Il 19 settembre al Teatro Nazionale cinese, insieme ad altri 4 scrittori, Liu Zhenyun è stato insignito del Premio Mao Dun per la letteratura, il massimo riconoscimento cinese per il romanzo, per la sua opera "Una parola ne vale diecimila". Era la prima volta che Liu Zhenyun otteneva questo prestigioso riconoscimento, anche se è famoso da anni tra i lettori e gli spettatori cinesi per i suoi romanzi, e i film e telefilm da questi adattati.
Liu Zhenyun ha iniziato a scrivere nel 1982, ed è lo scrittore cinese che riesce a trasmettere nel modo più efficace gli aspetti contrastanti della società moderna e della cultura metropolitana e rurale della Cina, con un grande umorismo e un tagliente sarcasmo.
Nato in una famiglia contadina di Yanjin, nella provincia dello Henan, nella Cina centrale, Liu Zhenyun si è laureato alla Facoltà di Lettere dell'Università di Beijing. A lui si devono i romanzi: "Fiori gialli sotto il cielo del paese natale", "Storie del paese natale", "Pasta e fiori del paese natale", in quattro volumi, "Parole inutili", "Il telefono cellulare", "Il mio nome è Liu Yuejin", e "Una parola ne vale diecimila", inoltre negli anni Novanta ha scritto una serie di racconti brevi che narrano le vicende all'interno delle aziende statali e del sistema burocratico cinese, come "L'azienda statale", "Piume di pollo per terra". Molte sue opere sono state tradotte in inglese, francese, tedesco, giapponese, coreano e vietnamita, e adattate in film e telefilm.
Dai titoli dei suoi romanzi, è facile capire la profonda nostalgia di Liu Zhenyun per la sua terra natale. Anche nel romanzo con cui ha vinto il premio Mao Dun, egli descrive in modo preciso il paesaggio e la vita della sua terra natale, Yanjin, nella provincia dello Henan, nella Cina centrale. In un'intervista che mi ha concesso nel corso del recente Convegno sulla letteratura italiana e cinese sul tema dell'amore, tenuto dall'Istituto di Cultura dell'ambasciata d'Italia a Beijing, egli ha detto:
"Per me, la capacità di scrivere non è un'eredità familiare. Mia madre era analfabeta, quindi non conosceva alcun carattere della scrittura cinese. Sono stato io a iniziare a guadagnarmi la vita con la scrittura. Se non mi piacesse scrivere, non farei lo scrittore. Però il mio sogno da bambino era di diventare cuoco."
Liu Zhenyun ricorda che in quegli anni i cinesi non avevano ancora risolto il problema della fame, e nelle campagne il cibo era razionato. Nella sua cittadina, c'era un cuoco chiamato Sun, che era l'unico uomo grasso del posto. Però il sogno infantile di Liu Zhenyun non nasce dalla gelosia. Egli spiega:
"Non è per gelosia. Il motivo è che una volta mio padre voleva comprare a credito 5 panini al vapore al ristorante del cuoco Sun, che però ha rifiutato. Questa vicenda ha provocato dei cambiamenti in famiglia. Infatti, quando i miei litigavano, mia madre lo rimbrottava spesso così: 'Vecchio Liu, cosa dici, non sei neanche in grado di comprare a credito 5 panini!' Allora quei 5 panini al vapore sono diventati 5 pesanti fardelli psicologici per mio padre. Volevo diventare cuoco perché così, se mio padre veniva al ristorante, gli avrei dato a credito non solo 5, ma 50 panini!"
La terra natale è un luogo sempre presente nei romanzi di Liu Zhenyun, che però non è diventato cuoco, visto che all'età di 15 anni si è arruolato, lasciando il paese natale. Egli ricorda che, primo, facendo il soldato poteva mangiare panini al vapore senza problemi e, secondo, per i soldati era più facile trovare moglie, insomma era un buon modo per uscire da una vita di povertà. Adesso Liu Zhenyun vive poco al paese natale, ma quando dorme, spesso sogna la sua infanzia al villaggio e il cortile di casa, e rivede la nonna scomparsa. Nel cortile c'era un grande albero di giuggiolo: in sogno, egli rivede la luce della luna che illumina il cortile, fra le ombre del fogliame. Quando si sveglia, si rende conto che molti parenti, la nonna, gli zii e alcuni cugini, non ci sono più.
Liu Zhenyun si è arruolato nel 1973: il servizio militare è durato 4 anni, e gli ha permesso di venire a contatto con la letteratura. Un commilitone, di due anni maggiore di lui, gli consigliò di scrivere, perché ritieneva che avesse delle idee originali. Per lui questo commilitone non era una persona comune, perché scriveva poesie ed era un pensatore. Per la prima volta, era venuto a contatto con la letteratura: prima non sapeva che cosa fosse la poesia! In merito, egli commenta:
"Il mio maestro l'ho trovato accanto a me, visto che non è nato in Germania, né in Francia, né negli Usa, ma vicino al mio villaggio. La profondità del suo pensiero e la ricchezza del suo sentimento e delle sue emozioni mi bastavano. E'stata la fonte a cui mi abbeveravo e un esempio da imitare."
Nel 1977, terminato il servizio militare, Liu Zhenyun ritornò al paese natale a insegnare nella scuola media locale. Proprio quell'anno, venne ripristinato l'esame statale di ammissione all'università, interrotto nei 10 anni della Rivoluzione Culturale. Per trovare una via d'uscita e cambiar vita, Liu Zhenyun iniziò a prepararsi. Un anno dopo, con i voti più alti nelle discipline umanistiche della provincia dello Henan, egli venne ammesso alla facoltà di Lettere dell'Università di Beijing, il che gli permise di iniziare una nuova vita.
Egli ricorda che all'università, in ogni caso, era sempre povero, per cui ogni giorno in mensa mangiava solo un piatto di verdura da 10 centesimi, a pranzo e a cena. Infatti non aveva i soldi per consumare la carne o il pesce, che costavano 20 centesimi. In merito egli ricorda:
"All'università, purtroppo, gli studenti poveri come me erano molti, e tutti facevano la fila per comprare il 'Doufu fritto'(formaggio di soia fritto). Per noi allora la cosa più triste era quando il compagno prima nella fila comprava l'ultima porzione di 'Doufu fritto'!"
Nonostante la povertà, durante gli studi all'Università di Beijing, Liu Zhenyun pubblicò la sua prima opera "Una notte nel campo di cocomeri". Nel 1982, egli si laureò e venne assegnato alla redazione del "Quotidiano dei Contadini". Nel 1987 pubblicò il romanzo "La cittadina di Tapu", con cui iniziò a farsi conoscere dai lettori. Sullo sfondo del ripristino degli esami di ammissione all'università, il romanzo narra i sogni e le lotte di un giovane contadino, e a un certo livello riflette anche le esperienze personali dell'autore.
Dopo "La cittadina di Tapu", Liu Zhenyun ha scritto le opere "I cadetti della compagnia di fanteria" e "L'azienda statale". Nel gennaio del 1991, la rivista "Il mondo del romanzo" ha pubblicato la sua novella "Piume di pollo per terra", in cui egli descrive nei dettagli la vita quotidiana e di lavoro del protagonista, Xiaolin, un impiegato di basso livello di un'azienda statale, ivi compresi la spesa al mercato, la moglie, il figlio, il doufu e le lotte all'interno dell'azienda, riflettendo la vera vita della maggior parte dei cinesi negli anni '80-'90. La novella provocò una forte eco sociale, ed è considerata un'opera rappresentativa del Neorealismo cinese. L'attenzione per gente comune come Xiaolin è una delle caratteristiche più evidenti delle opere di Liu Zhenyun. Egli osserva:
"Non trovo che la gente comune non sia importante. Ad esempio, nel quartiere dove abito, c'è un ciabattino che lavora sul marciapiede. Siamo amici. Ogni giorno, prima di cominciare a lavorare fuori della porta del mercato, si mette i guanti e le maniche di stoffa per non sporcarsi la giacca. Le scarpe da lui riparate durano di più rispetto agli altri ciabattini. D'inverno si porta una stufetta su cui a mezzogiorno si scalda il pranzo. Prima di mangiare, si toglie le maniche di stoffa e i guanti, dal che si capisce che è un tipo pulito. Al tramonto, quando i raggi del sole illuminano il suo viso e lui lavora ancora, mi sembra che la vita sia bella."
La novella "Piume di pollo per terra" è stata premiata dalla rivista "Novelle" e dal "Mensile del romanzo". Con quest' opera, Liu Zhenyun ha iniziato la sua collaborazione con il famoso regista Feng Xiaogang. Nel 1995, il regista ha fondato la Compagnia cinematografica "Bei Sogni", il cui primo film si basa proprio sulla trama di "Piume di pollo per terra". Il pubblico ritiene che questo film rappresenti il massimo livello artistico raggiunto dal regista Feng Xiaogang. Anzi alcuni ritengono che lo scrittore Liu Zhenyun sia il faro dell'ispirazione del regista.
Nel 2003, Feng Xiaogang e Liu Zhenyun hanno prodotto insieme il film "Il telefono cellulare". Con delle forti vendite, il romanzo omonimo di Liu Zhenyun, da cui è tratto il film, è anche stato un gran successo. Nel 2010 il romanzo è anche stato adattato in una fiction TV. Liu Zhenyun ha anche interpretato un ruolo nel film di Feng Xiaogang. Nel 2008 è anche comparso nel film "Il mio nome è Liu Yuejin", adattato dal suo romanzo omonimo. Questa volta non è stato solo attore, ma anche produttore. Si tratta del primo film d'autore prodotto dalla China Film Group Corp.
L'integrazione con il mondo cinemotografico e televisivo ha pubblicizzato le opere di Liu Zhenyun, anche se molti ritengono che in questo modo la letteratura perda la sua purezza. Lo scrittore però osserva:
"La purezza deriva da cose non pure. Laoshe scrisse sia romanzi che sceneggiature teatrali. Anzi, il suo dramma 'La casa da tè' è migliore di certi suoi romanzi. Si ritiene spesso che la letteratura sia una vergine e il cinema e la TV delle prostitute, ma è un concetto del tutto errato. Non ho mai visto uno scrittore, ivi compresi i miei amici, che sia contrario ad adattare le sue opere in film o in serie televisive. Anche se per soldi."
Ora passiamo ad illustrare il romanzo di Liu Zhenyun "Una parola ne vale diecimila", che ha vinto il premio Mao Dun. Sui cartelloni pubblicitari nelle librerie, il tema dell'opera viene definito "La solitudine millenaria dei cinesi". Si tratta di un romanzo lungo, suddiviso in due volumi. La trama è semplice: nella prima parte, intitolata "Uscita da Yanjin", che narra il passato, il contadino Yang Baishun ha smarrito la figlia adottiva, l'unica persona con cui riusciva a parlare con il cuore. Quindi lascia la cittadina di Yanjin per andare a cercarla. Nella seconda parte, che racconta il presente, il figlio della figlia adottiva di Yang Baishun, Niu Jianguo, sempre per liberarsi dalla solitudine e trovare un amico con cui parlare con il cuore, raggiunge Yanjin. Fra l'andata e il ritorno, passano 100 anni. I protagonisti del romanzo sono tutti gente semplice, che si può incontrare per strada.
Il testo della premiazione dice: "'Una parola ne vale diecimila' dà vita ad una forma narrativa complicata, ma al tempo stesso semplice. Attraverso la creazione di due personaggi con i destini di lasciare e tornare al paese natale, forma una struttura simmetrica dai profondi significati metaforici, culturali e filosofici. Nelle storie di due viaggiatori, con grande vivacità, l'autore analizza a fondo lo stato spirituale dei cinesi. Egli eredita lo spirito di riflessione culturale del IV Maggio, in risposta alla tradizione del romanzo classico cinese. Nell'instancabile ricerca del cuore e dello stile cinesi, ha ottenuto dei risultati altamente originali."
Alla nostra domanda su quale sia la sua reazione al premio Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese per il romanzo, Liu Zhenyun ha risposto:
"Il premio non è importante: i membri della giuria hanno solo raggiunto l'unanimità in un certo tempo e luogo sulla mia opera. Un'opera di eccellenza lo è sempre, che vinca o meno il premio. Penso che il premio non rappresenti il valore del romanzo, ma sia solo un'opinione altrui. Tuttavia è meglio vincerlo che non vincerlo, perché può attirare maggiore attenzione. Svolge il ruolo di rendere famosi."
Liu Zhenyun afferma che il titolo del romanzo "Una parola ne vale diecimila" significa che una parola consapevole è meglio di 10mila parole inutili, e che un giorno vissuto con consapevolezza è meglio di 10mila giorni vissuti nell'ignoranza.
Il passaggio da scrittore ad ascoltatore è la maggiore sensazione provata da Liu Zhenyun in "Una parola ne vale diecimila", in cui registra originariamente le parole di ogni personaggio. Egli spiega:
"'Una parola ne vale diecimila' rappresenta una svolta nella mia creazione. Prima pensavo sempre di avere tanto da dire, ma questo romanzo mi ha trasformato da scrittore ad ascoltatore. Infatti, spesso si pensa di essere più intelligenti degli altri, per cui si vuole insegnare e fare la morale a tutti. Però, solo rispettando il prossimo si può imparare, e solo rispettandoli, i personaggi dei romanzi possono dire cose che tu non sai dire. Dopo essere diventato ascoltatore, la mia scrittura è diventata molto libera, ed in seguito è nato 'Una parola ne vale diecimila'."
In realtà, nello scrittore, il passaggio ad ascoltatore nasce già da una vicenda di più di vent'anni fa. Infatti, alla fine degli anni '80, il giovane Liu Zhenyun andò alla redazione della rivista "Letteratura di Beijing", presentando al redattore Chen Shichong la sua ultima novella "L'azienda statale". Non aveva scritto un'opera tradizionale, visto che non aveva completato la vicenda, per cui chiese con ansia al redattore se andava bene scrivere così. Chen Shichong rispose che la cosa più importante in un romanzo sono i rapporti tra i personaggi e i dettagli delle vicende. In seguito, egli scrisse una critica della novella, indicando i tre maggiori simboli di distinzione tra romanzo tradizionale e moderno, che hanno molto influenzato Liu Zhenyun: primo, un personaggio non è mai del tutto bianco o nero, è una creatura complessa; secondo, la percezione originale del mondo dell'autore è fondamentale; terzo, l'importanza del ritiro dell'autore dal romanzo. Già prima di "Una parola ne vale diecimila", Liu Zhenyun aveva confessato di star sempre cercando di completare il processo di ritiro dalla veste di autore.
Come vi abbiamo detto prima, il tema del romanzo "Una parola ne vale diecimila" è la solitudine dei cinesi. Alcuni lettori vi percepiscono un'atmosfera pesante e una solitudine difficili da sopportare, mentre altri, dietro l'atmosfera pesante, vedono l'umorismo e l'assurdo. Nelle opere di Liu Zhenyun, l'umorismo impressiona sempre i lettori. Egli nega però di cercare apposta l'umorismo:
"Non cerco mai l'umorismo, ma la consapevolezza, anzi diverse consapevolezze, che possono offrire del calore. Il calore e l'affetto sono la forza motrice che ha permesso all'umanità di sopravvivere fino ad oggi. La migliore commedia nasce dalla tragedia, e la migliore tragedia nasce dalla commedia."
Durante la cerimonia di consegna del premio Mao Dun, Liu Zhenyun è stato l'unico vincitore che non ha letto un brano dell'opera premiata, ma ha citato il testo di una canzone pop, intitolata "Meraviglia", per presentare i rapporti tra la letteratura e il pubblico.
Il testo della canzone dice:
Quando ti penso, sei al di là del cielo,
quando ti penso, sei di fronte a me,
quando ti penso, mi vieni in mente,
quando ti penso, sei nel mio cuore...
Liu Zhenyun ha detto: "Che cos'è la letteratura? Qualcosa in grado di accelerare il tempo. La massima velocità è quella della luce, ma ancora più veloce della luce è la nostalgia. Dove esiste più nostalgia? Nella letteratura. Quindi, quando ti penso, sei al di là del cielo, ma all'improvviso mi compari di fronte. E' più veloce della luce, ed entra nella mente e nel cuore. Inoltre la letteratura può anche rallentare il tempo, anzi fermarlo. Non è una meraviglia?"