Italia: incaricato Monti di formare il nuovo governo tecnico
  2011-11-14 14:18:25  cri

Dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi, "chi guiderà l'Italia ad uscire dalla crisi del debito sovrano" è diventato l'argomento più discusso dalla comunità internazionale. Il 13 novembre, ora locale italiana, il presidente, Giorgio Napoletano, ha designato il famoso economista, Mario Monti, nuovo premier e lo ha incaricato di formare un governo di transizione. Secondo alcuni esperti, sebbene sia difficile risolvere radicalmente i problemi economici e quelli riguardanti il debito sovrano entro il mandato di Monti nel governo di emergenza, la gente spera che il suo insediamento possa influenzare positivamente un'Italia profondamente indebitata.   

Subito dopo le dimissioni di Berlusconi avvenute la sera del 12 novembre, Giorgio Napolitano ha attivato, la mattina del giorno seguente, "il sistema delle consultazioni presidenziali nella crisi di governo", incontrando uno dopo l'altro i presidenti delle due Camere ed i leader dei partiti politici, con la speranza di far raggiungere un'intesa alle varie parti sulla nomina di Monti. La sera del 13 novembre, il comunicato rilasciato dal Quirinale affermava che il capo dello Stato ha incaricato ufficialmente Mario Monti di formare un governo di emergenza.

Parlando subito dopo il conferimento dell'incarico, Monti ha affermato che eseguirà il suo compito di guidare il Paese con alta responsabilità e spirito di servizio. Egli ha dichiarato inoltre che l'obiettivo principale del nuovo governo sarà "allentare la tensione dell'attuale situazione finanziaria e, basandosi su una maggiore equità sociale, stimolare la ripresa economica". La formazione del nuovo governo terminerà entro una settimana, e la nomina dei nuovi membri del governo e dei ministri al momento è ancora al vaglio. Secondo i media italiani, il 14 novembre, Monti svolgerà le consultazioni con i vari partiti per raggiungere un accordo sui nuovi membri del governo ed i ministri. In seguito, Monti riceverà il voto di fiducia delle due Camere e solo allora sarà proclamato ufficialmente nuovo premier italiano.

Secondo gli analisti, in uno scenario politico italiano cosi complesso, affidare l'incarico di primo ministro ad un famoso economista come Monti, durante la crisi del debito, è la scelta migliore. Egli ha ricevuto il sostegno dei vari ambienti italiani. Secondo quanto rivelato da un sondaggio realizzato dai media, nello schieramento di centro-sinistra, Monti ha ottenuto il supporto di oltre il 55% degli elettori, e in quello di centro-destra, nonostante la chiara opposizione della Lega, ha ricevuto un sostegno con riserva dal Pdl guidato da Berlusconi. Secondo il Pdl, a patto che Monti insista nell'applicare la riforma, sarà accettato dal partito di centro destra. Anche il maggiore partito d'opposizione italiana, il Pd, sostiene Monti per formare il nuovo governo.

Gli analisti hanno indicato che il debito sovrano italiano è un problema di vecchia data, e che un modello irragionevole di sviluppo economico e di previdenza sociale che esistono da tempo ne sono le cause principali. Tutti questi problemi non verranno risolti completamente durante il mandato di un governo di transizione, tuttavia, la gente spera che Monti adotti misure efficaci nel breve termine per alleviare la crisi. Il mercato internazionale ha accolto con favore la nomina di Monti tanto che al suo annuncio, non solo il tasso decennale del Btp è tornato sotto il 7% ma anche le borse europee e degli Usa hanno mostrato una tendenza al rialzo.

Gli esperti ritengono che le dimissioni di Berlusconi sono solo il primo passo verso la soluzione della crisi italiana, e la missione del governo Monti resta ancora molto difficile, non solo perché si dovrà ridurre il debito, ma si dovrà anche cercare di realizzare un deficit finanziario equilibrato. Per l'Italia, l'obiettivo principale è applicare l'austerity e implementare e rafforzare la riforma del sistema economico cosi da dare impulso alla crescita. Per il governo tecnico, sarà necessario osservare se adotterà o meno misure riformistiche "impopolari" che tireranno il Paese fuori dalla crisi.

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