Il massiccio dei Monti Wudangshan, situato nella parte centrale del continente cinese, circa 600 anni fa era un famosissimo luogo sacro. In mezzo a monti ricoperti di foreste, emergono degli splendidi complessi di palazzi e templi imperiali, pervasi di un'atmosfera religiosa millenaria. Inoltre qui si tramanda un'antica leggenda: il principe ereditario del regno Jingle, della dinastia dei Zhou occidentali, quasi tremila anni fa venne qui a praticare il Dao, la dottrina taoista, e dopo 42 anni diventò immortale, lasciando un sogno di eternità perseguito per dei millenni dai posteri. Seguendo le sue tracce, sul massiccio è iniziato un viaggio millenario di trasmissione della cultura taoista. Nel 1994, il complesso di edifici classici dei Monti Wudangshan è stato inserito dall'Unesco nella Lista del Patrimonio culturale mondiale.
La comprensione e il rispetto della natura dei cinesi nascono dalla loro fede nel Dao (la Via), il cui antico ideogramma raffigura un uomo che cammina per strada. In cinese, Dao ha molti significati: via, direzione, metodo, ragione e virtù, ma il celebre pensatore cinese di oltre duemila anni fa, Laozi, assegnò al Dao un nuovo significato, di madre del cielo e della terra, di origine dell'universo. E' astratto, ma esiste indipendentemente, funziona in eterno senza mai cambiare, ed è la legge naturale dei mutamenti e dello sviluppo di ogni cosa nell'universo. Rispettare la natura vuol dire rispettare le tracce del movimento del Dao, solo così tutte le cose dell'universo possono essere perfette e armoniose. Con la fede nel Dao, le varie culture cinesi hanno originato il Taoismo, l'unica religione autoctona cinese. Insieme alla dottrina buddista e alla dottrina confuciana, il Taoismo influenza da millenni il concetto di vita dei cinesi.
La millenaria storia del Taoismo ci ha lasciato numerosi luoghi di pratica e diffusione, tra cui i Monti Wudangshan sono fra i più famosi, perché appartenevano alla famiglia imperiale. Il massiccio occupa la massima posizione nel Taoismo cinese, e viene chiamato "monte immortale".
I Monti Wudangshan si trovano nel territorio della città di Shiyan, nella provincia dello Hubei, nella Cina centrale. Dopo che il principe Jingle raggiunse l'immortalità, venne onorato come Imperatore Xuanwu. Visto che il monte è il luogo dominato dal solo Xuanwu, in cinese Dang, venne chiamato Wudang. Qui esiste il complesso di templi imperiali taoisti più grande e più antico della Cina.
In Cina esistono molti famosi monti legati al Taoismo, perché i templi e i palazzi dei Monti Wudang sono considerati i più splendidi della Cina? Chi li ha costruiti?
La costruzione degli edifici sui Monti Wudangshan origina da un famoso episodio storico:
Nel 1398, morì il primo imperatore della dinastia Ming, Zhu Yuanzhang, e il nipote Zhu Yunwen gli succedette sul trono col titolo di Jianwen. Per consolidare il suo potere, Jianwen decise di attaccare lo zio Zhu Di, il re Yan, che appresa la notizia, scatenò una ribellione.
Nel 1402, i soldati di Zhu Di entrarono nella capitale Nanchino, e Zhu Di ascese al trono col nome di imperatore Yongle. Dopo l'occupazione della capitale da parte del re Yan, l'imperatore Jianwen, ossia Zhu Yunwen, scomparve nell'incendio del palazzo. La sua scomparsa diventò un mito storico ancora irrisolto. Si tratta della famosa vicenda della "campagna di Jingnan". Impadronitosi del trono del nipote, Zhu Di non era ancora tranquillo, sapendo chiaramente che il suo comportamento violava gravemente l'etica feudale, il che metteva in pericolo la stabilità del suo potere. Come unire il paese e stabilizzare il regime? Zhu Di, che amava la verità, pensò a lungo come fare, finché gli venne in mente un grande personaggio, ossia il principe dell'antico Stato di Jingle, onorato dai posteri come il grande imperatore Zhenwu.
Dopo aver raggiunto l'immortalità sui Monti Wudangshan, Zhenwu, chiamato anche Xuanwu, diventò un importante esponente del pantheon taoista, che governa il nord del mondo. Secondo la dottrina taoista dei cinque elementi che compongono il mondo, il nord corrisponde all'acqua, quindi Xuanwu è anche chiamato la divinità dell'acqua, strettamente legata alla coltivazione agricola. Per la popolazione che aspirava ad una vita felice e incapace di controllare l'acqua, Xuanwu, in grado di padroneggiarla, diventò naturalmente la divinità più importante. Nel corso della dinastia Song, l'imperatore Song Zhenzong, sul trono dal 997 al 1022, per evitare la ripetizione del nome del nonno, l'imperatore Zhao Xuanlang, fece cambiare il nome Xuanwu in Zhenwu. Così il titolo di imperatore Zhenwu si è tramandato fino ad oggi. Il culto di Zhenwu godeva sia di una base popolare che di una tradizione imperiale, quindi per Zhu Di si trattava di un personaggio eccezionale da utilizzare. Circa il monte dove Zhenwu aveva praticato la dottrina, Zhu Di elaborò un enorme progetto.
Salendo sui Monti Wudang, dall'ampio panorama emerge che le numerose cime si inclinano naturalmente verso un punto centrale, la cima Tianzhu, alta 1621 metri. Questo paesaggio viene chiamato "72 cime che salutano la grande vetta". Visto che il profilo delle cime assomiglia a delle fiamme ardenti, i Monti Wudang sono anche soprannominati "monti a forma di fiamma".
L'acqua sul fuoco beneficia il mondo. Secondo la teoria taoista dei cinque elementi, solo un'adeguata proporzione fra acqua e fuoco permette un clima favorevole all'agricoltura e alla vita. La scelta dell'imperatore Zhenwu, divinità dell'acqua, per questo monte a forma di fiamma, esprime pienamente l'auspicio degli antichi cinesi della pace nel mondo.
Il decimo anno dalla sua salita al trono, nella veste di re, Zhu Di emise un editto a tutto il paese: seguendo l'ordine dell'imperatore Zhenwu, ho lanciato la guerra da Beijing. La mia salita al trono è voluta da Zhenwu e dovuta alla sua protezione. Per ringraziarlo, si faccia rivivere la sede della sua pratica, ergendo una serie di imponenti edifici sui sacri Monti Wudangshan.
Zhu Di raccolse tutte le entrate fiscali in cereali delle sei province del sud della Cina, e ordinò al vice ministro della Costruzione, Guo Jin, di portare a Wudangshan 300 mila operai, che secondo le storie taoiste della pratica dell'imperatore Zhenwu, iniziarono la costruzione di questo enorme complesso di edifici.
Sotto il più grande lago artificiale dell'Asia, il serbatoio di Danjiangkou, è nascosto un grande complesso di edifici taoisti. Il posto in passato era chiamato Junzhou. Dal suo aspetto, si può immaginare la maestosità e splendore di un tempo. Questi edifici furono costruiti per commemorare la vita fra gli uomini dell'imperatore Zhenwu. I palazzi e i templi contano più di 500 sale, che occupano una superficie di circa un milione di mq. Prima di diventare una divinità, l'imperatore Zhenwu era il principe ereditario del regno Jingle, quindi il posto venne chiamato Palazzo Jingle, e completato nel 1418, dopo cinque anni di lavori.
La prosperità e la ricchezza del mondo umano non riuscirono a conquistare il cuore del principe, che aspirava alla libertà divina e all'immortalità, e che per questo si ritirò sui Monti Wudangshan.
Tra le 36 rocche di Wudangshan, la più bella è la Rocca Nanyan. Da lontano si vede una serie di edifici ingegnosamente inseriti tra le rocce e le grotte, come dei palazzi sospesi su un dirupo. Ecco la Sala di pietra Tianyizhenqing, che fu scolpita imitando la struttura degli edifici in legno, quindi costituisce uno straordinario capolavoro mondiale della scultura su pietra. La dimensione si adatta perfettamente agli spazi tra le pietre, dando un'impressione del tutto naturale. La struttura presenta le caratteristiche dell'architettura taoista di rispetto e integrazione con la natura, e costituisce la migliore rappresentazione nell'intero complesso del principio taoista del Dao che segue la natura.
Vicino alla rocca Nanyan, la cima Zhanqi ha un profilo che somiglia a una bandiera svolazzante. Accanto ci sono la Grotta del dio del tuono e la cima Penglaidiyi, e di fronte uno stagno trasparente, al punto che si può vedere il fondo dell'acqua. Una posizione come questa, con un monte alle spalle e l'acqua di fronte, corrisponde esattamente al perfetto Fengshui descritto dalla cultura taoista, classificandosi al nono posto tra le 72 sedi sacre del Taoismo cinese. La sala Zixiao (del Cielo Purpureo), si trova proprio qui. E' una delle meglio conservate del complesso, infatti in passato era il luogo di preghiera della famiglia imperiale, e quindi un'importante componente del complesso di edifici di Wudangshan. Tre terrazze erette dal basso verso l'altro, secondo il rilievo del monte, portano la Sala Zixiao proprio sotto la vetta del monte Zhanqi. Guardando in alto, i dipinti policromi del soffitto sono splendidi; 36 colonne di legno di abete sostengono l'intera sala, a simbolo delle 36 stelle del cielo al servizio dell'imperatore Zhenwu.
A partire da Junzhou, ai due lati di una via sacra lastricata di pietra lunga 70 km si trovano 33 edifici taoisti, che occupano un'area di 1,6 milioni di mq. L'antica strada a gradini esprime le difficoltà del principe nel raggiungimento del Dao, la sua pratica di 42 anni e la liberazione finale, entrando nel mondo celeste.
Dal mondo umano di Junzhou al mondo celeste dove vive Zhenwu dopo aver raggiunto l'immortalità, l'enorme complesso di costruzioni rispetta rigorosamente l'ordine taoista, l'uomo, la terra e il cielo, con un rapporto di distanza di 3: 2: 1, il che corrisponde esattamente al concetto taoista dell'origine dell'universo: il Dao crea l'uno, dall'uno nasce il due, dal due nasce il tre, e dal tre le 10mila cose.
Secondo l'ordine di Zhu Di, gli edifici sulla cima più alta Tianzhu seguono il modello della Città Proibita di Beijing, la sala principale è stata fusa riproducendo la Sala della Suprema Armonia, adottando il modello dei tetti sovrapposti, a simbolo del livello più alto dell'architettura tradizionale riservato all'imperatore. Le mensole policrome erano dorate, il che dà un'impressione di maestà e solennità. Come venne sistemata sulla vetta una sala dorata così grande e complessa?
Imitando la struttura degli edifici in legno, gli artigiani usarono 300 tonnellate di rame per fondere 3600 raffinati elementi ad incastro. Questi vennero poi portati sulla cima e incastrati fra loro, dando origine ad una sala dorata che si erge fra mille montagne. Gli elementi sono incastrati così perfettamente che non si vedono tracce di fusione. Anche se fuori tira un forte vento, dentro non entra un filo d'aria, e la fiamma delle candele rimane ferma, senza agitarsi.
Per proteggere la sala dorata e fissare la struttura del Fengshui della cima, nel 1419 iniziò la costruzione della Città Purpurea intorno alla sala. Secondo il concetto taoista di adeguarsi alla natura, gli artigiani ricorsero al metodo architettonico delle curve, così da uniformarsi alla struttura del monte. Le mura si integrano perfettamente con il rilievo del monte. Per eliminare i rischi di crollo arrecati dalle curve, le enormi pietre rettangolari sono sistemate in ordine di grandezza, formando una struttura a gradini. Questo metodo garantisce che la forza di gravità converga verso il centro, quindi le grosse mura hanno resistito a secoli di intemperie.
La sala dorata è un palazzo celeste nel mondo umano, ossia la residenza terrestre dell'imperatore Zhenwu. Dentro doveva quindi essere sistemata la sua sacra immagine. Tuttavia, chi mai aveva visto Zhenwu, in modo da poterlo rappresentare?
Nel 1416, l'imperatore Yongle, ossia Zhu Di, ordinò di costruire la statua di Zhenwu, ma quella realizzata dagli artigiani, che non avevano mai visto il viso di Zhenwu, non soddisfece l'imperatore. Mentre si avvicinava la scadenza della consegna, sempre più artigiani vennero condannati all'esilio e al carcere.
Mastro Ji, un coreano, fu chiamato a corte dall'imperatore Zhu Di. Nel corso dell'udienza, nessuno poteva alzare il capo per guardare l'imperatore, tuttavia il sovrano disse a mastro Ji di farlo. Costui allora capì che l'imperatore voleva che la statua di Zhenwu fosse realizzata a sua immagine. Quindi sulla base dell'aspetto dell'imperatore Yongle, Zhu Di, una statua di rame dorata, pesante 10 tonnellate, venne fusa e sistemata nella sala dorata del palazzo della Suprema Armonia sul Monte Wudangshan. Il detto del "dio Zhenwu con l'aspetto dell'imperatore Yongle" si diffuse quindi fra la popolazione. Zhu Di alla fine trasformò i Monti Wudangshan nel tempio imperiale di Zhenwu.
In questa leggenda dell'unione tra cielo e uomo, egli realizzò il suo piano politico di espressione del concetto che il mandato imperiale era concesso dal dio e dal cielo. La sua sete di potere finì così fra gli incensi cerimoniali, come se la via della stabilità a lungo termine della dinastia Ming si trovasse in questo complesso di edifici religiosi. Come una misura per stabilizzare i templi imperiali, Zhu Di pregò molti monaci di alto livello delle varie parti del paese di spostarsi a Wudangshan, diventando abati dei vari monasteri, con una posizione corrispondente a funzionari di sesto grado. Così lo sviluppo del Taoismo raggiunse il culmine, e il luogo diventò il centro delle attività taoiste in epoca Ming. Dal 15° al 17° secolo, i Monti Wudangshan occuparono una posizione particolare per la corte, e ogni nuovo imperatore, dopo l' ascesa al trono, mandava sempre sul posto degli inviati speciali a sacrificare all'imperatore Zhenwu.
Il concetto taoista di quiete e inazione e la speranza di raggiungere l'immortalità tramite le pratiche alchemiche influenzarono non solo la gente comune, ma anche i membri della corte. L'imperatore Ming Shizong, Zhu Houcong, rinunciò del tutto al metodo di Zhu Di di utilizzare il Taoismo per consolidare il regime, e si gettò a fondo nel culto e nella dipendenza da questa religione. Per vent'anni di seguito non partecipò alle udienze di corte, né si occupò di affari politici, affidandone il disbrigo ai ministri e agli eunuchi, e vivendo isolato a palazzo, dedito alle pratiche alchemiche per realizzare la pillola dell'immortalità. Nel 1566, Zhu Houcong morì per l'assunzione di mercurio, appena 130 anni dopo la conclusione delle costruzione del complesso di templi sui Monti Wudangshan. Il comportamento dell'imperatore provocò una forte corruzione politica e quando la vita della popolazione si fece insopportabile, scoppiò una rivolta contadina.
Nel 1642, Li Zicheng occupò Junzhou alla guida della sua armata contadina, e incendiò la residenza dell'eunuco responsabile dei templi di Wudangshan, ponendo così fine ai più di 200 anni di storia del controllo diretto dei templi taoisti del monte da parte della dinastia Ming. La gloria della sede sacra della famiglia imperiale sparì nel fiume della storia.
I seicento anni di splendore di Wudangshan hanno illuminato i duemila anni di storia del Taoismo, arricchendo e sviluppando la sua profonda cultura e lasciando al mondo un patrimonio straordinario.
Il Dao non ha forma, ma crea e nutre le diecimila cose. Questa grande dottrina orientale contiene gli infiniti cambiamenti dell'universo e concentra l'antica intelligenza della nazione cinese. Il Dao è eterno.