞的样子,可普克并没有邀请的意思,米朵正好也不喜欢跳舞,停了一下,她问普克:"还要听吗?"

普克说:"当然。不过,我们可不可以到阳台上去,那里静一些。"

米朵心里正在这样想,只是犹豫着不知该不该直接讲,听普克说出来,不由有点吃惊。她点点头,两人一前一后到了阳台。这套房子在一幢二十四层公寓楼的高层,风很大,使炎热的夏夜变得十分凉爽。

米朵深深吸一口气说:"真舒服。"她总是不太喜欢呆在密不透风的空调房间里,她的房子里也装有空调,但她自己却很少用,宁愿一次次汗湿,再一次次冲凉。她站在阳台上,看到夜空里正是一轮满月,只是覆了一层薄薄的轻雾,使得月光格外温柔,耳朵里被呼呼的风声灌满。高层公寓的下面,是闪烁的华灯。这一切带给她一种既熟悉又陌生的心境,或许正是这一夜的心境给这一切染上情绪的色彩。她说不清,但她却开始对普克讲述对她产生很大影响的那件事。

三年前的一个周日,米朵是外科的值班医生。急诊室送来一位垂危病人,被人用匕首刺穿脾脏及左肾,大量失血,送到医院时血压已接近于零。米朵及另一名医生同时上手术台进行抢救,等剪开病人衣服后,发现身上其他部位还有十几处刀伤,有轻有重。米朵还是第一次遇见同时受这么多伤的患者,另一位医生和她年纪相仿,临床经验却还不及她丰富,两人一时间简直慌了手脚。稍后米朵冷静下来,与同事合作,她处理伤势最重的脾脏及肾脏,同事处理其他伤口。手术共进行了十二个半小时,修补了脾脏,摘除了左肾,患者身上总计缝合一百六十三针。抢救过程中,除去上了一次洗手间,米朵连眨眼睛都怕浪费时间。手术结束后,她很长时间都挪不动步子,眼前只有一片血光,那种钻人身心深处的疲劳,可能一生都难以忘记。

之后,米朵去看了那个在手术台上她没有来得及看到面孔的病人。他是个ZO岁的小伙子,长着一张孩子气的面孔,眉眼清秀,脸色苍白,让人无法相信有人会对这样一个孩子下手。米朵不了解具体情况,但她一看到这个躺在病床上虚弱无助的大男孩,就有种难以言喻的心痛,仿佛是她自己的亲弟弟一样,而米朵在家里是最小的一个。

后来米朵又从来医院调查案情的办案人员那里得知,这个叫左小兵的男孩,父母在他12岁时离异,他被判给父亲,母亲后来远嫁他省,再也没来看过他。父亲再婚后,他就跑回将他从小带大的外婆家住。外婆家境也不宽裕,他高中没读完就辍了学,卖了一阵子报纸,蹬了一阵子三轮车,最后摆了一个水果摊卖水果。他起早贪黑地干,因为货真价实,知情人又同情他的处境,都愿意光顾他的生意。  谁知这样一来触犯了旁边一家多年经营水果生意的摊贩,那家人暗自找了当地几个地痞,想将左小兵撵走。偏偏左小兵是个倔脾气,不仅不让步,言语也说得直来直去,惹得那几个地痞上了火,终于对他下了毒手。

左小兵住院期间,米朵一直无微不至地照顾他。左小兵也把米朵当做姐姐一样,不过言语间都是很尊重地称为米大夫。等到伤势基本恢复后,左小兵出院了。医疗费是找打伤他的那家水果贩子出的,但不知他们通过什么门路,居然免掉了刑事处罚,也没有给左小兵赔多少钱。

左小兵的外婆经过这一次打击,又痛又急又气,一病不起,过了不多久便去世了,而左小兵也自此没了踪影。这以后,尽管米朵多次打听左小兵的情况,仍然得不到一丝消息。几年过去,米朵觉得连左小兵的容貌都记不清了,她只是记得他身上那纵横交错的一道道伤口,还有病床上那张苍白无助的面孔。

大约四个月前,医院与有关部门联系好,要取用两位死刑犯的脏器。本来是由肾脏科两位男医生去的,不想其中一位临时有事,另一位与米朵相熟,见米朵没其他要紧事,便拖了米朵一同去。

到了行刑场,押解死囚的刑车也刚到,两名医生出示了有关手续后,戴上大口罩,上车给犯人打针,这种针的作用是使犯人死后体内血液短期内不能凝固,以保持所摘取脏器的活性。米朵心里有种很奇怪的感觉,虽然从医这么些年,鲜血和死亡已经不会令她心惊,但那些都是以医院为背景,而这里却笼罩着另一种气息。

米朵给一名犯人扎针时,不由自主地瞟了一眼那犯人的面孔,她一下子便惊呆了。尽管那人头发蓬乱,脸色灰暗,脸上还有一块块的青紫,米朵仍然一眼就认出,他就是米朵费尽气力从死神手里救回一命的左小兵!

接下来的事米朵已经有些模糊了。似乎是她摘掉了口罩,瞪大眼睛盯住左小兵。而左小兵也认出了米朵,一双木然的眼睛像有火花闪过,却又瞬息即灭。米朵张口想说什么,却一个字也吐不出,左小兵也像欲言又止的样子。两人到底还是什么都没说,米朵机械地为他进行注射,脑子里一片混乱。

十分钟后,荷枪的武警将犯人押下车,临下车时,左小兵回头看了一眼米朵,米朵看到那眼神里充满了悲哀和绝望,也许还有一丝丝愧疚。枪决很快执行。两名医生的任务是摘取肾脏和完整的眼球,米朵有意避开了左小兵的尸体,她实在没有勇气面对那具她曾为之付出过心血而今却已失去生命的身体。负责左小兵的医生忽然说:"咦,这人少一个肾。"

米朵觉得眼前一片模糊,像是三年前抢救完左小兵后眼前的那片血光。

"看,这就是你说的导火索吧。"米朵凝视着遥远的星空说,"我很想知道左小兵犯了什么罪,但我一直控制着不去问,就像跟我完全没有关系一样。可那以后,我觉得我没办法集中精力工作了。一上手术台,心里就怀疑自己究竟在做什么,做的有没有意义。我当然知道自己有些一叶障目,可我真的控制不了情绪。再加上以前一些困扰我的事,我还是决心离开了。"

在整个的讲述过程中,普克都没有怎么作声,只是当米朵提到左小兵的名字时,他轻轻地"嗯"了一声。讲完后,两人都有一会儿没说话。米朵转过脸来,看见普克用一种忧愁的眼神注视着她。米朵一下子觉得心里有什么被悄悄触动了。有一种沉寂已久的情绪,那种会为某事所触动,会被生命和自然现象所吸引,会对生活进行深层思考和探究的情绪,被眼前这个言语不多、表情平和的普克唤醒了。

普克用一种并非安慰的语气说:"你知道,我们生活在这个社会里,常常得面对很多错误,尽管那些错误并不是我们犯下的。"他停了停,目光转向浩瀚的夜空,"不过,我现在有点理解你的心情了。"

那个晚上的派对是什么时候结束的,米朵和普克都不知道。等他们从谈话中清醒过来时,满屋子的客人都已走光,而房主已经在卧室睡着了。

 

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