Vertice dell'Ue: nuovo piano di soluzione della crisi del debito europea
  2011-10-27 20:20:58  cri

Dopo il vertice dell'Ue del 23 ottobre, il 26 i leader dei paesi dell'Ue e della Zona Euro si sono di nuovo riuniti a Bruxelles, continuando a discutere il piano di soluzione della crisi del debito europea. Si tratta del secondo vertice in quattro giorni. Dopo dure consultazioni, alle prime ore del 27, quando il vertice si è concluso, è stata finalmente raggiunta l'unanimità su un pacchetto di piani, comprendente la svalutazione del debito della Grecia, l'ampliamento del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (FESF), la ricapitalizzazione delle banche e il rafforzamento della supervisione finanziaria, fornendo alla crisi del debito europea un piano di soluzione positivo, ma anche colmo di difficoltà.

Secondo l'accordo discusso e approvato dai leader della Zona Euro, la dimensione dell'attuale meccanismo di salvataggio, ossia del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (FESF), verrà ampliata da 440 miliardi di euro a mille miliardi (1390 miliardi di USD); 100 miliardi di euro ( 139 miliardi di USD) verranno iniettati nelle banche europee, in modo che prima della fine del giugno 2012 il loro coefficiente di adeguatezza del capitale raggiunga il 9%; con la conferma del settore bancario, il debito della Grecia verrà svalutato di oltre il 50%, il che significa che le banche e gli investitori privati contribuiranno con 100 miliardi di euro (139 miliardi di USD) alla riduzione dell'onere del debito greco. Inoltre i leader della Zona Euro hanno sollecitato l'Italia a rafforzare il suo margine di consolidamento finanziario e ad effettuare un'ulteriore riforma economica. Nello stesso tempo, il vertice ha accolto favorevolmente gli sforzi per la riforma di Spagna, Portogallo e Irlanda.

La doppia apertura in una settimana del vertice dell'Ue dimostra appieno che il salvataggio della Zona Euro ha ormai raggiunto un punto cruciale. Si può dire che i tre suddetti contenuti chiave dell'attuale vertice siano strettamente legati: ad un certo livello, la dimensione della ricapitalizzazione delle banche dipende dal margine di riduzione del debito greco, perché maggiore è la riduzione, maggiore è il danno subito dalle banche europee, e maggiore è la quota di finanziamenti necessari per la loro ricapitalizzazione. Visto che i governi dei paesi membri hanno tutti difficoltà a farsi carico da soli delle spese di ristrutturazione del capitale delle loro banche, per cui contano sulla capacità creditizia del meccanismo del FESF, sul cui ruolo di leva si potranno però ottenere delle cifre più precise solo dopo contatti con gli investitori potenziali, le inestricabili relazioni fra le tre parti hanno colmato il vertice di divergenze e di dispute.

Vista l'imminente apertura del vertice del G20, le varie parti speravano che nel corso dell'attuale venisse varato un completo piano di risposta alla crisi del debito europea, così da chiarire l'orientamento e il percorso, evitare l'ulteriore ampliamento della crisi, e promuovere congiuntamente la ripresa globale e la stabilizzazione dell'economia. Nel corso dei lavori, tutte le parti si sono impegnate a fondo, il che darà fiducia al mercato, iniettando forza motrice alla risposta congiunta della comunità internazionale all'attuale congiuntura economica.

Sin dallo scoppio della crisi del debito europea, la congiuntura economica europea si è fatta sempre più complessa. Da un lato, la crisi del debito sovrano, iniziata dalla Grecia, si è ormai estesa a Spagna e Italia, la cui congiutura economica è difficile che veda una ripresa. Soprattutto nel caso della Grecia, la sua sempre più grave situazione finanziaria necessita dell'assistenza congiunta degli altri paesi europei, tuttavia, nel quadro in cui il buco del suo debito si fa sempre maggiore e la sua capacità di auto-ripresa economica e di restituzione del debito continua a mantenersi bassa, la forma e il margine del salvataggio da parte dell'Ue sono diventati delle gravi difficoltà che creano delle infinite polemiche all'interno della Zona Euro e dei paesi dell'Ue.

Fortunatamente i paesi dell'Ue hanno già raggiunto un consenso: occorre effettuare il salvataggio senza esitazione e con ogni sforzo. Come ha detto il cancelliere tedesco, Angela Merkel, salvare la Grecia equivale a salvare l'euro e l'Ue. Questa è la strada che si sta facendo gradualmente chiara per l'Europa. Tuttavia, le esitazioni e le dispute esistenti nel processo di soluzione della crisi dimostrano anche che nel quadro di alta integrazione finanziaria ed economico-commerciale della Zona Euro, il meccanismo dell'Ue è ancora in ritardo quando a capacità decisionale ed esecutiva. In risposta alla crisi, è necessario che l'Ue migliori i suoi problemi di meccanismo e strutturali, continuando ad ampliare la strada dell' integrazione.

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