Cina: l'intervento militare occidentale in Libia non ha sufficienti basi legali e complicherà la situazione nel paese
  2011-03-21 15:32:42  cri

Due giorni dopo l'approvazione dell'imposizione di una no-fly zone nello spazio aereo libico da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, il 19 marzo, ora locale, la Libia è stata colpita dai raid militari dei paesi occidentali. Nel corso di interviste, alcuni esperti cinesi hanno osservato che le basi legali dell'intervento militare dei paesi occidentali contro la Libia sono insufficienti, e che il quadro interno libico potrebbe farsi molto complesso.

Il 19 marzo, ora locale, Francia, Gran Bretagna e USA ha iniziato un'operazione militare contro la Libia, in cui parecchi obiettivi libici sono stati colpiti da missili. Secondo le ultime notizie della parte ufficiale libica, l'operazione militare dei paesi occidentali ha già provocato 64 morti.

Secondo Yin Gang, ricercatore dell'Ufficio Relazioni Internazionali del Centro per l'Asia Occidentale e l'Africa dell'Accademia cinese di Scienze Sociali e vice segretario generale dell'Istituto cinese per il Medioriente, l'intervento militare in Libia dei paesi occidentali si è valso della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di imposizione di una no-fly zone nello spazio aereo libico. L'iniziativa possiede ad un certo punto una base sicura, ma insufficiente:

"I raid aerei contro la Libia mirano ai siti della contraerea. Secondo la comprensione delle autorità dei paesi occidentali nei confronti del regime di Gheddafi, per garantire la sicurezza della vita dei piloti che partecipano alle missioni di volo, occorre distruggere le principali basi missilistiche della contraerea libica. Questi hanno utilizzato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza per creare le condizioni per la realizzazione in condizioni di sicurezza del no-fly; in realtà, le basi legali possono esserci, ma la parte contraria può anche dire che non ci sono. "

Nella notte del 17 marzo il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato una risoluzione che stabilisce la creazione di una no-fly zone nello spazio aereo libico. Di seguito, il governo libico ha annunciato l'immediata cessazione degli attacchi alle forze anti-Gheddafi, invitando anche la comunità internazionale ad inviare una delegazione per la supervisione del cessate il fuoco. Il 19, i responsabili della Lega Araba, dell'UE e di altre organizzazioni regionali e i leader di vari paesi hanno partecipato al Vertice di Parigi, discutendo come affrontare la situazione in Libia. In serata, la Francia e altri paesi occidentali hanno scatenato un'operazione militare contro la Libia.

Dopo l'inizio dei raid militari di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, la parte libica ha affermato che non si arrenderà all'attacco e combatterà fino alla fine. La comunità internazionale segue da vicino l'evolversi della situazione in Libia. Il 19 marzo, il portavoce del ministero degli Esteri russo, Aleksander Lukashevich, ha affermato che la Russia esprime rammarico per il fatto che alcuni paesi siano intervenuti militarmente in Libia adducendo come motivo l'approvazione della risoluzione da parte del Consiglio di Sicurezza. La Russia invita energicamente tutte le parti della Libia ed i paesi partecipanti all'operazione militare a cessare il fuoco e le violenze, e ad adottare tutte le misure per evitare di influenzare i civili.

Il 20 marzo, rispondendo alle domande dei giornalisti, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Jiang Yu ha detto che la parte cinese esprime rammarico per i raid delle truppe della coalizione contro la Libia. La parte cinese nutre una coerente avversione al ricorso alla forza nelle relazioni internazionali, e avanza il rispetto degli scopi e dei principi della Carta dell'Onu, dei regolamenti relativi del Diritto internazionale, e della sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale statale. La parte cinese auspica che la situazione in Libia si stabilizzi al più presto, così da evitare che l'escalation degli scontri armati provochi ulteriori vittime fra i civili.

In rapporto alle diverse reazioni della comunità internazionale, il vice direttore dell'Istituto di relazioni internazionali dell'Università del Popolo cinese, professor Jin Canrong, ha affermato:

"Adesso è ancora Gheddafi a decidere gli sviluppi della situazione. Se continua ad avanzare, senza occuparsi dei raid dell'Occidente, potrebbe ancora conquistare Bengasi con le forze di terra. Questo è un caso. Naturalmente, se si arrende, la Libia potrebbe dividersi, ossia ad est le forze di opposizione di Bengasi, sotto la protezione occidentale, potrebbero stabilire un governo, creando un quadro di confronto con il governo di Tripoli, nell'ovest."

Visto che la Libia è un paese esportatore di petrolio, è forte il timore che l'operazione militare contro il paese possa influenzare la fornitura ed i prezzi internazionali del petrolio. In merito, gli esperti da noi intervistati ritengono che l'influenza sia minima. Yin Gang ha detto:

"Dopo l'inizio della guerra civile, l'esportazione libica di petrolio ha già registrato delle forti perdite, compensate però dagli interventi di altri paesi esportatori. Le fluttuazioni del prezzo del petrolio dipendono dal fattore della fornitura e anche da quello della speculazione, quindi l'intervento militare in Libia non potrà influenzare troppo i prezzi internazionali del petrolio."

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