Ue: finalmente varato il piano di salvataggio del mercato
  2011-10-28 14:08:23  cri

Per risolvere la crisi del debito europeo e salvare l'Euro, la sera del 26 ottobre, a Bruxelles, i leader dei 17 paesi della Zona Euro hanno tenuto il secondo Summit, in 4 giorni, per discutere le contromisure. Per la molteplicità e complessità delle questioni da affrontare, il Summit è durato fin'oltre le 4:00 dell'alba del 27. Dopo una notte di aspri negoziati, i leader della Zona Euro hanno finalmente approvato "in estremis" un piano generale di risposta alla crisi del debito europeo.

Alla conferenza stampa, seguita al Summit, il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha affermato che i leader della Zona Euro hanno raggiunto all'unanimità un pacchetto di accordi in risposta alla crisi del debito. Il contenuto principale degli accordi è diviso in tre parti. La prima riguarda l'unanimità raggiunta tra i leader della Zona Euro ed i rappresentanti del settore bancario europeo nella decisione di decurtare il debito greco del 50%. In cambio l'Ue ha acconsentito a fornire altri 100 miliardi di Euro in aiuto al governo greco. In altre parole, le varie banche europee che detengono un gran numero di obbligazioni greche, rinunciano a metà del loro valore nominale in cambio della garanzia da parte dell'Unione sul valore rimanente delle obbligazioni. In questo modo alla Grecia resta la possibilità di continuare ad ottenere finanziamenti. Il premier greco, George Papandreou, ha affermato che la decurtazione del debito del 50% dei settori privati significa che il debito greco si troverà ad un livello sostenibile, e si prevede che nel 2020, il rapporto tra il debito e il PIL scenderà al 120%. La seconda parte verte sulla ricapitalizzazione del settore bancario europeo, al fine di permettere a quest'ultimo di sostenere il rischio di default del debito greco. I leader della Zona Euro all'unanimità hanno deciso che prima del 30 giugno 2012, l'adeguatezza patrimoniale delle maggiori banche europee aumenterà al 9%, vale a dire che in questo arco di tempo, le banche europee devono aumentare il capitale di oltre 100 miliardi di Euro. La terza parte riguarda la leva del meccanismo del Fondo salva Stati (EFSF), nel quale i leader hanno acconsentito ad innalzare il margine del meccanismo provvisorio esistente di 4-5 volte cercando finanziamenti nel mercato, nella speranza così di ampliare la dimensione dell'EFSF a mille miliardi di Euro.

Nonostante i leader della Zona Euro abbiano finalmente raggiunto l'unanimità sui 3 argomenti principali sopra citati, superato le aspettative del mercato, elevando in certa misura il suo ottimismo, ed evidenziato la determinazione da parte dei paesi europei di risolvere i problemi, tuttavia mancano ancora i dettagli nell'applicazione del piano. E' opinione diffusa che il Summit non abbia fornito un piano esaustivo e definitivo per risolvere la crisi del debito. E' chiaro che, con una crisi che va avanti ormai da due anni, neanche il mercato si illude che il vertice possa risolvere tutti i problemi.

Il mercato è molto attento alle modalità di applicazione della leva dell'EFSF, tuttavia la Zona Euro ha risposto vagamente sui dettagli d'applicazione, rinviandone la discussione alla prossima conferenza dei ministri finanziari del 7 novembre. Ciò dimostra chiaramente che le divergenze all'interno della Zona Euro non sono state ancora eliminate.

Quanto alla decurtazione del debito greco, gli analisti ritengono che sebbene gli effetti di una decurtazione volontaria del 50% degli investitori privati allevi il problema del debito greco, in realtà questo equivale a violare gli impegni, e l'applicazione del piano necessita ancora di enormi sforzi da parte della Grecia e delle varie parti interessate. Inoltre, la decurtazione darà un esempio negativo a Portogallo, Spagna, Italia e Irlanda, che in futuro, potrebbero chiedere anch'essi il decurtamento del debito, oppure una moratoria sul rimborso o la riduzione degli interessi.

Riguardo al piano di ricapitalizzazione del settore bancario europeo, alcuni ritengono che questo sia solo un mezzo per distogliere l'attenzione del pubblico. Secondo molte banche, il problema è quello di tenere il debito sovrano per forza.

I leader europei hanno deciso di chiedere aiuto anche alle economie emergenti come la Cina, affinché si assumano anche loro l'impegno di risolvere la crisi del debito d'Europa. Il presidente francese Sarkozy, il 27 scorso, ha avviato una consultazione con il leader cinese sul problema della partecipazione della Cina all'EFSF. In precedenza, i leader dell'Europa speravano anche di attirare i paesi del "BRICS" per comprare le obbligazioni della Zona Euro, tuttavia il Brasile ha affermato chiaramente di non avere alcuna intenzione di acquistare tali obbligazioni e l'Europa dovrebbe risolvere da se i propri problemi finanziari. Inoltre, anche l'India e la Russia non hanno alcun interesse ad aiutare l'Europa.

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