Il 24 marzo, il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che le perdite economiche del Giappone, causate dal terremoto e dal conseguente tsunami, sono molto più gravi rispetto a quelle provocate dal terremoto di Hanshin nel 1995, tuttavia sono ancora controllabili e la loro influenza sull'economia globale è temporanea.
Lo stesso giorno a Washington, l'alto consigliere della Divisione Asia-Pacifica del FMI, responsabile per gli affari del Giappone, Mahmood Pradhan, ha affermato che dopo la calamità, la Banca centrale giapponese è intervenuta nel mercato con 4000 miliardi di yen (circa 494 miliardi di USD), stabilizzando con successo il mercato finanziario.
Citando i nuovi dati statistici pubblicati dal governo giapponese, il direttore dell'Ufficio giapponese della Divisione Asia – Pacifico del FMI, Kenneth Kang, ha affermato che l'entità dell'influenza economica di questa calamità sul Giappone equivale al 3-5% del suo PIL.