Consiglio di Sicurezza: approvata la No-fly zone in Libia
  2011-03-18 14:49:45  cri

Il 17 marzo, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato la risoluzione che autorizza l'istituzione della No-fly zone in Libia e ha richiesto ai paesi interessati di adottare tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione civile e le aree abitate della Libia dalla minaccia dell'attacco delle forze armate.

Lo stesso giorno il Consiglio di Sicurezza ha tenuto di nuovo dei negoziati a porte chiuse sulla situazione in Libia, svolgendo la votazione sulla bozza della risoluzione presentata dalla Francia, dal Libano, dalla Gran Bretagna e dagli Usa. Secondo il risultato della votazione, 10 dei 15 paesi membri del Consiglio di Sicurezza hanno votato favorevolmente, due paesi del consiglio permanente, la Cina, la Russia, e tre paesi del consiglio non permanente, l'India, la Germania e il Brasile, si sono astenuti dal voto. Secondo la "Carta delle Nazioni Unite", una bozza di risoluzione può essere approvata con 9 voti favorevoli e nessun voto contrario da parte di alcun paese del consiglio permanente.

Nella risoluzione si considera con estremo rammarico la mancanza di rispetto del potere politico di Muammar Gaddafi nei confronti della risoluzione No. 1970 dell'Onu, richiedendolo l'immediato cessate il fuoco e la fine completa delle ostilità. La risoluzione autorizza i paesi membri ad adottare tutte le misure necessarie, previa comunicazione al segretario generale, per proteggere la popolazione civile della Libia e le aree abitate minacciate dal potere politico di Muammar Gaddafi, compreso il Benghazi. Questi provvedimenti invece non comprendono l'occupazione straniera con qualsiasi modo della Libia; la risoluzione stabilisce anche l'imposizione della No-fly zone alla Libia. Ad eccezione dei voli il cui unico obiettivo è umanitario, sono vietati tutti i voli nello spazio aereo della Libia. Nella risoluzione si richiede anche a tutti i paesi membri dell'Onu di non utilizzare aerei libici per decollare ed atterrare nel proprio territorio.

Inoltre, la risoluzione autorizza l'applicazione di sanzioni più rigide di quelle previste dalla risoluzione No.1970, come l'embargo delle armi ed il congelamento delle proprietà alla Libia, tra cui quelle della banca centrale di Libia e della compagnia petrolifera statale libica.

Dopo le votazioni della bozza di risoluzione, Li Baodong, il rappresentante permanente cinese all'Onu, in un discorso ha affermato che la Cina presta grande attenzione al continuo peggiorare della situazione di Libia. La parte cinese sostiene il Consiglio di Sicurezza ad adottare azioni adeguate e necessarie per stabilire al più presto la situazione di Libia e impedire la violenza sui civili. La Cina continua a sottolineare che le azioni del Consiglio di Sicurezza devono essere condotte in conformità dei criteri delle leggi internazionali della "Carta delle Nazioni Unite", e rispettando la sovranità, l'indipendenza, l'unificazione ed il completamento del territorio della Libia al fine di risolvere l'attuale crisi di Libia con metodi pacifisti.

Li Baodong ha osservato che la Cina si è sempre opposta all'utilizzo delle forze armate nelle relazioni internazionali. Nel processo dei negoziati della risoluzione No.1973, la parte cinese ed altri membri del Consiglio di Sicurezza hanno sollevato alcuni problemi concreti. Purtroppo molti problemi non sono stati chiariti e non hanno avuto alcuna risposta. Considerando la situazione particolare in cui si trova la Libia, la Cina si è pertanto astenuta dal votare la risoluzione No. 1973.

Il rappresentante degli Usa all'Onu, Susan Rice, contenta del risultato delle votazioni, ritiene che l'approvazione della risoluzione nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu sia per l'autorità di Gheddafi un avvertimento a porre immediatamente fine alla violenza e proteggere i civili. Al tempo stesso l'approvazione della risoluzione riflette che per raggiungere quest'obiettivo, la comunità internazionale, attraverso canali diversi, eserciterà pressioni sul potere di Gheddafi. Ella ha aggiunto che la risoluzione ribadisce i contenuti della risoluzione N°1970 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, mostrando la perdita completa della legalità del governo Gheddafi.

Il vice ambasciatore libico all'Onu.

Ibrahim al-Dabashi, che ha dichiarato di essersi svincolato dal potere di Gheddafi, in merito alla risoluzione della "no-fly zone", ha ringraziato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ritenendo che tale decisione esprime chiaramente la solidarietà che la comunità internazionale ha nei confronti del popolo libico. La risoluzione rappresenta al tempo stesso un segnale di avvertimento rivolto a Gheddafi e ai suoi sostenitori di porre fine alla violenza sui civili.

Nonostante l'approvazione della risoluzione sull'istituzione della "no-fly zone" in Libia, non è ancora chiaro quali saranno i Paesi che adotteranno azioni militari e i ruoli che ognuno di loro svolgerà, questioni assai delicate che richiedono tempo.

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