Negli ultimi giorni, le truppe governative e le forze di opposizione libiche si sono date aspra battaglia in alcune città strategiche nelle zone occidentali come Zawiyah e Misurata. Lo stesso giorno, il portavoce del governo libico ha manifestato il suo rifuito nei confronti di qualsiasi negoziato sull'allontanamento di Gheddafi dalla Libia.
Il 12 giugno, gli aerei della Nato hanno bombardato nuovamente la residenza del leader libico Muammar Gheddafi e un aeroporto militare nella parte orientale della capitale.
Il 12 giugno, il primo ministro turco, Redžep Tajip Erdogan, ha affermato che il governo turco ha fatto una proposta al leader libico Muammar Gheddafi secondo la quale, se questi intende lasciare la Libia, la Turchia potrebbe fornire delle "garanzie".
Inoltre, la notte del 12 giugno, a Tripoli, il Portavoce del governo libico Moussa Ibrahim ha manifestato il suo rifiuto nei confronti di qualsiasi negoziato sull'allontanamento di Gheddafi dalla Libia.
Il 12 giugno, il portavoce del ministero degli Esteri algerino, Amar Belani, ha negato in maniera categorica la notizia secondo la quale il leader libico Muammar Gheddafi sia in esilio in Algeria.
Lo stesso giorno gli Emirati Arabi Uniti hanno dichiarato che riconoscono il Consiglio Nazionale Transitorio Libico come l'unico interlocutore legittimo del popolo libico.