Svizzera: restrizioni agli immigrati est-europei
  2012-04-23 16:02:22  cri

Recentemente la Svizzera ha annunciato che a partire dal primo maggio applicherà il sistema dei contingenti agli immigrati provenienti da 8 paesi dell'area centro-orientale dell'Ue, riducendo sostanzialmente la quantità dei permessi di soggiorno. Tale decisione ha suscitato il forte malcontento dell'Ue. Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale condannano l'atto di discriminazione del governo svizzero nei confronti degli immigrati provenienti dall'Europa dell'Est, in contrasto con l'accordo di libera circolazione delle persone raggiunto tra l'Ue e la Svizzera.

La Svizzera non è un paese membro dell'Ue, tuttavia le due parti hanno approvato circa 120 accordi, mantengono strette relazioni bilaterali nel settore degli scambi economico-commerciali e della circolazione delle persone. Una clausola aggiuntiva dell'accordo sulla circolazione delle persone riferisce che qualora la Svizzera si trovi ad affrontare un'eccessiva velocità di crescita degli immigrati, ossia un tasso di crescita superiore al 10% rispetto a quello medio dei tre anni precedenti, può applicare il sistema dei contingenti nei confronti degli immigrati, riducendo i permessi di lavoro e di soggiorno agli immigrati dei paesi dell'Ue. Il 18 scorso la Svizzera ha annunciato che agirà secondo la suddetta clausola, e che il sistema dei contingenti entrerà in vigore a partire dal primo maggio ed interesserà gli immigrati provenienti da Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania, e Slovenia, diminuendo i permessi di lavoro e di soggiorno da 6000 a 2000 all'anno.

Il governo svizzero ha affermato che di 7,9 milioni dell'attuale popolazione del paese, 1,1 milioni di persone provengono dall'Ue, essi hanno contribuito allo sviluppo economico svizzero, tuttavia l'eccessiva crescita del numero degli immigrati ha causato diverse difficoltà per quel che riguarda l'integrazione multi-culturale, lo stabilimento dello standard di salario minimo, e molti altri. Il Partito Popolare Svizzero, uno dei partiti al potere, ha criticato addirittura gli immigrati di aver provocato l'aumento degli affitti, la congestione del traffico pubblico, il peggioramento della qualità della vita, la perdita dei valori culturali tradizionali della Svizzera, e l'aumento dei costi della previdenza sociale. Il Partito Popolare Svizzero lo scorso anno aveva già promosso una raccolta firme denominata "Contro il numero elevato di immigrati", appellandosi al Parlamento per abrogare l'accordo di libera circolazione delle persone firmato con l'Unione Europea e impostare annualmente contingenti agli immigrati.

In realtà non solo in Svizzera, ma anche in molti altri paesi dell'Europa occidentale quali Irlanda, Gran Bretagna, e Olanda, negli ultimi anni si sono verificati casi di restrizioni e discriminazione nei confronti degli immigrati dell'Europa orientale. In particolare dopo l'esplosione della crisi del debito europeo, in seguito all'aumento del tasso di disoccupazione e all'applicazione della politica di restrizione finanziaria, la pressione apportata dagli immigrati est-europei al mercato del lavoro, al sistema di previdenza sociale, e alla sicurezza pubblica di questi paesi è diventata sempre più evidente.

Quanto alla decisione svizzera della restrizione agli immigrati est-europei, l'alto rappresentante per la diplomazia e la politica di sicurezza dell'Ue, Catherine Ashton, ha affermato che la decisione del governo svizzero viola l'accordo di libera circolazione delle persone tra l'Ue e la Svizzera, questa decisione non è conforme alla situazione reale dello stato economico, del quadro del mercato della manodopera, e del numero degli immigrati est-europei in Svizzera. Il Gruppo di Visegràd composto da Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, il 20 scorso ha rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si afferma che gli immigrati dell'Europa dell'Est occupano solo il 10% della popolazione totale svizzera e che la decisione del governo elvetico ha un fine "politico" ed è discriminatoria nei confronti degli immigrati est-europei.

Secondo gli analisti, andando alla radice del problema, il limite della Svizzera e degli altri paesi agli immigrati est-europei, è una forma di protezionismo commerciale invisibile, viola i principi fondamentali della globalizzazione economica e dell'integrazione dell'Europa. La libera circolazione di prodotti, persone, servizi e beni, prende il nome di "quattro libertà" dell'Unione Europea, e costituisce la pietra angolare dell'integrazione europea. Tuttavia mentre i vari paesi europei godono delle enormi facilitazioni derivate dalle "quattro libertà" e dal mercato integrato, i problemi di integrazione derivati dal processo di unificazione sono diventati più evidenti sullo sfondo della crisi economica. Nei conflitti legati alla diversificazione degli interessi, molti paesi hanno scelto di salvaguardare i propri interessi, intensificando così la propria coscienza xenofoba che costituisce oggi il collo di bottiglia del processo di integrazione europeo.

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