Il 6 aprile, la portavoce della NATO Oana Lungescu ha affermato che la Nato aumenterà le operazioni militari in Libia, per lo stesso giorno il programma prevede l'invio di 198 caccia, evidentemente di più rispetto ai 155 del giorno 5.
Secondo quanto illustrato da un funzionario della NATO, dal 4 aprile i caccia americani non hanno più attaccato.
La sera dello stesso giorno, il vice ministro degli Esteri libico Kgaled Kaaim ha osservato che lo stesso giorno, i caccia britannici hanno bambardato il più grande giacimento petrolifero libico Al Sarir, situato a Sud di Ajdabiya, uccidendo 3 dipendenti.
Kaaim ha sottolineato che i raid britannici sulle infrastrutture petrolifere rappresenta una severa violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Lo stesso giorno, il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha confermato che il leader libico Muammar Gheddafi ha inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti Barack Obama chiedendo alla NATO di porre fine ai raid; tuttavia la parte americana ha già dimostrato che i presupposti per un armistizio in Libia includono la cessazione delle violenze e il ritiro delle truppe da tutte le città sotto il controllo del governo libico. La parte americana vuole più fatti e meno parole.
Inoltre, secondo quanto riportato dai media statunitensi, sempre lo stesso giorno, su invito di Gheddafi, un ex rappresentante repubblicano della Camera americana è arrivato in Libia per convincere il Colonnello a dimettersi e invitare tutte le truppe fedeli al governo e gli insorti a rendere possibile l'armistizio con la supervisione delle Nazioni Unite.