Il 3 novembre, sono stati pubblicati i risultati delle elezioni generali dei leader e dei Parlamenti della "Repubblica popolare di Donetsk" e la "Repubblica popolare di Luhansk" sotto il controllo delle forze armate civili dell'est dell'Ucraina.

Per l'occasione, il vice ministro degli Esteri russo, Grigoriy Karasin, ha affermato che la parte russa rispetta la volontà del popolo dell'Ucraina dell'est nel corso delle elezioni, e i neo-rappresentanti eletti sono assolutamente qualificati nel procedere al dialogo duraturo e ampio con le autorità ucraine.

In una dichiarazione, il portavoce della Commissione nazionale della Sicurezza della Casa Bianca, Bernadette Meehan, ha affermato che le elezioni hanno violato la Costituzione ucraina e la legge della regione a con status speciale, quindi la parte statunitense non riconosce il potere di "elezioni illegali".

La stessa sera, la vice presidente della Commissione europea e alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha rilasciato una dichiarazione, in cui ha espresso che le elezioni dell'Ucraina orientale non risultano legali, né corrispondono all' "Accordo di Minsk", e hanno impedito gli impegni per la ricerca di una risoluzione politica della crisi ucraina, quindi l'Unione europea non le riconosce.