Doha: si è tenuta la prima riunione del "Gruppo di contatto sulla Libia"
  2011-04-14 12:37:37  cri
Il 13 aprile a Doha, capitale del Qatar, si è tenuta la prima riunione del "Gruppo di contatto sulla Libia". Durante la riunione, è stata pubblicata la dichiarazione finale, in cui si sottolinea che i vari partecipanti ritengono unanimamente che il regime di Gaddhafi abbia perso la legittimità a governare, sollecitando la sua uscita di scena. Tuttavia, le varie situazioni dimostrano che esistono ancora delle divergenze tra le varie parti sulla possibilità o meno di rafforzare il margine di attacchi militari e di fornire armi all'opposizione libica.

Il "Gruppo di contatto sulla Libia" è stato istituito durante la Conferenza internazionale sulla Libia tenutasi il 29 marzo a Londra, con l'obiettivo di effettuare un coordinamento politico delle attività internazionali rivolte contro la Libia e di creare un contatto con le varie fazioni libiche. Alla prima riunione del 13 aprile, hanno partecipato i rappresentanti di 21 paesi e delle organizzazioni internazionali, come l'Onu, la Nato, l'Ue, l'Organizzazione della conferenza islamica (OCI) e il Consiglio della Cooperazione di Golfo (GCC).

Dalla riunione dello stesso giorno è emerso che il principale consenso raggiunto dai vari partecipanti è stato quello relativo alla richiesta delle dimissioni del leader libico, Gaddhafi. Dopo la riunione, il premier e ministro degli Esteri di Qatar, Hamad bin Jassim al-Thani, che ha presieduto la riunione, ha letto in pubblico la dichiarazione finale, in cui viene sottolineato che la Riunione del "Gruppo di contatto sulla Libia" ritiene all'unanimità che il regime di Gaddhafi abbia perso la legittimità a governare, e sollecita la sua uscita di scena, così da consentire alla popolazione libica di decidere da sola il proprio futuro.

Durante la conferenza stampa, tenutasi dopo la riunione, il premier del Qatar Hamad ha messo in rilievo un'importante informazione trasmessa dalla riunione, ovvero quella di sollecitare le dimissioni di Gaddhafi. Anche il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha espresso la stessa opinione, aggiungendo che il regime di Gaddhafi è stato ormai isolato. I rappresentanti dell'opposizione libica hanno inoltre affermato che se Gaddaffi non si dimetterà, non accetteranno assolutamente l'accordo del cessate il fuoco.

Prima della riunione, le due parti belligeranti continuavano a combattere violentemente, mentre gli attacchi militari guidati dall'Occidente non hanno ottenuto dei risultati concreti. In questa situazione, i vari paesi interessati hanno assunto diversi atteggiamenti sulle ulteriori azioni da attuare. La Gran Bretagna, la Francia e gli altri paesi belligeranti non hanno fatto che sottolineare che è necessario rafforzare gli attacchi militari contro le truppe di Gaddhafi; mentre il segretario generale della Nato, Rasmussen, ha messo in rilievo che la crisi libica non potrà essere risolta solo attraverso l'azione militare, per cui tutti i piani e gli sforzi per una soluzione politica dovranno essere benvenuti. Il 13 aprile, il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha sottolineato che gli attacchi militari non risolveranno la crisi libica e che la comunità internazionale dovrà risolvere al più presto l'attuale crisi libica tramite il canale politico, evitando che il Paese cada nel separatismo. Tuttavia, dalla dichiarazione finale pubblicata lo stesso giorno durante la prima riunione del "Gruppo di contatto sulla Libia" emerge che le varie parti partecipanti non hanno spiegato concretamente il piano dell'ulteriore attacco militare, il che dimostra che esistono tra loro ancora divergenze a riguardo.

Tra le varie parti esiste un'altra divergenza, vale a dire se fornire o meno assistenza militare all'opposizione libica. Nella dichiarazione finale viene sottolineato che si continuerà a fornire all'opposizione libica l'assistenza materiale, come stabilito dall'Onu, ma non viene affermato chiaramente se le varie parti forniranno le armi. Nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo la riunione, il premier del Qatar ha affermato che nella dichiarazione finale per fornitura di materiali al popolo libico s'intende la fornitura di tutti i materiali necessari, che comprendono sia i materiali umanitari che quelli difensivi. Alcuni media del Medio Oriente ritengono che l'opinione di Hamad implichi in realtà il sostegno del Qatar nei rifornimenti di armi all'opposizione libica. Tuttavia, durante la stessa conferenza stampa, il ministro degli Esteri britannico Willian Hague ha solo osservato che la Gran Bretagna fornirà all'opposizione libica gli apparecchi di telecomunicazione e altri materiali, senza però affermare se il Paese fornirà delle armi. Stando a quanto riferito da alcuni media, attualmente la Gran Bretagna e la Francia non hanno ancora deciso se forniranno o meno le armi all'opposizione libica.

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