La particolare medicina tibetana, insieme a quelle cinese e occidentale, è considerata una delle tre grandi antiche medicine mondiali. Con alle spalle una storia di oltre 2 mila anni, integra il meglio delle medicine dell'antica India, dell'antica Grecia, della Persia, della Cina e dei paesi arabi, e dispone di un completo sistema teorico e diagnostico. Le sue esperienze diagnostiche si riferiscono a medicina interna, chirurgia, ginecologia, pediatria e medicina preventiva, con un contenuto ricchissimo. In parcolare spiccano le sue nozioni di embriologia e di urologia, di altissimo livello fra le medicine tradizionali. Oggi in cui la medicina moderna è molto sviluppata, la medicina tibetana riveste ancora un importante valore accademico e pratico.
Oggi in Tibet, la medicina tradizionale rimane ancora la prima scelta dei tibetani, e presenta delle forti caratteristiche etniche e regionali. Infatti i limitati contatti con l'esterno dell'altopiano Qinghai-Tibet le hanno permesso di mantenere la sua originalità. Ad esempio, le medicine sono di solito prodotte con erbe resistenti al freddo che crescono in un ambiente di alta montagna scarso di ossigeno. Inoltre in Tibet il pensiero buddista penetra i vari ambienti sociali al punto da farne la forza spirituale dominante, quindi, sin dalla nascita, la medicina tibetana è intrisa di concetti del Buddismo tibetano.
La medicina tibetana ha una storia di più di 2 mila anni. Già nell'antichità gli abitanti dell'altopiano del Tibet conoscevano le caratteristiche di alcune erbe e il loro uso nella cura delle malattie, mentre nel corso delle cacce riuscirono a capire il ruolo medicinale di alcuni animali. Secondo la leggenda, nel terzo secolo a.C. in Tibet si diceva: "Se c'è un veleno, c'è anche una medicina per eliminarlo". Secondo la "Biografia di Yuthok Yonten Gonpo", all'inizio in Tibet era praticata la medicina autoctona Bon, priva di un sistema teorico e basata su tre terapie: salasso, termoterapia e massaggio. Nel frattempo i tibetani usavano il burro di yak per bloccare le emorragie, la grappa d'orzo per curare le ferite ed altri metodi primitivi. Circa l'origine della medicina tibetana, si è sempre più convinti che sia stata creata da Shenrab Miwo, fondatore della religione Bon, la religione autoctona del Tibet, che, secondo gli storici, vantava ben nove volumi di medicina, dai ricchi contenuti, con un completo sistema teorico e abbondanti esperienze cliniche. Di conseguenza, molti esperti ritengono che la medicina tibetana abbia una storia di più di 3 mila anni.
Nel quarto secolo d.C., i famosi medici dell'antica India, Biji Karchen e Biji Lhaze, penetrarono in Tibet, diffondendovi 5 opere mediche, fra cui "L'arte di sentire il polso", "La farmacologia", "La cura delle ferite", ecc., che svolsero un positivo ruolo per lo sviluppo della medicina Bon. Nel settimo secolo d.C., il re dei Tubo, ossia dell'antico Tibet, Songtsen Gampo, invitò tre medici, dall'India, dalla Cina e dai paesi arabi, a tradurre le opere classiche dei loro sistemi medici. In seguito i tre medici compilarono insieme il testo "Armi senza timori". Quando la principessa cinese Wencheng entrò in Tibet, portò con sé dei testi di medicina tradizionale cinese, che vennero raccolti nell'"Enciclopedia Medica".
Durante il regno di Trisong Detsen (755-797), la medicina tibetana registrò dei notevoli progressi. Il re invitò alcuni celebri medici dall'India, dal Nepal e dall'entroterra cinese a tradurre i capolavori delle loro medicine nazionali, elaborando alla fine il testo più completo di medicina tibetana rimasto finora, ossia "Il tesoro della medicina del re della luna". In questo periodo emersero 9 famosi medici, tra cui spicca Yuthok Yonten Gonpo.
Yuthok Yonten Gonpo, nato nel 708 e morto nell'835, visse per ben 127 anni, e fu il medico più celebre del regno Tubo. Fu il medico del re Trisong Detsen e il fondatore del sistema teorico della medicina tibetana. Viaggiò nelle varie parti del Tibet, raccogliendo le ricette ed esperienze popolari. Visitò 5 volte i monti Wutaishan, nell'entroterra cinese, l'India e il Nepal, dove incontrò i più famosi medici cinesi e stranieri, che invitò in Tibet a studiare insieme la medicina. Integrando i risultati delle medicine cinese e straniera, Yuthok Yonten Gonpo compilò una trentina di volumi di medicina, formando un completo sistema della medicina tibetana.
Nel 14° secolo, per il clima diverso del nord e del sud del Tibet, nacquero le due scuole mediche Changpa e Surkhar, che con diversi metodi terapeutici promossero notevolmente lo sviluppo teorico della medicina tibetana. In questo periodo, molti medici delle varie località compilarono diversi testi, tra cui spicca un capolavoro, "Il classico di medicina in quattro parti".
"Il classico di medicina in quattro parti" fu compilato dal celebre medico Yuthok Yonten Gongpo nella seconda metà dell'8° secolo. Si tratta di un'opera fondamentale per lo sviluppo della medicina tibetana, un manuale d'insegnamento e un capolavoro della medicina tibetana, con cui possiamo studiare la sua base teorica. I medici di ogni generazione l'hanno sempre considerato un riferimento nel lavoro e un manuale d'insegnamento indispensabile, perciò la sua posizione accademica equivale a quella del "Classico di medicina interna dell'Imperatore Giallo", il testo base della medicina tradizionale cinese.
Nella forma di domande e risposte tra due divinità, "Il classico di medicina in quattro parti" è suddiviso in 156 capitoli e composto da 4 parti: 6 volumi di medicina fondamentale, che trattano di fisiologia, patologia, diagnosi e terapia; 31 capitoli di teoria, che illustrano l'anatomia fisiologica, le tipologie delle malattie e i principi terapeutici; 92 capitoli di prescrizioni segrete, che presentano le diagnosi e i trattamenti clinici; 27 appendici che trattano di diagnosi dal polso e dalle urine, della produzione, delle funzioni e dell'uso dei medicinali, e dei vari metodi di cura: salasso, termoterapia e applicazione esterna di erbe e di coppette.
L'opera registra delle malattie particolari dell'altopiano, per alcune delle quali non esistono ancora adesso i nomi corrispondenti nelle medicine cinese e occidentale. Circa l'embriologia, la medicina tibetana ritiene che l'embrione nasca dall'integrazione dello sperma del padre con il sangue della madre, che cresce gradualmente e alla fine forma il feto. Nella storia mondiale della biologia, le nozioni di embriologia della medicina tibetana risultano all'avanguardia.
"Il classico di medicina in quattro parti" è corredato da 80 stupende tangka a colori che lo rendono più facile da capire sia per i giovani allievi che per gli anziani studiosi. Le tangka sono dei dipinti su seta o carta tipici del Tibet.
Sulla base del riassunto delle esperienze della medicina etnica, l'autore de "Il classico di medicina in quattro parti" ha assorbito e preso a prestito parte delle teorie e dei risultati delle medicine cinese, indiana e araba. Grazie ai medici delle generazioni successive che lo revisionarono, completarono, annotarono e riordinarono, "Il classico di medicina in quattro parti" si fece sempre più dettagliato e preciso. Nel 12° secolo, Yuthok Sama Yonten Gonpo, discendente della 13ma generazione dell'autore, revisionò completamente il testo, che diventò un classico per i posteri.
Nel 17° secolo, al tempo del quinto Dalai Lama, il ministro Sangye Gyatso ordinò una completa revisione e annotazione del testo, che venne ribattezzato "Vetro azzurro del Classico di medicina in quattro parti". Nel frattempo, per renderlo più facile da capire e da studiare, Sangye Gyatso fece dipingere una serie di tangka sull'argomento, il che ha reso il testo un prezioso bene culturale, ed anche un tesoro della medicina mondiale.
Adesso passiamo a illustrare le principali teorie della medicina tibetana.
I tibetani ritengono che l'universo sia composto da 5 piccoli elementi e da 5 grandi elementi. I primi indicano il metallo, il legno, l'acqua, il fuoco e la terra, e nel corpo umano il cuore, il fegato, la milza, il polmone e il rene. I secondi indicano l'aria, il fuoco, la terra, l'acqua e lo spazio che compongono l'intero universo, che funziona sulla loro base. Inoltre, secondo la medicina tibetana, l'uomo è composto da 3 fattori, ossia aria, fuoco, acqua-terra, il cui eccesso o mancanza può provocare la comparsa di malattie. La medicina tibetana è quindi caratterizzata dalle teorie fondamentali dei 3 fattori, delle 7 sostanze e delle 3 escrezioni.
Iniziamo dalla teoria delle 5 sorgenti o elementi, secondo la quale il mondo materiale e umano origina da 5 sorgenti o 5 grandi elementi: la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria e lo spazio. Questa teoria origina dall'antica India, ed esprime il puro materialismo conoscitivo in voga all'epoca. La terra, l'acqua, il fuoco e il vento sono le 4 sostanze fondamentali che compongono l'intero universo, mentre nello spazio gli oggetti esistono, crescono e si muovono, alimentandosi, evolvendosi e sviluppandosi a vicenda. Così con il ragionamento, la deduzione e la classificazione, la teoria dei 5 elementi può spiegare la struttura e il modello di movimento del mondo materiale.
La teoria dei 5 elementi venne utilizzata molto presto nella filosofia buddista e in seguito nella medicina indiana Ayurveda. Nel corso della sua formazione, la medicina tibetana la inserì nella propria teoria, applicandola nelle funzioni fisiologiche, nei cambiamenti patologici, nella diagnosi, nella prevenzione e cura delle malattie e nell'elaborazione delle prescrizioni di farmaci. Come afferma l'appendice de "Il classico di medicina in 4 parti": "Il corpo degli esseri viventi origina da 4 sorgenti, le malattie sono provocate da 4 sorgenti, le caratteristiche e i gusti delle sostanze medicinali sono decisi da 4 sorgenti, tutto deriva da 4 sorgenti".
Secondo la teoria dei 5 piccoli elementi, il legno, il fuoco, la terra, il metallo e l'acqua derivano l'uno dall'altro e si alimentano a vicenda secondo rapporti di contenimento reciproco, il che serve a illustrare la composizione e i mutamenti del mondo materiale. Con la teoria dei 5 piccoli elementi, la medicina tibetana illustra il corpo umano, la fisiologia, la patologia e i loro rapporti con il mondo esterno, curando le malattie in modo dialettico. Bisogna notare che la teoria di 5 piccoli elementi si usa principalmente nella diagnosi tramite il controllo del polso, mentre sotto gli altri aspetti, la medicina tibetana applica maggiormente la teoria delle 5 sorgenti.
Per quanto riguarda il sistema teorico della medicina tibetana, secondo cui le sostanze medicinali originano dai 5 grandi elementi. La terra è la base della loro crescita, l'acqua le irrora, il fuoco le riscalda, e l'aria le fa crescere e funzionare, mentre lo spazio indica lo spazio di crescita. Se manca uno di questi elementi, soprattutto lo spazio, le sostanze medicinali non sono vitali. Questa raffinata conclusione riassume i rapporti di unificazione dialettica tra la crescita delle sostanze medicinali e l'ambiente naturale, ossia la particolarità dell'ambiente biologico verso la crescita delle piante, di cui si parla tanto oggi.
Oltre a dividere in 5 elementi la radice, lo stelo, il fiore, i frutti, i semi e la corteccia, la medicina tibetana collega anche i colori delle sostanze medicinali ai 5 elementi. Il giallo indica la terra, il bianco l'acqua, il rosso il fuoco, il verde l'aria e il blu lo spazio. Quindi si possono capire la natura, le caratteristiche e l'effetto delle sostanze medicinali secondo il loro colore.
In Cina la medicina tibetana è un riassunto delle esperienze di lotta alle malattie della popolazione tibetana nel corso del tempo. Dotata di un completo sistema teorico, da migliaia d'anni la medicina tibetana continua a dare enormi contribuiti alla salute e alla prosperità dell'etnia.