Elodie Brosseau: racconto la Cina con la mia cinepresa
  2013-03-11 11:30:38  cri

Elodie Brosseau è francese e ha 37 anni. Nonostante ami vestire in modo semplice, ha un portamento molto elegante. Vive da molti anni in Cina ed è una grande appassionata di cultura cinese, e forse, proprio per queste ragioni, ha scelto di fare la regista cinematografica e raccontare la Cina… così come appare ai suoi occhi. Elodie è molto soddisfatta del suo lavoro.

Nel 1991, per la sua prima volta in Cina, la giovane regista scelse la capitale Beijing. In quel periodo la politica di riforma e apertura era ormai in corso da dieci anni, e sempre più città si erano aperte al mondo. Elodie rimase profondamente colpita dalla storia, dalla vitalità della Cina e, in particolar modo, dalla cordialità dei pechinesi che incontrava durante le sue passeggiate tra gli hutong per assaporare il fascino di Beijing e la cultura tradizionale cinese:

"Mi ricordo che quando passeggiavo tra i vicoli della città, i pechinesi erano molto gentili e, anche se non mi conoscevano, mi invitavano ad entrare nelle loro case a bere del tè e a chiacchierare con loro. In Francia non siamo così. Abbiamo una cultura diversa e un modo diverso di comunicare. Da noi è difficile che qualcuno apra la porta di casa con una cordialità del genere."

Seguendo le tracce della cultura tradizionale cinese, Elodie è stata nella provincia del Sichuan per visitare la più grande statua del buddha Maitreya esistente al mondo, ovvero il Buddha gigante di Leshan, da cui è rimasta profondamente colpita, e poi a Xi'an, nella provincia dello Shaanxi, dove ha visitato l'Esercito di Terracotta dell'imperatore Qinshihuang, che ha fatto completamente innamorare la giovane francese della cultura cinese.

"Ho realizzato all'improvviso che, quando ero piccola, al telegiornale avevo sentito parlare dell'esercito di terracotta, ovvero del mausoleo del primo imperatore cinese. Mi ricordo che ne ero rimasta così colpita da dire a me stessa che quando sarei stata grande l'avrei visitato sicuramente."

E così è stato. La Cina era nel suo destino sin da piccola. Anche la madre di Elodie, che è una sinologa, influenzò la figlia, al punto che la ragazza maturò molto presto l'idea di andare in Cina. Subito dopo aver conseguito la maturità, studiò cinese per 5-6 anni all'Istituto nazionale delle lingue e civiltà orientali di Parigi.

Dopo la sua prima volta in Cina, Elodie è stata ancor più determinata a conoscere e a studiare la cultura cinese, e ritenendo di grande interesse osservare, con gli occhi di una straniera, i fenomeni culturali di un altro paese, ha sempre cercato di trovare dei lavori collegati alla Cina: ha partecipato all'organizzazione di una mostra tematica sulla Cina, ha aiutato una Tv europea a svolgere un'indagine di mercato a Shanghai e ha addirittura interpretato una parte in due serial televisivi cinesi.

Dopo aver visitato molte città cinesi, tra cui Beijing, Shanghai, Hangzhou e Xiamen, nel 2010 ha studiato all'Accademia del cinema di Beijing, iniziando, nel frattempo a girare i primi film.

Elodie ha detto che i suoi impegni di studio sono molto intensi e che ogni giorno frequenta diverse lezioni, tra cui quelle di storia del cinema e di sceneggiatura. Nonostante le difficoltà di alcuni corsi, l'interesse per i suoi studi è rimasto immutato:

"Mi piace molto il cinema degli anni '30 per i sentimenti che esprime e per la profondità di ogni scena. Mi piace soprattutto il senso dello spazio all'interno delle scene. I film in cui i personaggi riescono ad esprimere i propri sentimenti sono particolarmente intensi e affascinanti."

Elodie ha da poco terminato la sua ultima opera dal titolo "Le case- grotte: un altro modo di costruire", un film che racconta, così come appare agli occhi di una straniera, il processo di costruzione delle yaodong, ovvero le case-grotte, le tipiche abitazioni diffuse nel nord della provincia dello Shaanxi, descrivendo la loro cultura e la vita quotidiana degli abitanti.

"Ho filmato il processo di costruzione delle case-grotte, raccontando anche la vita dei locali. Ho girato per due mesi, un mese in estate e l'altro in inverno. Durante le riprese, ho scoperto che questa è davvero una tecnica grandiosa. Ho incontrato molti artigiani che lavorano la pietra, falegnami e anche dei maestri di fengshui, l'antica arte geomantica cinese. Ho vissuto con loro, ho mangiato con loro, ora siamo tutti buoni amici."

Alla fine del 2012 quest'opera è stata premiata come patrimonio immateriale del Festival internazionale del cinema etnico. La ragazza, emozionantissima per il premio, ha detto che lo porterà nel nord della provincia dello Shaanxi per farlo vedere ai suoi amici e fargli conoscere il valore della loro cultura delle yaodong.

Elodie non nutre un forte interesse solo per l'architettura tradizionale cinese, ma anche per le religioni cinesi, e ha il coraggioso progetto di girare un documentario proprio su quest'ultimo argomento:

"Penso che gli occidentali non conoscano bene la vita quotidiana in Cina. La Cina è enorme e quindi estremamente varia. Penso che illustrerò la cultura del Taoismo parlando di uno straniero che pratica il Tao in Cina."

Nel tempo libero, Elodie ama molto passeggiare al mercato dei contadini vicino al campus universitario, nella caratteristica zona della Torre del Tamburo o al giardino imperiale Yuanmingyuan, distrutto nel 18° secolo, per ammirarne il paesaggio innevato. Elodie a volte si dedica alla cucina e riesce persino a preparare il famoso piatto cinese, il pollo alla Gongbao (gongbao jiding). Tutto ciò per lei è fonte di ispirazione.

Elodie ha detto che sta per terminare il suo corso di perfezionamento a Beijing. Il futuro per molti aspetti è difficile da prevedere, ma i luoghi in cui andrà e quello che farà saranno tutti legati alla Cina.

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