Nel maggio scorso, il celebre critico di danza Ou Jianping era occupatissimo, indeciso fra quali spettacoli andare a vedere. Infatti in un mese a Beijing erano in cartellone sette nuove opere di compagnie straniere di danza moderna di massimo livello.
"Gli spettacoli si accavallavano, quindi ho dovuto organizzarmi per assistervi: il sabato 'Biancaneve' della compagnia francese, e la domenica il Teatro di danza olandese. Era tutto nuovo, molto ricco, e di altissimo livello. Da 28 anni mi occupo di ricerche sulla danza moderna. Ogni anno vado all'estero ad assistere a un centinaio di spettacoli. Quando chiedevo alle compagnie straniere perché non venivano in Cina ad esibirsi, rispondevano che non potevano farlo perché il mercato non le riconosce, quindi sarebbe stato un fiasco economico. Quest'anno però si stupiscono che ci siano così tanti spettacoli di danza."
Questi spettacoli fanno parte delle attività culturali e artistiche di "Meeting in Beijing" 2010. In qualità di maggiore festival artistico della capitale, "Meeting in Beijing" ha ormai una storia di dieci anni. Dalla fondazione nell'anno 2000, il festival è ormai considerato una piattaforma di alto livello per gli scambi artistici internazionali.
Il massimo maestro francese di danza moderna Angelin Preljocaj ha portato il capolavoro "Biancaneve", che offre al pubblico la storia di Biancaneve e della regina cattiva da un'angolazione adulta, con la moderna tecnica di danza, e colorati costumi alla moda. Le complesse personalità e la lotta tra le donne sono diventate caratteristiche distinte dalle versioni del balletto e del cartone animato della Disney. La ballerina della compagnia Preljocaj, Gaelle Chappza, interpreta il ruolo ricco di sfide della regina cattiva:
"La regina ha una personalità complessa, quindi è un ruolo pieno di sfide e molto interessante. Nell'opera, la regina dimostra vari aspetti, l'intrigo, la furia e la pazzia; spero di esprimere in modo più preciso la sua personalità con i gesti, il che è difficile, ma anche affascinante."
La Compagnia Preljocaj, famosa per la sua innovazione delle opere classiche, ha partecipato per la prima volta a "Meeting in Beijing" nel 2005. L'assistente artistico Youri Van den Bosch afferma che dopo un intervallo di 5 anni, trovano il pubblico più entusiasta e interattivo:
"Abbiamo un'ottima impressione, tutti sono felici perchè alla fine dello spettacolo ogni danzatore riesce a percepire una vera interazione col pubblico. La nostra sensazione dal palco è che il pubblico è felice. La platea è zeppa di gente che reagisce bene, e i danzatori sentono di avere un rapporto stretto e di aver trovato punti di interazione col pubblico."
Ou Jianping, vice direttore dell'Istituto di ricerche sulla danza dell'Accademia cinese di ricerche sull'Arte, ha sperimentato l'enorme cambiamento dalla freddezza all'entusiasmo verso la danza moderna. Egli afferma che in realtà si tratta di una miniatura del mercato dello spettacolo cinese. Dieci anni fa egli ha invitato il redattore-capo di un giornale specializzato nella danza ad assistere ad uno spettacolo di danza moderna, ma costui era depresso, non capendo cosa si stesse rappresentando, e il giorno successivo sul suo giornale non è apparso alcun reportage su questo spettacolo rappresentato da una compagnia di massimo livello. Adesso invece, osserva Ou Jianping, le più celebri compagnie del mondo vengono una dopo l'altra perché è arrivato il momento:
"Dieci anni fa c'era un grosso divario fra noi e il livello di sviluppo mondiale. In particolare l'arte di alto livello necessita di una base economica. Il nostro è il secolo dei giovani, che accettano naturalmente la moda e i nuovi trend, quindi non si è più obbligati a organizzare certe cose. E' cambiata la gente che decide il mercato, il che stimola l'arrivo di nuovi spettacoli. I prezzi dei biglietti degli spettacoli di danza non sono alti, per cui è impossibile fare dei forti incassi, ma nessuno viene per questo. E' arrivato il momento giusto, l'interesse di tutti per gli scambi e l'introduzione dall'esterno è cambiato, con la speranza di spettacoli con rapporti più diretti fra interpreti e pubblico."
L'addetto culturale dell'ambasciata francese in Cina Sebastien Cavalier afferma che la loro cooperazione con il festival "Meeting in Beijing" è iniziata nel 2006, e che le due parti hanno l' obiettivo comune di introdurre la cultura e l'arte di massima qualità, in particolare le nuove opere contemporanee, molto attraenti per i giovani:
"Noi speriamo di introdurre la cultura, l'arte e le compagnie francesi moderne, e anche il Festival 'Meeting in Beijing' è rivolto alla moderna creazione. Agli occhi dei cinesi, la cultura francese è piuttosto classica, come il Louvre e Versailles. Invece noi vogliamo far sapere a tutti che adesso la Francia è un paese dalla forte creatività. Ad esempio la nostra danza è ricchissima, ed abbiamo molti eccellenti coreografi, quindi presenteremo molti spettacoli unici."
L'innovazione e la diversità sono sempre state i temi di "Meeting in Beijing", con programmi, stili e forme di spettacoli del tutto diversi. In un balletto classico o nella moderna musica jazz, si può trovare lo stile distinto dei vari paesi del mondo.
Alla metà del maggio scorso, al Teatro Nazionale dell'Opera di Beijing, la Compagnia nazionale di danza della Spagna ha presentato il fascino del flamenco moderno con gonne lunghe 4 metri e costumi di tre colori: nero, bianco e rosso. Yao Shuo, responsabile dei programmi del Gruppo cinese dei rapporti culturali con l'estero, organizzatore del Festival "Meeting in Beijing", ha detto:
"E' diverso dal flamenco tradizionale, e un capolavoro del flamenco moderno. Non più le storie viste in passato, ma una serie di impressioni. La scena è semplicissima, e il perno sta nei costumi degli interpreti, dai colori brillanti, le lunghe gonne da flamenco bianche, rosse e nere, le più lunghe di 4 metri, spettacolari. Il ritmo della danza è molto intenso, un lavoro collettivo di 40 danzatori che impressionano il pubblico con le loro nacchere e il passo di danza. Con esperienze di spettacoli in Cina, gli interpreti sanno che il pubblico cinese conosce un pò il flamenco, quindi presentano delle tecniche variate."
Sempre più organizzazioni internazionali intendono partecipare a "Meeting in Beijing", così da ampliare insieme la loro influenza artistica. Quest'anno l'Unesco ha trasferito a Beijing il Festival della diversità artistica dalla sede generale di Parigi. Dopo aver assistito ad uno spettacolo, il direttore generale dell'Unesco Irina Bokova ha affermato che il festival rende più conscio il pubblico della sempre maggiore necessità di tutelare la diversità culturale:
"Oggi ci troviamo in un mondo globalizzato, da cui la necessità di tutelare la diversità culturale e nel frattempo eliminare le barriere. Al mondo non esiste alcuna cultura del tutto isolata. Tutte le culture si influenzano, ed effettuano scambi e prestiti reciproci, una cosa meravigliosa della civiltà umana. La condivisione di culture diverse costituisce anche il valore di questo festival."
Secondo i dati, negli ultimi 9 anni circa 30 mila artisti di un migliaio di compagnie artistiche di 110 paesi e regioni del mondo hanno partecipato a "Meeting in Beijing", attirando oltre 10 milioni di spettatori. In merito l'addetto culturale dell'ambasciata francese in Cina Sebastien Cavalier ritiene che il mercato dello spettacolo di Beijing stia vivendo il suo miglior periodo di sviluppo:
"Trovo che in Cina, in particolare a Beijing, l'ambiente culturale e artistico sia ottimo, con un rapido sviluppo, e sempre più organismi e attività culturali. In passato la maggior parte degli spettacoli erano classici e tradizionali, invece ora quelli moderni sono in continuo aumento. Si vede che il pubblico ha un interesse sempre maggiore per la cultura estera e moderna, il che è una tendenza positiva."
Per finire, Cavalier ha osservato che per loro e per tutti gli organismi culturali e compagnie di spettacolo, adesso il compito più importante è formare il pubblico, visto che a Beijing e nel resto della Cina il pubblico abituale è ancora scarso. E' quindi una loro responsabilità di stimolare l'interesse per il teatro di un pubblico maggiore. Si tratta di un lungo processo, e l'obiettivo dei prossimi 10 anni.