L'anno 1398 vide la morte dell'imperatore Taizu dei Ming, Zhu Yuanzhang. Quando la notizia arrivò a Beipingfu, passata capitale della dinastia mongola Yuan, il potente re Yan, Zhu Di, lanciò una guerra verso il sud. Quattro anni dopo, egli riuscì a conquistare la capitale dei Ming, Nanchino, estromettendo dal trono il nipote, l'imperatore Jianwen, Zhu Yunwen. Tuttavia la salita al trono di Zhu Di non ottenne il favore dei ministri del nipote, ed il disprezzo per lui pervase la corte e si insinuò fra la popolazione come una peste. Nella capitale Nanchino, l'imperatore si sentiva gravemente minacciato, perciò ricordava spesso la sua sede di re Yan, Beipingfu.
Beipingfu, capitale della dinastia Yuan, era stata costruita dai Mongoli secondo le tradizioni dell'etnia Han. La struttura urbana corrispondeva perfettamente alle richieste dell'antico testo di scienza e tecnologia "Kaogongji", impregnato di rispetto per la dottrina confuciana.
Zhu Di chiamò in segreto un maestro di Fengshui (geomanzia) di nome Zeng Congzheng, e gli ordinò di tornare immediatamente a Beipingfu e di cercare una sede adatta per erigervi un edificio di significato speciale. Diversi mesi dopo, dopo un'attenta osservazione, il maestro Zeng la trovò a sud-est della porta Lizheng. Secondo la teoria dello Yin-Yang e dei cinque elementi, il sud ha un significato speciale, ossia Yang, positivo, ed è la posizione del cielo.
Nel 1406 a sud di Beipingfu iniziarono così i lavori di costruzione di questo edificio, su misterioso ordine dell'imperatore Chengzu, Zhu Di, dei Ming. Il vice ministro della Costruzione, Kuai Xiang, che era stato carpentiere, fu responsabile della supervisione del progetto.
Sulla base della scelta del maestro di Fengshui Zeng Congzheng, oggi il pubblico può ammirare un complesso di splendidi edifici: il Tempio del Cielo.
Il Tempio del Cielo occupa un'area di 273 ettari, ed è costellato di grandiosi e splendidi edifici in un ambiente quieto e solenne. Due cerchie di mura lo suddividono in due parti, interna ed esterna. In quella interna si concentra la maggior parte degli edifici, tra cui la Sala Huangqiongyu, dell'Arco Celeste, che accoglieva le tavolette degli antenati della famiglia imperiale, la Sala Qinian, della Preghiera per il Buon Raccolto, il Palazzo dell'Astinenza, chiamato anche "piccola Città Proibita", il Muro dell'Eco, la Pietra dei Tre Echi, e le Pietre delle Sette Stelle.
Dopo vari restauri e ricostruzioni nel corso della storia, il complesso del Tempio del Cielo rappresenta il massimo livello architettonico delle dinastie Ming e Qing, è un capolavoro dell'architettura tradizionale cinese e il complesso di edifici per le cerimonie al cielo più grande del mondo.
Naturalmente il tempio che vediamo oggi è molto diverso dal Tempio del Cielo e della Terra costruito in 14 anni dal vice ministro della Costruzione della dinastia Ming, Kuai Xiang. Allora nessuno era in grado di capire perché Kuai Xiang avesse costruito degli edifici totalmente diversi dai templi precedenti. L'edificio principale del Tempio del Cielo era la Sala Dasi, del grande sacrificio. Visto che la sala venne presto demolita, e al tempo non esisteva alcuna tecnica fotografica, e quindi fotografie, possiamo solo trovare alcuni dati nelle descrizioni dei testi storici. Era una costruzione quadrata ricoperta di tegole gialle, con un tetto doppio, su una terrazza di marmo. Oggi la Sala Ningxi dell'Ufficio della Musica Divina, situato vicino alla porta occidentale del Tempio, esprime ancora lo stile architettonico dell'epoca dell'imperatore Yongle. Dal suo aspetto possiamo immaginare la forma fondamentale della Sala Dasi, che era più un palazzo lussuoso che un altare di sacrifici al cielo. Forse questo è il motivo per cui la sala fu ristrutturata più volte.
Agli inizi dell'umanità, il desiderio di un clima favorevole per poter avere un raccolto abbondante, nonché il terrore dei tuoni e dei fulmini, originarono un costante culto del cielo presso tutte le nazioni del mondo, con vari tipi di cerimonie di invocazione della protezione delle divinità celesti.
Secondo le registrazioni storiche, le prime cerimonie ufficiali al cielo in Cina si possono far risalire alla dinastia Xia, al tempo della società schiavista. I sovrani delle varie dinastie si dicevano "figli del cielo", e rispettavano profondamente il cielo e la terra, ritenendo che la loro autorità fosse concessa dal cielo. Quindi la salita al trono doveva essere comunicata al cielo e alla terra, per dimostrare che il potere proveniva dal cielo, solo così potevano governare stabilmente.
Zhu Di non era affatto il successore al trono scelto dal padre, visto che vi era salito dopo aver eliminato l'imperatore Jianwen. Per la scorrettezza del metodo usato, egli si sentiva sempre minacciato, quindi ricorse ai sacrifici al cielo per consolidare il proprio potere e dimostrare al popolo di essere figlio del cielo. Fece anche costituire il Tempio del Cielo nella capitale del suo regno, il cui nome da Beipingfu era ormai diventato Beijing. Zhu Di organizzò di persona la cerimonia più solenne in onore del cielo, in seguito, come avesse ottenuto il suo sacro permesso, non soltanto riuscì a consolidare il suo potere, ma anche i suoi decreti vennero rispettati.
Nell'anno 1421, Zhu Di realizzò finalmente il suo desiderio di trasferire la capitale a Beijing. Tuttavia il Tempio del Cielo, costruito per ordine dell'imperatore Ming Chengzu, appariva troppo semplice. Attraverso la Sala Ningxi, costruita all'epoca, possiamo capire che la costruzione principale del Tempio del Cielo e della Terra assomigliava più ad un palazzo del mondo umano che a un tempio di sacrifici al cielo. La sua forma quadrata offrì molte occasioni di intervento nelle epoche successive.
Nell'anno 1521, il quindicenne Zhu Houcong, figlio del re Xingxian, arrivò d'urgenza a Beijing da Anlu, nello Hubei. Si tratta dell'imperatore Jiajing. Nessuno avrebbe mai previsto che l'imperatore fosse molto scontento della forma quadrata della Sala Dasi, usata per la sua cerimonia di salita al trono, per cui ordinò più volte ai ministri di cambiarla.
Nove anni dopo l'imperatore nominò il primo ministro Xia Yan responsabile della costruzione di un altare rotondo a sud della Sala Dasi, e cambiò ufficialmente il nome del Tempio del Cielo e della Terra in Tempio del Cielo. Xia Yan ricordò anche all'imperatore che all'inizio della dinastia dei Zhou occidentali, le norme rituali stabilivano che in occasione del solstizio d'inverno si dovevano tenere dei sacrifici su un altare rotondo. La forma e la dimensione dell'altare dovevano corrispondere alle norme del Classico dei Mutamenti, così da impregnare l'intera costruzione dei misteri del cosmo. Jiajing espresse un tacito accordo, anche se in cuore pensava a tutt'altro.
Sul piano più alto dell'altare, del diametro di 9 metri, la pietra rotonda al centro è circondata da 9 serie di lastre a forma di ventaglio, in progressione secondo i multipli del 9. L'altare, di tre piani, è fatto del più prezioso tipo di marmo bianco cinese. Le terrazze hanno la forma del "Monte Sumeru", che in Cina fece da base ai maggiori edifici dopo l'introduzione e la diffusione del Buddismo dopo le Sei Dinastie, dal 3° alla fine del 6° secolo d.C.
Questo tipo di altare aperto è una tipologia speciale dell'architettura tradizionale cinese, molto diversa dagli edifici sacri europei. Infatti non persegue il senso di mistero della divinità, ma cerca di esprimere la grandezza e l'ampiezza della natura. Privo di maestose statue di divinità, esprime l'armonia dell'uomo con il cielo e la terra tramite le cerimonie di sacrificio.
Per creare una misteriosa atmosfera da altare celeste, nelle quattro direzioni delle due cinte murarie vennero erette le porte Lingxing, formate da colonne decorative nello stile degli Huabiao, con dei disegni di nuvole sulla parte superiore, che indicano l'ingresso nel mondo celeste. Anche i nomi delle quattro porte, Chengzhen a nord, Taiyuan a est, Guangli a ovest e Zhaoheng a sud, sono speciali, visto che significano crescita, abbondanza, corrispondenza ed equilibrio, citati nel Classico dei Mutamenti.
Delle due cinte murarie, quella esterna è quadrata e quella interna rotonda, per rappresentare il cielo rotondo e la terra quadrata.
Gli antichi cinesi chiamavano "cielo" il cosmo, che secondo loro ruotava come una sfera chiusa, e chiamavano "terra" i campi coltivati, che permettevano la sopravvivenza, considerandoli come una piattaforma quadrata. Ecco l'origine del concetto di cielo rotondo e terra quadrata, ed anche il motivo per cui gli edifici tradizionali cinesi prestano attenzione alle regole naturali e all'armonia tra uomo e cielo.
Questo altare di marmo bianco ospitò centinaia di solenni cerimonie imperiali di sacrificio e qui si realizzò il dialogo tra uomo e cielo.
Il Tempio del Cielo, dopo la trasformazione effettuata dall'imperatore Jiajing, diventò un complesso architettonico molto interessante dal punto di vista dell'acustica. I fenomeni di risonanza non sono pochi. Prendiamo ad esempio la pietra Sanyin, sulla via che porta alla Sala Huangqiongyu, dell'Arco Celeste: se si battono le mani per una volta si sentono tre echi, il che significa che i sussurri umani si possono udire chiaramente in cielo, ossia ogni comportamento umano viene visto dalle divinità celesti.
Il Muro dell'Eco è il muro di cinta della Sala dell'Arco Celeste. Per la sua perfetta concavità e la superficie liscia, che facilitano la riflessione delle onde sonore, se si parla ad un'estremità, il suono si diffonde lungo l'intera parete, un effetto interessante che crea un'atmosfera di corrispondenza tra uomo e cielo.
Sin dall'antichità, i cinesi privilegiano il collegamento fra il suono e l'universo. Le vibrazioni sonore stimolano i canali dell'energia, facendoli entrare in una dimensione particolare. Il filosofo Laozi disse: il silenzio è il suono più bello e possente. Oltre all'importanza di tornare alla semplicità dal punto di vista artistico, ciò indica anche un suono che supera la capacità di percezione umana e comunica con il cosmo. I fenomeni acustici degli edifici del Tempio del Cielo sono rari nell'architettura tradizionale cinese, ed esprimono l'avanzata conoscenza dei fenomeni di fisica degli antichi cinesi.
Nell'anno 1530 l'imperatore Jiajing fece costruire la Sala dell'Arco Celeste, che ospitava le tavolette dell'Imperatore Celeste e degli avi dell'imperatore. Di forma sempre rotonda, si estende verso l'esterno dalla cima rialzata, ed è ricoperta di tegole blu, con la cima dorata, in modo da portare la visione verso l'infinito arco del cielo. Costruita in legno e mattoni, la Sala Huangqiongyu non dispone di travi, ma è del tutto sostenuta da 16 pilastri rotondi, che reggono le mensole del tetto e il magnifico soffitto a pozzo (zaojing). Vale la pena ricordare che grazie alla trasformazione attuata dalla famiglia di architetti Lei al tempo della dinastia Qing, l'ampiezza delle mensole e del soffitto a pozzo risulta unica nell'architettura tradizionale cinese. All'interno, la sala trabocca di dipinti policromi di draghi e fenici, mentre il soffitto risulta blu e verde, con un drago dorato al centro, il che lo rende simile ad un grande e prezioso ombrello blu.
Anche il ponte Danbi si deve all'imperatore Jiajing, che fece suddividere la strada antistante e il ponte in tre parti: la via sacra al centro, riservata alla divinità; la via imperiale ad est, riservata all'imperatore, e la via reale ad ovest, riservata a re, ministri e nobili, secondo un severo sistema gerarchico.
Dopo la costruzione dell'altare rotondo, i riti in onore del cielo vi vennero trasferiti dalla Sala Dasi, che tuttavia non fu dimenticata dall'imperatore Jiajing. Nell'anno 1540, Jiajing ne ordinò infatti la demolizione, facendo costruire sul sito la Sala Daxiang, di forma rotonda. Il concetto perseguito da Jiajing è sempre quello del cielo rotondo e della terra quadrata.
La Sala Daxiang era un edificio rotondo in legno, con un tetto a punta a tre spioventi, anteriore all'attuale Sala Qinian. Secondo una leggenda, terminati i lavori della sala, un monaco taoista avvisò l'imperatore che l'area a sudest della sala era vuota, il che non giovava alla stabilità dello stato, quindi occorreva sistemarvi delle pietre per stabilizzarla. Un fervente seguace del Taoismo, Jiajing non osò sottovalutare la proposta, così nacquero le Pietre delle Sette Stelle, un famoso sito del parco del Tempio del Cielo.
La necessità delle sette pietre è legata ad una concezione tradizionale. Gli antichi cinesi chiamavano i sacrifici al cielo "Feng" e quelli alla terra "Shan". Il primo sacrificio Fengshan registrato nei testi storici è quello dell'imperatore Qinshihuang sul monte Taishan. In seguito, tutti i sovrani meritevoli tennero i sacrifici Fengshan sul Taishan. Tuttavia il viaggio al monte era lungo e costoso, quindi dopo l'imperatore Zhenzong della dinastia Song, i sovrani cinesi iniziarono a costruire dei templi nei pressi della capitale in sostituzione del monte Taishan. Le Pietre delle Sette Stelle del Tempio del Cielo rappresentano proprio le sette vette del massiccio del Taishan. Le incisioni su ognuna delle pietre sono miniature del monte. Queste pietre diventarono così una parte della cultura cinese dei sacrifici al cielo. Tuttavia oggi le pietre sono otto. Si dice che la più piccola sia stata aggiunta dall'imperatore Qianlong dei Qing. Qianlong, che governava la Cina con la dottrina confuciana, sperava che il regime mancese, proveniente dal nord, si integrasse meglio con le altre etnie cinesi, per cui ordinò appositamente di aggiungere una collinetta artificiale alle sette pietre, a simbolo della dinastia mancese Qing.
Nel 1751, il Tempio del Cielo vide l'inizio di un altro grande intervento: gli artigiani entrarono nella Sala Daxiang, sostituendo le tegole originali blu, gialle e verdi dei tre piani del tetto con delle tegole smaltate blu. La Sala venne chiamata Qinian, ossia della preghiera per il buon raccolto.
In Cina l'uso del colore in architettura non è mai casuale. Infatti l'architettura tradizionale cinese possiede delle rigide regole in materia. Ad esempio, i palazzi imperiali sono sempre ricoperti di tegole gialle, e all'interno è spesso presente il colore giallo, perché è il colore del centro, circondato dagli altri colori, essendo il più nobile. Le tegole blu della Sala Qinian simboleggiano una progenie eterna e la tendenza verso l'alto, al pari della salita al cielo.
La Sala Qinian, un'altra opera della famiglia di architetti Lei, è un capolavoro famoso in tutto il mondo. Invece di usare travi o arcarecci lunghi, nella sala sono colonne di legno di sandalo e strutture ad incastro a sostenere il tetto. Le 28 colonne di legno di sandalo simboleggiano le stagioni, i periodi del calendario lunare e le costellazioni. Il numero indica anche il ciclo infinito del tempo e lo spirito della giustizia celeste, che insieme alla forma rotonda dell'edificio contengono anche un profondo significato filosofico.
All'interno, il soffitto a pozzo, decorato con nove draghi, è molto raffinato. L'inserimento degli oggetti rituali riflette il concetto di priorità all'agricoltura degli antichi cinesi, ed esprime anche il significato di sala della preghiera per il buon raccolto. Solo un clima favorevole permette il benessere della popolazione. Nella veste di interlocutore del cielo, l'imperatore era responsabile di comunicare al cielo gli auspici popolari, era una figura fra l'uomo e la divinità, ad espressione del concetto di unione tra uomo e cielo e anche del ruolo sacro del sovrano di comunicare con il cielo.
La Sala Qinian fu distrutta dall'incendio provocato da un fulmine nel 1889. Si dice che allora le colonne fossero di legno profumato, e che il profumo si sentisse anche a chilometri di distanza. L'anno successivo l'imperatore Guangxu dei Qing fece ricostruire la sala.
Nei suoi 60 anni di regno, l'imperatore Qianlong dei Qing compì dei sacrifici al Tempio del Cielo per ben 59 volte, incrementandone la dimensione come mai prima. Oltre a ristrutturare il complesso di edifici, egli ordinò al re Zhuang, Xulu, di soprintendere il lavoro di pittura degli oggetti rituali imperiali. Un classico delle cerimonie della dinastia Qing, il lavoro venne completato nell'anno 1759, ossia 115 anni dopo l'ingresso dei Qing nella Cina centrale, un importante periodo di grandi cambiamenti per la società della dinastia Qing e di integrazione delle culture Han e Mancese. In questo arco di tempo, i riti della dinastia Qing si integrarono con i concetti confuciani, formando gradualmente un sistema maturo e particolare. Le cerimonie di sacrificio al cielo della dinastia Qing sono altamente rappresentative.
Secondo le regole cerimoniali della dinastia Qing, le cerimonie in onore del cielo si tenevano il giorno del solstizio d'inverno, perché nei periodi del calendario lunare è il giorno della ripresa del principio positivo Yang. Prima dell'evento, l'imperatore digiunava per tre giorni all'interno del Tempio del Cielo. Alle quattro e un quarto del mattino, suonava la campana del palazzo dell'Astinenza, dando il segnale di inizio della solenne cerimonia. La campana sospesa nella Torre della Campana del Tempio del Cielo è ancora quella fusa durante il regno dell'imperatore Yongle dei Ming.
I sacrifici al cielo della dinastia Qing comprendevano le cerimonie del solstizio d'inverno in onore del cielo, quelle del primo mese lunare per il buon raccolto e quelle del solstizio d'estate per le piogge. Nei 127 anni dallo stabilimento alla maturità, le cerimonie in onore del cielo raggiunsero il massimo splendore al tempo dell'imperatore Qianlong.
Il Tempio del Cielo è il complesso architettonico di cerimonie al cielo più completo del mondo, e la sua sublime atmosfera è imparagonabile con i palazzi mondani.
Gli edifici principali, immersi fra antichi cipressi, si presentano ancora più solenni.
La progettazione generale e le tecniche di costruzione degli edifici e dell'ambiente del Tempio del Cielo intendono creare un'atmosfera ideale alla comunicazione tra uomo e cielo, ed esprimono chiaramente il rispetto degli antichi verso il cielo.
Oggi le misteriose cerimonie imperiali sono ormai diventate cose del passato, tuttavia, dalle scene attuali è ancora possibile immaginare le grandiose scene di un tempo, il che rende il Tempio del Cielo il più prezioso dono lasciato dalla storia all'umanità.