Il 6 aprile era il 18° giorno dell'operazione militare alleata contro la Libia, tuttavia non ci sono ancora segni di armistizio. Con il continuo deterioramento della crisi umanitaria in Libia, la comunità internazionale ha più volte dimostrato di essere contraria agli interventi esterni, pregando di risolvere la crisi libica attraverso il dialogo politico.
Il 6 aprile il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha rilasciato una dichiarazione, esprimendo la propria preoccupazione per la situazione umanitaria che peggiora di giorno in giorno, sollecitando le parti interessate a fermare la violenza sui civili e garantire il canale per l'assistenza umanitaria.
La Turchia, paese membro della Nato, non ha mai sostenuto gli attacchi militari contro la Libia.
Il governo del Sud Africa ha richiesto alle truppe alleate di cessare immediatamente i raid contro la Libia e risolvere il problema in modo pacifico.
Il 6 aprile il presidente russo Dmitry Medvedev ha ribadito che la Russia continuerà ad attuare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e non parteciperà a nessun intervento militare.
Il 5 aprile il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha sottolineato la necessità di un armistizio efficace e verificabile, concludendo in questo modo le violenze in Libia e proteggendo i civili.
Il 1 aprile, il vice cancelliere e ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha detto che il problema della Libia può essere risolto soltanto con mezzi diplomatici, le operazioni militari non sono plausibili.