La Cina ha creato un "miracolo" della storia economica mondiale con una crescita media annuale attorno al 10% negli ultimi trent'anni. Nel 2013 però il tasso di crescita è sceso al mimino degli ultimi 14 anni per motivi quali una flessione dei tradizionali punti di forza del settore manifatturiero, le turbolenze del mercato internazioanle e le pressioni crescenti derivanti dalle risorse e dall'ambiente, preoccupando investitori cinesi ed esteri. Nel suo primo rapporto di lavoro del governo diffuso il 5 marzo, il premier cinese Li Keqiang ha ricordato la necessità di "trovare la forza motrice dalle riforme più profonde".
Nonostante il rallentamento economico sia anche la conseguenza del controllo attivo del governo, non si può negare che l'economia cinese è di fronte a delle difficoltà. Ci sono diverse problematiche, quali un metodo di crescita non sostenibile fortemente dipendente da investimenti governativi e dall'esportazione, la bolla immobiliare, i rischi dei debiti delle amministrazioni locali e l'eccessiva capacità produttiva che minacciano la salute dell'economica. Se il miracolo economico cinese avrà un seguito dipenderà dalla possibilità di trovare una nuova forza motrice.