Europa: escalation della crisi del debito
  2011-09-21 14:03:12  cri

Il 20 settembre, il FMI ha pubblicato il suo "World Economic Outlook", nel quale riduce le stime della velocità di crescita nel 2011 e nel 2012 delle principali economie mondiali. In particolare quelle per l'UE passano dai precedenti 2% e 1.7% all'1.6% e 1.1%. L'economista capo del FMI Olivier Blanchard avverte che l'economia mondiale è ormai entrata in una "nuova fase pericolosa". Secondo gli analisti, questa previsione si basa soprattutto sulla gravità della crisi del debito dell'Eurozona, ma la cosa più preoccupante è la possibilità che la crisi, in continuo peggioramento, contagi le banche europee.

Il primo sintomo del deterioramento della crisi del debito europeo è la mancanza di forza delle misure di austerità applicate dalla Grecia, da cui la difficoltà di raggiungere l'obiettivo della riduzione del deficit. In merito, il 19 e il 20 settembre i funzionari della troika della Commissione Europea, della Banca centrale europea e del FMI hanno tenuto due conference call con il ministro delle Finanze greco, nel corso delle quali hanno esortato la Grecia ad applicare immediatamente i vari provvedimenti del programma di austerity già approvato, ivi compresi la riduzione dello stipendio dei funzionari governativi e delle uscite per la pubblica sanità, le restrizioni alle pensioni, il taglio di 20 mila funzionari governativi, la chiusura di 30 aziende statali in rosso e il collocamento in aspettativa di 150 mila addetti delle aziende statali. L'UE ha minacciato che se la Grecia non attua queste misure, l'UE e il FMI interromperanno la concessione della sesta tranche da 8 miliardi del credito di salvataggio da 110 miliardi. Se la Grecia non ottiene questa tranche, a metà ottobre non sarà in grado di pagare le pensioni e gli stipendi dei funzionari governativi. Per questo, il mercato ritiene ormai fermamente che il default della Grecia sia inevitabile

Il secondo sintomo del deterioramento della crisi del debito è che l'Italia ha fatto un ulteriore passo avanti verso la crisi del debito. Il 19 scorso, il livello del credito sovrano dell'Italia è stato declassato da Standard&Poor's, con delle prospettive di credito degradate a "negative". I motivi del declassamento sono due. Il primo è politico. Nel corso dell'estate, l'Italia ha già approvato due manovre di austerità, promettendo rispettivamente di ridurre il deficit di 48 e di 45 miliardi di euro. Tuttavia i partiti italiani si sono duramente scontrati in merito, e finora all'interno dei sindacati non è ancora stato raggiunto un compromesso, da cui la difficoltà di attuare il piano di austerità. Il secondo motivo è economico. Le prospettive di crescita economica dell'Italia non sono buone, il mercato del lavoro presenta dei gravi problemi strutturali e la pubblica amministrazione è inefficiente, quindi senza una riforma strutturale, il risanamento finanziario e lo sviluppo economico si trasformeranno in parole vuote. In realtà, questi problemi sono un male comune di molti paesi dell'Eurozona. Qualora la crisi del debito contagi l'Italia, l'intera Eurozona diventerà un "malato incurabile".

Ancora più inquietante della crisi del debito è la questione della salute del settore bancario europeo. Il 20 settembre, Joaquin Almunia, commissario europeo alla concorrenza, ha avvertito che molte banche europee hanno problemi di liquidità e hanno bisogno di iniezioni di capitali. Nel luglio scorso l'UE ha effettuato un test delle sue banche, col risultato che solo nove presentano problemi, tuttavia Almunia ha affermato che le banche problematiche non sono solo queste. Lo stesso giorno, nel suo World Economic Outlook, anche il FMI ha avvisato della necessità di iniezioni di capitali nelle banche europee, perchè se un certo paese finisce in default, difficilmente queste banche potranno reggere all'impatto. In realtà, al seguito dell'escalation della crisi del debito, tutte le grandi banche europee sono ormai sotto pressione.

Per ridurre il deficit, i paesi dell'Eurozona sono stati costretti ad attuare delle misure di austerità, che però danneggiano sicuramente la crescita economica, rendendo difficile la realizzazione dell'obiettivo. I paesi dell'Eurozona stanno entrando in un circolo vizioso. Il FMI ammonisce che il deterioramento della crisi del debito europea si estenderà sicuramente all'economia globale. Secondo alcune analisi, il settore bancario europeo potrebbe addirittura diventare una seconda "Lehman Brothers", portando al mondo una nuova tempesta finanziaria e crisi economica. Le varie economie mondiali stanno esortando i politici dei paesi dell'Eurozona ad adottare delle iniziative radicali, fra cui la "guarigione delle banche", così da evitare che il mondo vada incontro ad un'altra catastrofe economica.

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